Il Partito Democratico c'è, altro che scioglimento: è la riflessione di Enrico Letta che arriva al termine di una giornata iniziata con la lettera agli iscritti e alle iscritte, in cui si delinea per sommi capi il percorso congressuale.

Anche se nel frattempo il 'balletto' del totonomi che aspirerebbero a succedergli alla segreteria del partito di via del Nazareno è incessante, così come le dichiarazioni dei vari esponenti politici dem che si rincorrono nelle diagnosi sullo stato di salute dei democratici: da Bindi a Bonaccini, da Prodi a Boldrini.

Diversi i nomi che ambiscono invece alla segreteria: lo stesso Bonaccini, Schlein, Nardella e altri ancora che non si sono palesati ma che presto arriveranno a sciogliere le riserve.

Lui, il segretario sconfitto sonoramente alle urne, non ha alcun interesse a rimanere: "Vuol andare via presto", sottolineano fonti parlamentari dem, "ma è consapevole che così com'è il partito non potrebbe reggere alla nuova fase che si apre".

La sinistra del Pd accoglie senza esitazioni l'appello di Letta a un congresso che tocchi le radici del partito: "E' sicuramente positivo che si sia deciso di aprire un percorso costituente, come avevo auspicato all'indomani del voto", dice Andrea Orlando auspicando "un processo dal basso in maniera partecipata, coinvolgendo nella discussione e nella definizione della proposta politica l'associazionismo, il volontariato, gli elettori e anche coloro che sono rimasti a casa pur volendo dare un contributo a cambiare le cose".

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