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Maiori, questione Porto: per minoranze 'un errore grave'

Inserito da (redazionelda), venerdì 15 aprile 2016 20:04:55

Si pubblica integralmente, per una più completa informazione, manifesto congiunto a firma di gruppi di minoranza Insieme per Maiori (rappresentato da Lucia Mammato) e Città Nuova con Enrico Califano e Teresa Laudano, inerenti l'annosa questione Porto turistico.

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UN ERRORE GRAVE

 

Qualche anno fa Tonino I fece uno sforzo, e portò in Consiglio Comunale la discussione sul porto di Maiori. Non dette ascolto, né accettò contributi, ma si sforzò di salvare la forma.

Oggi, Tonino II (che pure allora chiedeva a gran voce il confronto) in dieci mesi non trova il momento per uno straccio di discussione politica pubblica.

Dall'uno all'altro, quasi un milione di euro tra danni e contenziosi che il primo ha lasciato in eredità al secondo e che dovremo pagare noi tutti.

Cinque anni fa l'amministrazione si scaricò di quella che considerava una patata bollente con un appalto che resterà nella storia (e nei pagherò) del comune di Maiori; oggi si profila uno spezzatino di affidamenti, proposto alla Regione dal 22 febbraio e ancora in attesa di approvazione.

Gli ingredienti:

  • centoventimila euro (più le spese) che l'Ente darà a chi vince l'appalto (che scade il 5 maggio) per cinque mesi di servizi ausiliari al porto e nella spiaggia libera attrezzata vicino al miniclub;
  • una specie di riffa su solarium, magazzini e arenile San Francesco (quasi 5000 mq): il comune li dà gratis e i vincitori li rimettono a posto con ottantamila euro più i costi di gestione per farci quello che vogliono per quattro anni. Non si capisce bene che procedura sia: se una strana specie di project financing alle vongole o una trattativa privata alla marinara con i fortunati che supereranno i generici criteri delle cosiddette "linee guida"; se a decidere sia una commissione (mai deliberata) o in splendida solitudine la responsabile del procedimento. Di certo c'è che questa ipotesi di sub-concessione (mai pubblicata sul BURC) è per noi così poco lineare, trasparente e rispettosa della concorrenza che abbiamo voluto chiedere una valutazione di liceità ad ANAC e Regione. Comunque, se si è fortunati ne uscirà vincitore qualche imprenditore "filantropo" innamorato delle proprie idee; in caso contrario, qualche generoso "benefattore" che i soldi non li paga (che certo non sarebbe stato male scoraggiare chiedendo fin d'ora il certificato antimafia).
  • a condire lo spezzatino, sull'anfiteatro (autorizzazione ex art. 24 del Regolamento del Codice della Navigazione permettendo) si appalterà un bel parcheggio a ore dall'alba al tramonto; naturalmente a singhiozzo a luglio ed agosto in caso di spettacoli.
  • dessert: riemersa come ogni anno l'isola del Sanciullo, va pagato l'annuale tributo a cinque cifre per il dragaggio dell'imboccatura.

PERCHÉ UN ERRORE? Perché il Porto non un è problema, ma una ricchezza, purchè si rispetti una condizione: l'unicità e la continuità della gestione.

Solo la governance unitaria consente un piano di medio termine, con le modifiche strutturali (molo esterno) che trasformerebbero una struttura che sopravvive a fatica in un volano di sviluppo del sistema di accoglienza e dei servizi, facendone in sostanza l'interporto turistico della Costa d'Amalfi.

E dunque è stato sbagliato consentire senza intervenire il fallimento per 150000 euro della Porto di Maiori SPA senza nemmeno una analisi dei costi e dei benefici.

E' stato ancora più sbagliato accantonare senza discutere la possibilità di una multiutility nuova, anche a capitale misto, di fatturato potenzialmente superiore al milione di euro con la previsione di integrazione della gestione portuale con i servizi territoriali.

E' stato miopee rovinoso farsi condizionare dalla disgraziata esperienza precedente e non considerare una gara a misura di aziende specializzate sollecitabili a investimenti importanti (a partire sempre dal benedetto molo esterno) a fronte di un appalto di durata adeguata.

Tant'è, questa è stata la decisione dell'Amministrazione Capone, che pure si è presentata un anno fa come amministrazione "d'impresa": una scelta difensiva quando non c'è nulla da difendere e un paese tutto da rilanciare.

E le scelte, si sa, hanno solo due possibili esiti: o pagano, o si pagano. Non ci metteremo molto a saperlo.

Fonte: Il Vescovado

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