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La vita sulle navi spiegata dal Capitano Barra di Amalfi: “noster homo”, il nostromo

Oggi il Capitano Superiore di Lungo Corso Salvatore Barra ci parla della figura del nostromo dall’antichità ai giorni nostri, “anello” di congiunzione tra il Comando e la Ciurma

Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 18 ottobre 2023 12:39:35

Di Salvatore Barra*

 

"Noster Homo" - Il Nostro uomo - così definiva la marineria latina chi ricopriva il grado di Nostromo di bordo.

Famoso il Nostromo di Enea, di nome Palinuro, la cui tomba, secondo la leggenda, si troverebbe sull'omonimo Capo Palinuro nel Cilento, in provincia di Salerno. Anche la Goletta "Palinuro", nave scuola Sottufficiali della Marina Militare Italiana, è stata intitolata al mitico Nostromo dell'Eneide.

 

Nell'antichità gli equipaggi dei Velieri erano numerosi, suddivisi, allora come adesso, in Ufficiali e bassa forza (Ciurma). In quei tempi, spesso capitava che le Navi fossero approntate per viaggi con destinazioni dall'incerto ritorno, per terre sconosciute, guerra o pirateria. Condizioni di pericolo che potevano essere rifiutate dalla maggior parte dei marinai di carriera, magari rinunciando al momento all'imbarco. Per non far fallire la spedizione si decideva di arruolare sulla Nave galeotti e malfattori. Ragion per cui, a bordo, bisognava osservare una disciplina rigida e severa, che prevedeva per coloro che commettevano reati, pene severe: dalla detenzione in cella con catene alle pubbliche fustigazioni, dall'esposizione appesi all'albero di Maestra, all'impiccagione, alle fucilazioni o al famigerato "giro di chiglia".

Ammutinamento o complotto erano considerati tra i reati più gravi. La ciurma poteva essere composta anche da centinaia di persone. Lo stato Maggiore del Veliero, dopo aver esaminato le doti e le qualità degli uomini componenti la Ciurma, ne sceglievano uno, il "Noster Homo", il Nostromo, il quale si comportava un po' da tiranno (con la ciurma) e un po' da spia, riportando allo stato Maggiore i "segreti" dell'equipaggio ed eventuale principi di ammutinamento.

Si faceva portavoce della Ciurma nel riportare eventuali malcontenti, soprusi ed ingiustizie da parte del Comando della Nave, al fine di trovare una giusta soluzione, ristabilire l'ordine e gli standard di normalità a bordo.

Il Nostromo, secondo la tradizione, eseguiva gli ordini del Comando Nave, dirigeva la manovra delle vele, infliggeva o faceva infliggere le punizioni, manteneva la disciplina a bordo, si faceva garante dei diritti della Ciurma, Conduceva gli uomini all'arrembaggio durante le battaglie navali. Imponeva la sua volontà e la sua rude personalità induceva soggezione in tutti, la tradizione (orale) lo definiva: "Uomo rozzo, ignorante e carismatico addetto al governo della ciurma".

 

Col passare dei secoli, si è avuta un'evoluzione di tutto il settore navale: la propulsione delle navi, una volta a vela o a remi, oggi è principalmente a motore, mentre di navi con mezzi propri di imbarco e sbarco del carico (Bighi di carico, gruette, eccetera), se ne vedono sempre meno.

 

Oggigiorno, infatti, il ruolo del Nostromo, pur avendo perso tanto della sua primitiva importanza, si è riciclato, adeguato e adattato alle nuove esigenze. Il suo carisma è rimasto inalterato e le sue mansioni di bordo anche; come nei secoli passati. Ora non è più definito "rozzo" o "buzzurro" ma un "Sottufficiale della Marina Militare e Mercantile responsabile dei servizi marinareschi di bordo" (Garzanti).

 

Come tanti anni fa, anche adesso, il Nostromo è scelto tra i Marinai, non dal Comando di bordo ma dalla Società di navigazione, su indicazioni dei Comandi Nave (Note Caratteristiche).

La carriera di ogni Nostromo comincia con l'iscrizione nella Prima categoria della Gente di Mare (servizi tecnici di bordo) (Libretto di Navigazione), e si imbarca da Mozzo, con successivi avanzamenti al grado di Giovanotto di Coperta e Marinaio Timoniere. Dopo almeno quattro anni di navigazione con buona, rispettosa, equilibrata condotta ed ottimi risultati lavorativi, si può aspirare alla promozione al grado di Sottufficiale Nostromo, conferito, come riportato, dalla Società Armatrice.

In Marina Militare, il Nostromo proviene sempre ranghi dalla Categoria Nocchieri (Selvaggi) e generalmente è un Capo Nocchiere di Prima Classe.

 

Il Nostromo si occupa della manutenzione e pitturazione della nave, è responsabile del maneggio (carico e scarico) delle provvigioni e di tutti i materiali di Macchina e Coperta, dei pezzi di ricambio del motore, dell'ammaino e del recupero dei mezzi di salvataggio, del rizzaggio del carico, delle manovre di ormeggio di poppa e di prora, ancoraggio e tanto altro. Il Nostromo ha mantenuto, come da tradizione, le sue prerogative di "anello" di congiunzione tra il Comando e la Ciurma. Rimane un punto di riferimento (ma meno carismatico) per tutti.

 

Il Codice della Navigazione Italiano dà ampia importanza alla figura del Nostromo, al punto che in caso di emergenza, il Comandante prima di dare l'ordine di "Abbandono Nave" dovrebbe consultarsi con gli Ufficiali ed eventualmente con persone di "Provata esperienza" (il nostromo). Mentre nel malaugurato caso di morte o impedimento del Comandante e dei suoi Ufficiali, il Nostromo assumerebbe il Comando della Nave, fino al primo porto di approdo (art.293 Codice della Navigazione).

 

Su tutte le navi del mondo vi è almeno un locale dove sono conservati gli attrezzi e materiali che usa il Nostromo: la Cala (Magazzino) del Nostromo. Nella Marina militare, un nocchiere semplice ha l'incarico di aiuto Nostromo, assumendo il grado non scritto di "Pennese" del Nostromo.

 

Nella mia vita ho avuto modo di conoscere (ed apprezzare) tantissimi Nostromi, potrei scrivere tanto per ognuno di loro, ma occorrerebbe troppo spazio.

 

Mi soffermo solo su tre:

  • Nostromo - Capo di Prima Classe: Merlato. Siciliano - Marina Militare Italiana - Nave salvataggio "Proteo". E' stato il mio Primo Nostromo, un vero e proprio tecnico e Maestro delle arti marinaresche, che svolgeva la sua attività su una nave complicata e difficile, come puòessere solo una nave salvataggio. Nave Proteo era provvista di una Campana Subacquea per alte profondità, di un picco (Bigo di forza) per maneggiare grandi pesi; un campo boe, formato da quattro grosse boe, unite con cavi d'acciaio a quattro ancore, per delimitare particolari aree. Operazione, non facile, che facemmo il 28 Dicembre del 1978, nello specchio d'acqua antistante l'aeroporto di Punta Raisi di Palermo (Oggi Falcone e Borsellino), ove, sul fondo del mare, giaceva il relitto del DC 9 Alitalia, precipitato nella Notte tra il 22 ed il 23 Dicembre. Di questo fatto scriverò, in separato articolo. Il Nostromo Merlato mi ha insegnato tanto, soprattutto ad affrontare e gestire le situazioni difficili con la massima calma e determinazione, nonostante avesse circa 25 sottoposti, tra Sottufficiali e Nocchieri semplici, alle sue dipendenze: mai una parola fuori posto. Non so se è ancora vivente ma il suo ricordo rimarrà indelebile nella mia vita.

 

  • Nostromo Vincenzo Zichinolfi di Maiori - M/N Mare Adriacum - Fratelli d'Amico. Ci Ha lasciato da pochissimi anni. Classe 1929, la stessa di mio padre e mi voleva bene come un figlio. Anch'egli Maestro delle arti marinaresche. Ho navigato con lui nel 1986. Era Uomo all'antica, di poche parole, schivo e dalla giusta autorità. Rispettato da tutti. Con me si confidava spesso, mi parlava di Maiori, dei lunghi contratti (convenzioni) d'imbarco che si stipulavano ai "Suoi" tempi (oltre 24 mesi) e della forte nostalgia che aveva per la famiglia lontana. Mi parlava spesso di una figlia in particolare, che aveva superato i due anni di età quando la incontrò per la prima volta, dopo un lungo imbarco, avendo lasciato la moglie incinta quando partì. Mi dispiace non averlo più rivisto e di non aver mai fatto una foto con lui. Il Nostromo Zichinolfi mi ha trasmesso l'essenzialità che deve possedere un uomo di mare. Gliene sarò perennemente grato.

 

  • Nostromo Terminiello Gennaro - di Massa Lubrense (Na), Varie Navi della MSC - ultima MSC ANNA (2021). Lavoratore serio ed instancabile, Maestro delle arti marinaresche, dal carattere mite ma solare. Con l'esempio e la naturale disponibilità nell'insegnare il lavoro, ha forgiato generazioni di ufficiali e marinai sottoposti. Come la maggior parte dei marittimi, mostrava un senso di attaccamento non comune verso la famiglia. Ricordo la sua incontenibile gioia quando sua figlia gli comunicò la nascita del piccolo Gennaro nel marzo 2021. Con lui la vita è stata ingrata. Ci lasciò, con stupore e sgomento, nel maggio del 2022. Da poco aveva terminato l'iter per godersi la meritata pensione. I suoi adorati nipotini possono essere fieri del nonno, anche se non hanno avuto la fortuna di godersi il suo amore, che riceveranno attraverso le narrazioni dei Genitori e di tutti quelli che lo hanno conosciuto. Grande l'attaccamento che ha sempre dimostrato per la MSC.

 

  • Ricordo sinteticamente il nostromo Giuseppe di Piano Di Sorrento, cui dovetti comunicare la dipartita del Papà mentre eravamo nel porto di Bandar Abbas (Iran), allora nel 2008, sulle navi ancora non esistevano gli attuali mezzi di comunicazioni. Non potrò mai dimenticare il suo abbraccio. Il Nostromo Michele, di Mola di Bari, mi confidò che, nel corso del viaggio di nozze, incontrarono una donna sul treno che chiedeva l'elemosina, al loro diniego la donna, arrabbiata, proferì la maledizione "Che non avrebbero avuto figli" e fu così. Il Nostromo ogni volta (spesso) che mi raccontava questo fatto si commuoveva e mi coinvolgeva emotivamente per il dramma che stava vivendo. Anche lui bravissima persona e ottimo professionista. Il Nostromo Nicola di Pompei, persona e professionista esemplare, specializzato nella realizzazione dei forni in muratura, con il quale preparava ottime pizza.

 

Ecco, ho voluto citare queste persone per far capire le relazioni ed il rapporto umano che si instaura tra gli uomini dell'equipaggio di una nave, che va al di sopra di ogni cosa e "scavalca" ogni ostacolo, di qualsiasi natura, oltre i gradi, la provenienza sociale ed il colore della pelle. Basato sul rispetto, stima e correttezza reciproca. Sentimenti e valori etici, empatia e solidarietà, nella consapevolezza che il destino personale è legato e dipende, anche dalle scelte altrui.

Visto che siamo in tema, anche se non l'ho mai conosciuto, desidero ricordare il Nostromo Gioacchino MOSCARIELLO di Maiori, vittima di un incidente sul Lavoro, in cui perse la vita, era sabato 28 settembre del 2013 nel porto di Bar - Montenegro. Era il suo primo giorno di imbarco dopo una licenza a casa. Questo a dimostrazione della complessità e della pericolosità del lavoro che svolgono i marittimi.

 

A proposito di Nostromi, non posso non citare Vincenzo Rinaldi di Pogerola di Amalfi, Capitano di Corvetta della Marina Militare in congedo - Prestigioso Nostromo dell'Amerigo Vespucci, Nave scuola per Ufficiali. Importante incarico che mantenne per oltre 10 anni, facendosi apprezzare da tutti. Negli ultimi anni di servizio fu destinato alla scuola sottufficiali del Corpo Navale della Guardia di finanza, formando generazioni di ottimi finanzieri. Un onore ed una risorsa del territorio Amalfitano di cui, che io sappia, non si tiene debitamente conto.

Un ultimo ma doveroso pensiero, all'uomo che maggiormente ha reso infelice nella mia adolescenza. Si tratta dell'uomo con cappello da Marinaio, barba e pipa, che appariva sulle scatolette del tonno "Nostromo", perché il tonno mi piaceva ma non lo compravamo per ristrettezze economiche. Il tonno Nostromo era il mio desiderio proibito, che non si avverava mai: nemmeno se cascavano mille stelle cadenti!

 

*Art. 1108 C.N. Complotto contro il comandante: I componenti dell'equipaggio della nave o dell'aeromobile, che, in numero di tre o più, si accordano al fine di commettere un delitto contro la vita, l'incolumità personale, la libertà individuale o l'esercizio dei poteri del comandante.

*Ammutinamento, se alla rivolta partecipano più del 25% dell'equipaggio.

 

*Capitano Superiore di Lungo Corso

 

Leggi anche:

La vita sulle navi (da carico) spiegata dal Capitano Barra di Amalfi: il cuoco di bordo

La vita sulle navi spiegata dal Capitano Barra di Amalfi: macchine e macchinisti

Fonte: Il Vescovado

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