Tu sei qui: PoliticaTrentuno anni fa l'uccisione di Paolo Borsellino: la premier Meloni depone corona di alloro a Palermo
Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 19 luglio 2023 15:29:40
31 anni fa, il 19 luglio 1992, in quella che è passata alla storia come strage di via D'Amelio, furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato a Palermo alla cerimonia di deposizione della corona di alloro alle lapidi in memoria dei Giudici Falcone e Borsellino e degli agenti caduti nelle due stragi e poi ha fatto visita nei luoghi in cui sono sepolti i giudici, al cimitero di Santa Maria di Gesù e nella chiesa di San Domenico.
Dopo un saluto con il capo della polizia Vittorio Pisani alla caserma Lungaro, la premier ha avuto un incontro e un colloquio con Manfredi Borsellino, poliziotto e figlio del giudice Paolo.
A seguire, ha presieduto il Comitato di Ordine e Sicurezza pubblica presso la Prefettura e ha tenuto un punto stampa.
«Io ho cominciato a fare politica - ha dichiarato - quando uccisero Paolo Borsellino e per me quell'esempio di uomini delle istituzioni consapevoli dei rischi che corrono e ciononostante continuano a fare il proprio lavoro rimane uno degli elementi più simbolici che mi ha spinto a fare politica. Oggi non si fa solo memoria, ma siamo qui per capire cosa il Governo possa fare per aiutare inquirenti e forze dell'ordine che negli ultimi mesi hanno arrestato più di 1300 persone e catturato 29 latitanti. Noi siamo convinti che la battaglia contro la mafia si possa vincere».
La premier, però, non andrà alla fiaccolata in onore di Paolo Borsellino e i cinque membri della sua scorta per un «problema di agenda. Avevo annunciato la mia presenza stasera già a un'iniziativa della Guardia Costiera a Civitavecchia».
«Sono stata colpita sul fatto - ha commentato - che si mettesse in discussione anche questo, perché c'è un tema su cui la politica non deve dividersi ed è la lotta alla mafia. Chi fa queste polemiche non aiuta le istituzioni. È una notizia inventata che io non partecipi alla fiaccolata per ragioni di ordine pubblico. La mafia mi può contestare, ma chi combatte la mafia non può contestare un governo che come primo atto ha messo in sicurezza il carcere ostativo e ha annunciato un provvedimento per mettere in sicurezza il concetto di "criminalità organizzata" e che scongiuri il rischio che gravi reati rimangano impuniti per effetto di una recente sentenza della Corte di Cassazione».
Fonte: Il Vescovado
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