Il comune riapre i termini di ammissione al concorso bandito lo scorso giugno e qualche aspirante ai due posti di istruttore contabile mal digerisce questa procedura. Accade a Ravello dove il responsabile del servizio economico e finanziario ha reso nota la riapertura dei termini del concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di due posti di istruttore contabile con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo parziale dell'orario di lavoro da assegnare rispettivamente al servizio economico-finanziario e al servizio tributi. A darne notizia il quotidiano Il Mattino in un articolo a firma di Mario Amodio secondo cui questo perché con delibera numero 137 del 13 ottobre, la giunta comunale ha dato mandato di modificare il titolo di studio per l'accesso e contestualmente di riaprire i termini di presentazione delle domande. In buona sostanza ai titoli di studio inizialmente previsti con la prima pubblicazione datata 30 giugno è stata estesa la partecipazione al concorso anche ai possessori di laurea in economia e commercio e in economia aziendale che "assorbono l'assenza del diploma di ragioniere, perito commerciale e analista contabile". Dal nuovo bando si evince inoltre che restano "acquisite le domande di partecipazione pervenute in forza del bando approvato il 9 giugno scorso con facoltà dei candidati di trasmettere eventuale documentazione integrativa".

«E' incomprensibile perché il comune di Ravello abbia, a distanza di cinque mesi, riaperto i termini di ammissione al concorso - scrive in una lettera al Mattino Andrea Corvo - Poi per gran parte di questi concorsi si continua a chiedere, pena l'esclusione, copie del titolo di studio quando esiste da anni l'autocertificazione». Immediata arriva la replica del Comune che fa sapere di aver riaperto i termini in via prudenziale. «Lo abbiamo fatto per evitare contenziosi e nel solo interesse dell'ente - spiega il sindaco Paolo Vuilleumier - Ci siamo attenuti a una sentenza del Consiglio di Stato che sancisce di aprire la platea a laureati e diplomati. E' stato fatto solo per evitare che si inficiasse il concorso».