Tu sei qui: PoliticaRavello, consiglio comunale infuocato sull’Azienda speciale consortile Cava - Costa d'Amalfi
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 30 gennaio 2025 19:02:53
Ieri, 29 gennaio, il Consiglio Comunale di Ravello ha affrontato la discussione sull'adeguamento dello statuto dell'Azienda Speciale Consortile Cava - Costa d'Amalfi, necessaria per sanare le difformità tra l'atto firmato davanti al notaio e quello approvato dal Consiglio Comunale. La questione aveva già acceso il dibattito a Cava de' Tirreni, sollevata lo scorso 27 novembre dal consigliere di minoranza Marcello Murolo.
Uno degli aspetti più controversi della revisione dello statuto è la drastica riduzione del fondo di dotazione della società consortile, una scelta che ha scatenato reazioni accese tra i consiglieri di minoranza.
Ulisse Di Palma, capogruppo del gruppo di minoranza "Ravello va oltre", ha espresso forti perplessità sulla gestione della questione: "In primis, noi abbiamo tre versioni dell'atto costitutivo, quella approvata a marzo, quella approvata dal notaio e quella che viene portata oggi alla votazione: in tutte e tre ci sono discrepanze. Nell'articolo 6, la prima criticità riguarda la durata dell'Azienda Speciale Consortile, che nella prima versione è illimitata, nella seconda e terza versione è ventennale. Il Sindaco quando parla del fondo di dotazione, doveva dire che è ben diverso dal fondo di partecipazione (quota di 7 euro procapite) previsto dal primo atto costitutivo votato dai consigli comunali; davanti al notaio compare all'articolo 9 un fondo di dotazione stabilito in 7 euro procapite che sommato per il numero di abitanti genera un totale di 619mila euro circa, nella modifica che andiamo a votare stasera il fondo di dotazione è pari a 30 centesimi. Ma io chiedo al Sindaco: "Questo cambiamento di rotta da dove è scaturito? È stata fatta un'istruttoria? Chi ha rilasciato i pareri per questa modifica che io ritengo sostanziale? I cittadini devono sapere anche che il presidente del Consiglio di Amministrazione, dott. Napoleone Cioffi, ha inviato una nota molto esaustiva ai Sindaci in cui chiede dove sia il parere del revisore contabile, perché non è agli atti. Poi precisa che l'azienda può sicuramente operare dal 2025, ma per poter operare ha bisogno di conoscere lo stato di attuazione dei servizi in essere, il budget che dal Piano di Zona passa all'Azienda Consortile, come verranno coperte le spese... Io penso che di tutto ciò non si sappia nulla. Nell'ultima assemblea dei Sindaci tutte queste osservazioni sono state rigettate e non è possibile che non sono state prese in considerazione proprio le note del presidente del CdA! Chi l'ha eletto? L'avete proposto voi e poi non gli avete dato fiducia. Allora dovrebbe dimettersi? Poi bisogna dire che nell'ultima assemblea lei, Sindaco, aveva 6 deleghe. Bisogna mettere un limite alle deleghe, altrimenti la dovremmo chiamare podestà. Per una questione di democrazia, non è possibile che una sola persona ne abbia in mano 6. Mi sono fatto anche uno schema: Cava de' Tirreni con 50mila abitanti rappresenta la stragrande maggioranza e fa la parte da leone, rispetto ai comuni della Costiera Amalfitana, che sono piccoli. Tutto questo fa capire che ci voleva uno studio più approfondito: manca un piano esecutivo, non si hanno dati chiari sul personale che dovrebbe transitare nell'Azienda... Tutte cose basilari per l'approvazione di un atto costitutivo. È giusto che ci sia un superamento del Piano di Zona, ma ci si deve arrivare all'unanimità, e invece manca il dialogo tra i comuni che partecipano all'Azienda".
Le critiche non si sono fermate qui. L'ex sindaco Salvatore Di Martino ha accusato il Sindaco di voler nascondere i retroscena della questione. "Oggi approviamo queste modifiche senza trasparenza, senza condivisione e senza buonsenso. Bisogna dare una svolta, perché così non si può andare avanti".
A difesa delle scelte operate, il sindaco Paolo Vuilleumier ha cercato di riportare il dibattito sull'importanza dei servizi socio-sanitari per il territorio. "Mi sarei aspettato - ha detto, precisando che in Consiglio Comunale lui è in veste di Sindaco e non di Presidente dell'Assemblea dell'Azienda Consortile, - che la discussione vertesse sull'importanza dei servizi socio-sanitari nella nostra terra. Ritengo che il consigliere Di Palma abbia confuso compiti di indirizzo dell'Assemblea con gli atti gestionali, raccogliendo molta documentazione, come la corrispondenza con il comune di Atrani che partecipa attivamente ai lavori e che ha fatto tutta una serie di richieste per meglio comprendere certe cose che sono state dibattute e deliberate con le regole della democrazia, che va salvaguardata sempre e comunque. L'impegnarsi a favore dei più deboli, far fronte al disagio sociale: questi sono gli argomenti che devono essere al centro di questa discussione. Il mio compito è quello di dirigere questo consesso in maniera corretta e quindi ribadisco che bisogna attenersi all'ordine del giorno".
Anche il consigliere Raffaele Scala ha espresso perplessità, pur riconoscendo la necessità di far partire l'Azienda Consortile. "Il governo, per finanziare la difesa, ha tagliato i fondi per gli enti locali quindi questa Azienda Consortile serve a riuscire a gestire meglio i fondi disponibili. Quello che succede a Roma rimbalza a noi cittadini. La questione è che se noi avessimo avuto un'Unione di comuni a livello politico non avremmo dovuto accodarci con Cava e avremmo evitato certe situazioni anche imbarazzanti. Anche io credo che il passaggio dai 7 euro ai 30 centesimi sia uno schiaffo alla miseria, però il fondo di dotazione serve a far partire un'impresa, poi può essere anche aumentato. Mi chiedo se qualcuno si opponga perché non vuole farla partire. Invece per me è importante partire e cercare di avvicinarsi veramente alle esigenze del territorio. Voglio fare un appunto: sarebbe stato più utile per i consiglieri avere sia il vecchio statuto che il nuovo in modo da poterli confrontare e capire di cosa stiamo parlando stasera", ha detto.
Nel suo intervento, il vicesindaco Gianluca Mansi ha criticato le parole di Di Palma, accusandolo di fare ostruzionismo per motivi politici. "Di Palma ha parlato per due ore del nulla cosmico senza far capire niente ai cittadini. Tutto ciò che ha detto viene da altri presenti a quella serata, faccia il consigliere comunale del Comune di Ravello e non di altri Comuni. Tu hai votato contro per un gioco politico e strumentale. La gente ti ha votato per amministrazione civica, non per tessera di partito".
Il dibattito rimane aperto e le divergenze tra le parti sembrano tutt'altro che risolte. L'adeguamento dello statuto consortile ha messo in luce non solo questioni di ordine tecnico e amministrativo, ma anche profonde fratture politiche tra i comuni coinvolti. Nei prossimi giorni si attendono sviluppi su un tema che continua a dividere la scena politica locale.
Fonte: Il Vescovado
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