Tu sei qui: PoliticaMessina: "Baldi e Gravagnuolo, codardi"
Inserito da (admin), giovedì 25 maggio 2006 00:00:00
Messina denuncia la fuga degli altri aspiranti sindaci dal confronto sul progetto di città. In una conferenza stampa, fatta all'indomani di un incontro-confronto, andato ancora deserto, ha lanciato accuse ai leader del centrosinistra, Luigi Gravagnuolo, e dell'Udc, Giovanni Baldi: «Credo che la misura sia colma. In tutti questi mesi hanno lanciato accuse continue alla mia gestione politico-amministrativa e poi rifiutano il confronto democratico». È un Messina particolarmente tonico, sa che ha la gente dalla sua parte. Nei suoi incontri quotidiani per le vie della città, nelle frazioni, nelle associazioni, ha colto segnali di grande solidarietà ed adesione. «Il popolo di Cava mi ha saputo ripagare fortemente della grande viltà politica portata a termine in uno studio notarile. Ne avverto il calore e la voglia di ripartire dal punto in cui siamo stati costretti a fermarci».
Messina non teme confronti: «Li ho sfidati ad un pubblico dibattito tra la gente, con telecamere, giornalisti. Il mio appello è rimasto inascoltato. Hanno preferito affidarsi alle lettere, alle summae programmatiche, alla campagna fatta con affissioni in ogni angolo della città, imbrattando muri, e poi invocano chissà quali progetti culturali per fare di Cava un centro di alta cultura. Cava è da secoli un punto di riferimento culturale, occorre solo aver maggiore rispetto per essa, ma nei fatti».
Messina ne ha per tutti: «Gravagnuolo, l'uomo della comunicazione, non ha il tempo per dialogare e spiegare alla gente, me compreso, gli errori della mia Amministrazione ed i motivi per cui non dovrei essere riconfermato. Non ha il coraggio di accusarmi apertamente, bensì, cosa peggiore, preferisce insinuare». Ma è con Giovanni Baldi che i suoi toni diventano sferzanti: «Mi sarei aspettato che finalmente trovasse il coraggio di spiegare i veri motivi del suo tradimento, al di là delle generiche difese fatte in questi lunghi mesi. Non basta lanciare accuse di sprechi o di gestione non oculata, occorrono dati ed ascoltare in uno scontro dialettico le posizioni che hanno portato ad emettere quegli atti. Non hanno motivi seri per contrastarmi e temono che la gente si renda conto ancora di più che il loro è stato solo un tradimento e, soprattutto, un'offesa alla democrazia ed alla città. È una ferita che solo il voto potrà rimarginare».
Ormai mancano pochi giorni all'appuntamento elettorale e Messina non ha dubbi: «I miei concittadini sapranno scegliere tra chi ipotizza un nuovo corso, una nuova Cava, tra chi vuole ridurla ad una vita solo quotidiana, senza slanci e respiri forti, e tra chi lavora e lotta perché Cava, nella continuità tra passato e presente, scriva il proprio futuro».
Fonte: Il Portico
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