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Per un Museo-Laboratorio di Arte Contemporanea a Ravello

Inserito da (redazionelda), venerdì 6 gennaio 2017 10:10:15

di Alberto White

Ravello e il suo territorio, inserito nell'ambito del notevole e vasto ambito della Costiera Amalfitana, rappresenta un "unicum" per la sua storia, i suoi monumenti, e l'incomparabile paesaggio, che si erge tra mare e cielo con la stupenda successione dei terrazzamenti di agrumeti, vigneti ed oliveti, frutto del lavoro dell'uomo prodotto nel corso dei secoli.

Le peculiarità di questo luogo hanno attratto dal medioevo fino ai giorni nostri, letterati, artisti ed intellettuali, basti ricordare Boccaccio, Nevile Reid, Gregorovius, Wagner, Lawrence, Escher, Vedova, Gore Vidal e molti altri che ne hanno decantato le bellezze e lo hanno reso famoso nel mondo. Come purtroppo avviene anche in tanti altri centri, di grande valore storico-estetico, noi abitanti e residenti, pur orgogliosi del nostro paese, spesso non ci rendiamo conto della grande fortuna ereditata, e non sempre ci attiviamo con maggiore impegno per conservare e valorizzare questo bene irripetibile, convinti di essere i padroni assoluti e non i semplici custodi, il cui compito e dovere è di tramandarlo alle future generazioni.

Queste considerazioni mi hanno indotto a pensare con rammarico ad un dato, direi quasi preoccupante, nel constatare l'assenza di un museo per raccogliere nel tempo le opere di tanti artefici che hanno lasciato un segno di testimonianza del loro passaggio più o meno breve ed, in alcuni casi, di una frequentazione più assidua e continua. Pochi dipinti infatti sono presenti nelle sale del Palazzo Tolla, sede del Comune e, sicuramente, rappresentano una minima ed esigua parte di oli, acquerelli e disegni realizzati dai numerosi artisti che hanno visitato il nostro paese. Recentemente queste opere sono state restaurate e, assieme alla collezione donata dal benemerito concittadino Fernando Gambardella cui si é aggiunto il dipinto di Paolo Signorino offerto generosamente dalla sorella Anna, possono costituire finalmente il nucleo di una pinacoteca comunale con opere di pittori figurativi di fine ottocento e primo novecento.

Ma l'interesse ed il fascino di Ravello non è mai scemato ed è ripreso negli ultimi decenni in continuazione con il tradizionale Gran Tour del Mediterraneo ed in particolare della magica terra delle Sirene, per dirla con Norman Douglas. Grazie alla appassionata e competente azione svolta da Bruno Mansi e dalla Galleria "Il Punto", le testimonianze del moderno viaggio hanno segnato una nuova pagina di una storia narrata da segni che hanno rinnovato il già vasto repertorio di immagini della "Divina Costiera". L'unicità della collezione raccolta da Bruno in numerosi anni di attività é data dal fatto che tutti gli artisti contemporanei, di fama nazionale ed internazionale, con un'idea che ha anticipato quelle ormai in uso da molte Fondazioni culturali impegnate in progetti di valorizzazione culturale e dedicate ad artisti giovani e meno giovani, sono stati invitati a risiedere nel nostro territorio per brevi o lunghi periodi ed, in molti casi, a frequenti ritorni. Oggi la collezione é patrimonio dell'Archivio Ravello Contemporanea, ente privato che, da oltre un decennio, con l'apporto di studiosi ed esperti, procede non solo a sistematizzare tutte le opere, ma a raccogliere materiali e documenti per testimoniare la presenza in loco degli artefici e le loro esperienze di vita.

Oltre all'indubbio ed inestimabile valore estetico della collezione costituita da artisti di chiara fama, la raccolta ha una fondamentale importanza storica in quanto rende possibile il ripercorrere eventi culturali significativi con Ravello testimone e spesso partecipe di queste fasi recenti dell'arte contemporanea.

Come cittadino e come addetto ai lavori, mi chiedo appunto come mai non sia stata ancora trovata un soluzione idonea e concreta destinando alla collezione una sede degna capace di accogliere questo patrimonio e di renderlo un bene comune fruibile da tutti e costituendo finalmente un Museo dell'Arte Contemporanea, che pochi centri delle dimensioni di Ravello e direi anche più grandi, potrebbero vantare. Strutturato sulla scorta delle moderne concezioni museali come un laboratorio di ricerche e di formazione con allestimento di mostre temporanee, offerta di corsi didattici in sinergia con le scuole, sede prestigiosa di convegni, costituirebbe, per quei giovani con specifiche competenze nel campo e già attivi promotori di lodevoli iniziative cultural finalizzate anche alla diffusione e divulgazione del senso della bellezza, una grande opportunità sul piano dell'esperienza professionale. Si potrebbero stabilire concrete forme di collaborazione con gli enti culturali pubblici e privati presenti sul territorio e con le Istituzioni politiche locali e regionali, innescando così un processo virtuoso che avrebbe sicuramente ampie ricadute sulla qualità della vita e per una sana forma di turismo intelligente.

Rivolgo dunque un appello a tutti gli "uomini di buona volontà" per avviare un confronto di idee per trovare la soluzione più idonea, così, ne sono certo, il coronamento del sogno di Bruno Mansi, concretizzato, potrà rivelarsi una reale opportunità per tutta la comunità ravellese, aggiungendo un altro importante tassello al mosaico costituito dal suo già notevole patrimonio storico-artistico e paesistico. Un' operazione dagli effetti positivi nei confronti di un turismo culturale, basato su un modello economico ecosostenibile in difesa delle vocazioni del territorio in grado di garantire un futuro alla nuove generazioni, coniugando le istanze dello sviluppo con quelle della conservazione.

white.alberto@gmail

*architetto, docente universitario, cultore della storia locale

Fonte: Il Vescovado

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