Se l'incessante moral suasion da parte di Onu, Usa anche nell'ultima visita di Blinken a Tel Aviv, abbia avuto effetto su Israele e il suo premier, Benyamin Netanyahu lo scopriremo col tempo.

Iniziamo a registrare le dichiarazioni dello stesso Netanyahu che si smarcano da quello che viene dichiarato dagli stessi componenti del suo partito, che vuole spostare la popolazione civile di Gaza, occupando in modo permanente la Striscia.

Prendendo le distanze dalle posizioni sostenute dai suoi stessi compagni di partito si allinea, invece, alla linea degli Usa e della comunità internazionale sulla gestione di Gaza nel dopo-Hamas.

Intanto l'Egitto continua nella sua opera di mediatore, preparando nuovi incontri tra le fazioni palestinesi volte ad esaminare altre ipotesi di negoziazione per Gaza.

Il Cairo starebbe inoltre lavorando alla stesura di una nuova ipotesi di accordo sulla ripresa dei negoziati indiretti tra Israele e Hamas, interrotti dopo l'uccisione del numero due del movimento in un raid mirato a Beirut attribuito all'Idf.

La nuova mossa egiziana sarebbe maturata, a quanto sembra, dopo l'incontro al Cairo tra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il presidente Abdel Fattah Al Sisi, di ritorno da un vertice ad Aqaba con il re di Giordania Abdallah e il leader dell'Anp Abu Mazen.

Foto: Commons Wikimedia e pagina fb Prime Minister of Israel