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Furore, costiera amalfitana, politica, polemica, scultura

Infiltrazioni nella Sala Fellini, “La Vela” di Furore sarà restaurata e spostata. La Soprintendenza approva ma la minoranza insorge

La scultura, donata nel 1985 dall’artista Luigi Mazzella, dovrà essere spostata dal sito in cui si trova, per consentire i lavori di impermeabilizzazione della piazza di Via Mola, che è anche il solaio della casa comunale, interessato da infiltrazioni di acque meteoriche

Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 7 novembre 2022 13:02:12

"La Vela" di Furore sarà restaurata e collocata in una nuova sede. La scultura, donata nel 1985 dall'artista Luigi Mazzella, dovrà essere spostata dal luogo in cui si trova, per consentire i lavori di impermeabilizzazione della piazza di Via Mola, che è anche il solaio della casa comunale, interessato da infiltrazioni di acque meteoriche che rendono inutilizzabile la Sala Fellini. La Soprintendenza di Salerno ha approvato il progetto di «indispensabile e non più rinviabile» restauro e di nuova collocazione «al riparo dalle intemperie».

Ma l'idea di spostare la scultura, deteriorata dagli agenti atmosferici, dall'attuale collocazione alla capogruppo di maggioranza non va giù. «Milo ha certamente il potere - dichiara la consigliera Antonella Marchese - di proporre la rimozione di questa scultura (simbolo di Speranza e di Libertà), così mutando i connotati di un nostro paesaggio. Ma noi abbiamo altrettanto il dovere morale oltre che politico di opporci fermamente ad una tale volontà, denunciando ogni illegalità. Intanto chiedo, secondo voi, dove potrebbe essere installata questa scultura se non dove sta adesso? Se non nel luogo A CUI DÀ IL NOME? Quale sarebbe per Milo una più idonea collocazione?».

Per la Marchese, che ha presentato un'interrogazione lo scorso 3 ottobre, «anziché tentare maldestramente di rimuovere una statua icona di Furore, si dovrebbe fare una statua a Raffaele Ferraioli soprattutto per averci dato un'IDENTITÀ».

Ma il Primo Cittadino, Giovanni Milo, le ha fatto presente che «non sono stati rinvenuti agli atti delibere di Giunta Comunale né di Consiglio né alcun atto autorizzativo paesaggistico e/o urbanistico che attesti il posizionamento dell'opera. [...] Nemmeno presso la Soprintendenza sono conservate tracce dell'intero progetto, sia della piazza che della posa del monumento».

All'interrogazione il Sindaco Milo ha replicato allegando anche una relazione dell'Ufficio Tecnico Comunale firmata dal responsabile dei lavori, l'architetto Roberto Rago, e dalla responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale, Nunzia Cavociello, in cui si evidenzia che «i materiali di sottofondo della statua costituiscono un blocco fragile da rimuovere e al tempo stesso sono molto permeabili all'acqua, quindi non garantiscono la tenuta nel tempo alle infiltrazioni di acque piovane nella sottostante sala Fellini».

Quindi, la capogruppo ha interpellato il coerede del compianto scultore, Mariano Mazzella, che ha trasmesso quale prova il documento di donazione dell'opera e ha dichiarato: «A Furore, dall'apice del paese alla piazza Poggio La Vela, si susseguono negli splendidi tornanti non meno di 100 opere d'arte, per cui, secondo l'attuale Sindaco bisognerebbe cercare 100 delibere di giunta per giustificare l'installazione di tutte le opere presenti? È chiaro che l'opera si inserisce nel progetto "Furore Paese Dipinto" e che sia questo da ricercare tra i documenti dell'archivio storico dell'Ente».

Inoltre, secondo l'architetto Mazzella, «non vi è dubbio che la scultura in questione [...] è da considerarsi sia un bene paesaggistico [...] sia quale bene di interesse comunale, donato e quindi parte del patrimonio del Comune, come attesta in modo inconfutabile l'atto di donazione a firma dell'autore (donante), del Sindaco (donatario e rappresentante legale dell'Ente) e del consulente artistico del Comune di Furore e cittadino onorario Nino D'Antonio».

Fonte: Il Vescovado

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