Tu sei qui: PoliticaRavello, stasera in Consiglio comunale la modifica dello Statuto dell'Azienda Speciale Consortile Cava-Costa d'Amalfi dopo le discrepanze emerse
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 29 gennaio 2025 11:21:45
Ravello sarà il primo comune ad affrontare ufficialmente una questione che ha sollevato perplessità e polemiche nell'ambito della costituzione dell'Azienda Speciale Consortile Cava - Costa d'Amalfi, incaricata della gestione dei servizi socio-sanitari. Durante il Consiglio Comunale convocato per oggi pomeriggio, 29 gennaio, infatti, verrà discusso l'adeguamento dello statuto consortile, necessario a sanare una difformità tra l'atto firmato davanti al notaio e quello approvato dal Consiglio Comunale.
La questione era già stata sollevata lo scorso 27 novembre nel Consiglio Comunale di Cava de' Tirreni, dove il consigliere di minoranza Marcello Murolo aveva denunciato la discrepanza tra il documento discusso in aula e quello effettivamente siglato dal sindaco, definendolo "un falso deliberatamente propinato al Consiglio".
Tra gli aspetti più critici della revisione vi è la riduzione del fondo di dotazione della società consortile, che passerà da circa 600.000 euro a soli 26.000 euro. Un taglio drastico che si traduce, per i cittadini, in un contributo pro-capite che scende da 7 euro a appena 30 centesimi.
Durante la riunione del 20 gennaio, il sindaco di Atrani, Michele Siravo, aveva sollevato forti critiche sulla gestione delle modifiche statutarie dell'Azienda Consortile per i Servizi Sociali da parte del Presidente dell'Assemblea, che è proprio il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier.
Siravo ha denunciato la mancanza di trasparenza, l'accentramento delle deleghe e il rischio di decisioni affrettate che potrebbero compromettere l'efficacia dei servizi. "Non è accettabile che decisioni di tale importanza siano prese senza garantire a tutti i comuni partecipanti un quadro chiaro e trasparente della situazione", ha affermato.
Il primo cittadino di Atrani ha inoltre sottolineato il rischio che, se qualche consiglio comunale non dovesse approvare il nuovo statuto, l'Azienda potrebbe non partire: "Temiamo che ciò possa portare a una situazione di stallo simile a quella vissuta negli anni passati con il piano di zona, con un conseguente blocco dei servizi sociali. Il buon senso dovrebbe prevalere su logiche di fretta e pressione politica".
Resta da vedere se emergeranno ulteriori sviluppi o se la questione si chiuderà con la semplice ratifica delle modifiche in tutti i Comuni coinvolti.
Fonte: Il Vescovado
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