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“Sette squilli brevi di sirena, poi uno lungo”: ecco come si esercitano per le emergenze i marinai di una grande nave portacontainer

La nostra era la più grande nave in sosta nel porto di Los Angeles. Questo ci rendeva particolarmente orgogliosi. Per questo motivo, abbiamo ricevuto le visite di molti visitatori, che abbiamo accolto sempre con gioia e grande senso di ospitalità

Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 31 ottobre 2022 12:45:44

*Di Salvatore Barra

 

Sette squilli brevi di sirena, seguiti da uno lungo, risuonano nel pomeriggio, mentre la nave è in navigazione per Los Angeles. È il segnale di Emergenza Generale.

 

Tutti gli uomini, udito il segnale, lasciano immediatamente le attività lavorative o di riposo e si precipitano verso il Ponte Lance di Salvataggio, luogo prestabilito di adunata (Muster Station). Ad attenderli vi sono il Primo ed il Secondo Ufficiale di Coperta, i quali chiariscono che si tratta di un esercitazione di Emergenza. Nello specifico, questa volta si simulerà l'Abbandono Nave, dopo che si è sviluppato un incendio grave in sala macchine, che non si è riusciti a domare.

I due ufficiali spiegano le modalità di intervento, quindi tutti gli uomini vengono destinati in base al ruolo di appello. Il ruolo di appello è un manifesto affisso in vari punti della nave, in cui sono specificati i compiti assegnati ad ognuno in caso di emergenze, come Incendio Grave, Abbandono Nave, Uomo in Mare, Inquinamento, Falla, Emergenza Medica.

 

Il Comandante coordina le operazioni dal Ponte di Comando, in contatto radio con il luogo delle operazioni e, nel caso di richiesta soccorso, con le stazioni costiere e con le unità di crisi della nostra società di navigazione. Quindi si formano le squadre di intervento Antincendio, con due persone muniti di autorespiratori e tuta ignifuga, si isola elettricamente la zona interessata dall'incendio, si chiudono le serrande di ventilazione, si aziona la pompa di emergenza, si connettono le manichette con spingarda alla linea antincendio. Una terza squadra, Il "First Aid Team" (Squadra di primo soccorso medico), è pronta per dare assistenza ad eventuali feriti. L'esercitazione continua. Il fuoco non si estingue, uomini e nave sono in grave pericolo: il Comandante ordina l'"Abbandono Nave". Le Lance di salvataggio sono ammainate al livello del Ponte. Se le condizioni meteo marine non lo consentono si usa solo la lancia del lato sottovento. Dopo aver preso coperte, derrate alimentari, strumenti di navigazione (Sestante e carte nautiche), radio, boette elettroniche segnalatrici (SART - EPIRB), si procede all'abbandono nave, imbarcandosi sulla lancia di salvataggio, muniti di giubbotti di salvataggio e tuta d'immersione, in ordine inverso al grado che si ricopre.

Le lance di salvataggio (due) devono essere in grado di ospitare tutti gli uomini - equipaggio ed eventuali passeggeri - per una capacità di 32 posti, certificati per questo tipo di navi, con relative razioni di cibo e riserva di acqua potabile. Le dotazioni di una lancia comprendono una borsa con farmaci e attrezzi chirurgici, kit per la pesca, coltelli, batterie di alimentazione, carburante, Alighiero, torcia a batterie, specchio per segnalazioni, bussola magnetica, sei fuochi a mano (tipo bengala), 4 razzi a paracadute, due boette fumogene dal fumo arancione. Sulle lance da salvataggio, il posto a sedere è assegnato preventivamente, tramite numerazione dei posti. Oltre le lance, la nave è dotata anche di quattro zattere autogonfiabili da 20 persone e sei autogonfiabili da sei posti. Tutti i mezzi di salvataggio, i sistemi antincendio e le dotazioni di sicurezza sono controllati periodicamente dal Secondo Ufficiale di Coperta, che ne accerta il buon funzionamento e le condizioni di usura.

 

Come recita l'articolo 303 del Codice della Navigazione (e per consolidata tradizione marinaresca), «Il comandante deve abbandonare la nave per ultimo». Quindi, con l'Abbandono Nave del Comandante termina l'esercitazione ed ognuno riprende l'attività che prima stava svolgendo.

Le esercitazioni sono condotte in maniera seria e scrupolosa perché, in caso di necessità si deve saper reagire in maniera adeguata e risolutiva, tenendo conto che in mare aperto si è soli con se stessi.

Ogni marittimo, per potersi imbarcare, deve essere in possesso dei certificati dei corsi di addestramento, svolti presso centri autorizzati e relativi al primo soccorso Medico, Antincendio, Sopravvivenza e salvataggio, abilitazione ai mezzi di salvataggio. Il Linguaggio ufficiale di bordo è l'inglese, ma non tutti riescono a comunicare perfettamente in questa lingua. Questo fattore, di fondamentale importanza, lo risolviamo scegliendo ed affiancando il soggetto più bravo di un gruppo etnico che trasmette gli ordini ai suoi connazionali non altrettanto capaci. Altro fattore che potrebbe capitare in una situazione di emergenza vera è il panico, questo è difficile da prevenire.

 

Le esercitazioni vengono svolte anche per preparare gli uomini ad eventuali azioni di soccorso per altre navi in difficoltà, recupero naufraghi o migranti, come spesso accade quando si transita il Canale di Sicilia. A bordo, non mi stanco mai di dire che la Sicurezza si basa principalmente sulla prevenzione e sull'attenzione che si presta, ad esempio nel sentire un odore o un rumore anomalo, o vedere una macchia di olio sul ponte, o assistere marinai che non usano il vestiario e scarpe di sicurezza mentre sono al lavoro o trasportano pesi senza precauzioni.

 

Io raccomando sempre a tutti di seguire la regola che seguivano i nostri avi nella Marina Velica: "Una mano per sé ed una per la Nave", valida se si cammina semplicemente o si portano pesi, ovvero sfruttando sempre i passamani. Questa regola è scritta in bell'evidenza sul Cutty Sark, l'ultima nave a vela della Compagnia delle Indie, impiegata per il trasporto di Tea da Ceylon alla Gran Bretagna, oggi Nave Museo a Londra.

 

Mentre ancora si discute sugli esiti dell'esercitazioni, il cuoco irrompe sulla scena ed annuncia che la pizza è pronta e con essa gli spaghetti aglio ed olio, piatti che si consumano come da tradizione, il sabato sera, su tutte la navi italiane. La seduta è sciolta!

 

Per rispettare i turni di guardia, abbiamo quotidianamente due mense per pranzo (ore 11.00 e 12.00) e due mense per cena (ore 18.00 e 19.00), in modo tale da non creare disservizio. Nel caso di arrivi o partenze concomitanti con i pasti, gli orari si anticipano o posticipano, secondo i casi. Le Navi sono sempre operative, notte e giorno, in porto come in navigazione. Tre ufficiali e tre marinai, con turni di quattro ore per guardia coprono le 24 ore della giornata.

 

Uccelli ed avvistamenti di cetacei annunciano la vicinanza della costa californiana. Le regole per la protezione dell'ambiente sono tante e molto restrittive. A 200 miglia dalla costa entriamo nell' ECA (Emission Controlled Area) e quindi ci tocca cambiare il tipo di carburante, che dev'essere a bassa emissione di zolfo, conforme alle regole dello Stato della California. A 40 miglia da Punta San Firmino, promontorio a Nord di Los Angeles, procediamo con velocità a meno di 10 Nodi, aderendo al Green Program (Volontario) per la protezione delle Balene, numerose in quest'area, dal rischio di collisione con le navi.

 

A Los Angeles arriviamo all'alba di sabato 22 ottobre, sfiancati dalle nove ore di fuso orario cambiate e dall'interminabile rollio, che ci ha accompagnati per (quasi) tutta la durata del viaggio. Ma, come si dice, i marinai quando arrivano nel porto dimenticano facilmente le disavventure passate in mare.

 

Appena ormeggiati alla banchina numero 401 del porto di Los Angeles, riceviamo l'ispezione fitosanitaria, eseguita dagli uomini del Ministero dell'Agricoltura Statunitense, che, non avendo riscontrato anomalie, ci rilasciano il certificato di "Libera pratica sanitaria". A seguire, l'ispezione CBP (Custom Border Protection), la polizia di frontiera, che effettua il controllo dei passaporti, confrontandoli con ogni singolo possessore. La CBP, attraverso lo schedario del computer, controlla se tra l'equipaggio vi siano persone indesiderate negli States; in pratica il computer ha sostituito quello che un tempo si chiamava il "Black Book", il Libro Nero degli indesiderati negli Stati Uniti, cui veniva interdetto l'accesso sul suolo Americano. Con la CBP organizziamo anche le modalità di sbarco per otto dei nostri uomini. Il cambio del personale di bordo è pressoché continuo e dipende dalla durata del contratto di arruolamento di ogni singolo marittimo. Maturato il periodo di servizio minimo, previsto dal contratto, i marittimi fanno richiesta di sbarco al Comandante della nave, il quale provvede ad inoltrarle al capo dell'Ufficio del personale, che provvede alla relativa sostituzione. In genere, imbarcanti e sbarcanti rimangono una giornata insieme per il passaggio di consegne. Dopodiché, gli sbarcanti lasciano la nave per raggiungere le loro famiglie. Dall'Italia ne sono arrivati tre, due dal Montenegro ed i restanti dalla Samoa, Indonesia e Croazia. Potrebbe capitare di non incontrare mai più una persona con la quale hai condiviso parte della propria vita su di una nave. Anche questo fa parte del nostro lavoro.

 

Lunedi 24 ottobre riceviamo l'Ispezione della USCG - United States Coast Guard - (Guardia Costiera Americana), corpo tradizionalmente rigido e scrupoloso nel controllare lo stato delle navi, la struttura, i certificati di idoneità, le condizioni della sala macchine, del ponte di comando, degli strumenti nautici, l'igiene, i mezzi e le dotazioni di salvataggio, i mezzi e le dotazioni antincendio, nonché la preparazione dell'equipaggio. Insomma un vero e proprio esame di maturità che abbiamo brillantemente superato con lode, ossia i complimenti ricevuti dagli Ufficiali della USCG. Foto ricordo prima del commiato.

 

La MSC DITTE, lunga 398.40 Metri, larghezza 59, alta dalla chiglia 75 metri, 194308 Tonnellate di stazza lorda, capace di trasportare fino 19224 Teus, era la più grande nave in sosta nel porto di Los Angeles. Questo ci rendeva particolarmente orgogliosi. Per questo motivo, nella settimana di sosta, abbiamo ricevuto le visite di molti visitatori, che abbiamo accolto sempre con gioia e grande senso di ospitalità.

Essendo io di origine amalfitana, inevitabilmente finivo col parlare delle bellezze della Costa d'Amalfi, molto popolare in California. Un visitatore, con mia grande sorpresa, mi ha mostrato orgoglioso una foto della sua "Luna di Miele", trascorsa a Positano, rimanendone entusiasta. Ho parlato loro della grande storia che ha avuto la Repubblica di Amalfi, di Flavio Gioia e della scoperta della Bussola Magnetica, che avevo a portata di mano, delle Tavole Amalfitane, primo codice della navigazione adottato nel Mediterraneo, del Primato della fabbricazione della Carta, dello stemma di Amalfi, Croce Bianca su campo Azzurro, che appare sulla Bandiera Navale e Mercantile italiana. Finivo sempre dicendo "Amalfi è tutto questo... e molto altro", destando in loro ammirazione e stupore.

 

Giorno 26 ottobre è toccato al rifornimento di carburante, circa quattro milioni di litri e all'imbarco di derrate alimentari.

Quindi, il 27 ottobre, all'alba, ci siamo spostati nel vicinissimo porto di Long Beach, per completare le operazioni di carico.

 

Questa mattina, 29 ottobre, completate le operazioni di carico, abbiamo approntato la nave per la navigazione oceanica. Poi, furtivamente, scivolando tra le ombre appena accennate dalle prime luci dell'alba, mentre il sole annunciava, con il sorgere, il nuovo giorno, la Nave, superata la barriera frangiflutti del porto, si è diretta nel blu oceanico, verso ponente, dove, ad oltre diecimila chilometri di distanza si trova il porto di Yokohama, sito nella baia di Tokio.

 

Questa sera, metteremo anche noi un'ora indietro. Ne dovremo spostare otto fino all'arrivo in Giappone e spostare la data di un giorno in avanti, al passaggio dell'antimeridiano di Greenwich.

Di certo, la nostra vita non è mai monotona.

 

*Capitano Superiore di Lungo Corso

Fonte: Il Vescovado

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