L'agenda politica internazionale sta cambiando e se prima veniva data priorità alla guerra in Ucraina, dopo gli attentati di Hamas del 7 ottobre l'attenzione internazionale verso Kiev sta diminuendo ed era stato lo stesso Zelensky a chiedere di non allentare la pressione su Mosca.

Ora, a lanciare l'allarme, è Olena Zelenska, first lady Ucraina che ha rilasciato un'intervista alla BBC dove evidenzia le preoccupazioni del paese invaso dalle truppe russe:

"Se il mondo si stanca di aiutarci, ci lascerà semplicemente morire. Per noi è una questione vitale. C'è profondo senso di angoscia di fronte agli evidenti segnali di stanchezza dei Paesi che finora hanno sostenuto l'Ucraina con finanziamenti cruciali per difenderci dall'esercito del Cremlino".

A cominciare dagli Stati Uniti, primo Paese finanziatore, che ha definito agli sgoccioli le disponibilità per i finanziamenti a Kiev.

La preoccupazione cresce a Kiev, come evidenzia ancora Olenza Zelenska:

"Abbiamo davvero bisogno di aiuto. Non possiamo stancarci, perché se lo facciamo, moriamo. Ci fa molto male vedere segnali che l'appassionata disponibilità che c'è stata finora può affievolirsi. Per noi è vitale. Fa male vedere ciò che sta succedendo".

Le dichiarazioni nell'intervista alla BBC andate in onda ieri, hanno (ri)destato anche il presidente americano Joe Biden che sulla situazione nel conflitto tra Russia ed Ucraina ha dichiarato:

"Non possiamo permettere che vinca Putin", ha affermato.

Parole a cui ha fatto eco il ministro degli Esteri britannico David Cameron esortando gli Stati Uniti "a non fare un regalo di Natale" al presidente russo.

Putin intanto non è ancora chiaro se metterà proprio la guerra in Ucraina al primo posto dell'agenda per la campagna elettorale del prossimo anno a cui si è candidato ufficialmente venerdì per un quinto mandato presidenziale.

Da una parte se lo facesse punterebbe a placare i malumori dei parenti dei soldati, dall'altra potrebbe non convenire visto l'ira - in continuo aumento - dei riservisti chiamati al fronte.

NdL