Tu sei qui: SportAustralian Open. Era ora!
Inserito da (Manuela Nastri), lunedì 29 gennaio 2024 17:22:11
di Manuela Nastri
Accadde il 28 gennaio del '24. Era domenica. Tutta l'Italia era già in piedi di buon mattino. Qualcuno, si dice, non si era neanche coricato la sera prima. Del resto, da due settimane si dormiva poco, pochissimo. La sveglia suonava ogni notte, a volte alle due altre alle quattro. E sembrava di essere a una parata di zombie quando, assonnati, si andava a lavorare. Tutti questi sacrifici avevano però una valida ragione, si stavano disputando gli Australian Open, il primo dei quattro slam della stagione tennistica, una delle più importanti competizioni di questo sport, insieme al Roland Garros, Wimbledon e gli US Open. Un trofeo ambito ma difficilissimo da vincere, soprattutto in quegli anni. Il tennis, infatti, stava vivendo da un ventennio l'egemonia dei fab 4, quattro tennisti, uno svizzero, uno spagnolo, un serbo e uno scozzese, che vincevano tutto lasciando poche briciole agli avversari. Si diceva addirittura che i quattro venissero da un altro pianeta, che fossero alieni provenienti da un'altra galassia dove si giocava a tennis per poter respirare. Nessuno riuscì mai ad accertare questa diceria. Da tempo, però, si parlava di un cambio generazionale, che pareva non arrivare mai, perché i fab 4 continuavano a gareggiare e anche superati i 30 anni portavano a casa i trofei più importanti.
Si stava facendo strada intanto nel circuito un ragazzetto mingherlino e con tanti capelli rossi che proveniva dall'Alto Adige. E in pochi anni aveva raggiunto ottimi piazzamenti in classifica. Da subito, il Paese si schierò, c'era chi lo considerava un fenomeno e chi, invece, non lo riteneva all'altezza di competere per grandi trofei: troppo esile, troppo cagionevole, troppo lentigginoso.
In effetti in passato aveva subito alcuni infortuni che avevano frenato la sua corsa ai vertici del ranking. Ma nei mesi precedenti al fattaccio il ragazzetto aveva ottenuto risultati eccellenti: aveva vinto il Master 1000 del Canada, poi i tornei di Pechino e di Vienna, si era spinto addirittura in finale alle Atp Finals, la competizione tra i migliori 8 dell'anno, e soprattutto aveva contribuito alla vittoria della tanto agognata Coppa Davis che l'Italia aspettava da oltre 40 anni.
Alla fine del '23 era ormai numero 4 del ranking, diventando il miglior tennista italiano di sempre. Meglio di lui in classifica c'erano solo: un russo col quale aveva perso tante volte; un giovane spagnolo che tutti continuavano a paragonare a lui: "è più talentuoso; ha vinto già due slam, è muscoloso..."; e soprattutto il "fab" serbo di 36 anni che aveva vinto ben 24 slam e che era considerato da tanti una divinità per questo sport.
Eppure il ragazzetto coi capelli rossi non dava conto a queste critiche, sapendo che i risultati sul campo sarebbero stati l'unico modo per mettere a tacere le chiacchiere. Infatti, entro la fine dell'anno, era riuscito finalmente a vincere contro il russo ben 3 volte di fila, aveva battuto il giovane spagnolo per la quarta volta su 7 sfide dirette, ma soprattutto aveva sconfitto il serbo 2 volte nell'arco di pochi giorni. Nessuno era mai riuscito a vincere contro il serbo annullando 3 match point. Il ragazzetto, ci era riuscito. Nessuno aveva mai sconfitto il serbo in singolare e in doppio nello stesso giorno. Il ragazzetto ci era riuscito.
All'improvviso tutta l'Italia scoprì il tennis. I bambini vollero prendere lezione di questo sport, gli anziani pure. In onore al colore dei suoi capelli, l'Italia si tinse di arancione, che aveva occasionalmente sostituito l'azzurro nazionale. Qualcuno aveva addirittura iniziato a vestirsi da carota e la richiesta di quest'ortaggio al mercato triplicò in un attimo. A Natale, fu addirittura creata una nuova statuina coi capelli rossi e la racchetta in mano da sistemare nel presepe. Chi fino a un attimo prima aveva dubitato delle sue qualità dovette tacere.
Presto si iniziò a pensare che questo ragazzetto ossuto e lentigginoso potesse essere l'eletto, colui che si stava aspettando da decenni in grado di portare in Patria un trofeo del Grande Slam, il più ambito di tutti i tornei tennistici.
E così arrivò quel gennaio del '24 e lo slam di Melbourne. Il sorteggio aveva messo il ragazzetto nello stesso lato del tabellone del serbo ed eventualmente si sarebbero dovuti incontrare in semifinale.
Il primi avversari che egli affrontò furono due olandesi in un'atmosfera abbastanza bizzarra perché il pubblico era vestito di arancione e non si capiva più chi tifasse per l'Italiano e chi per gli avversari. Il ragazzetto li liquidò facilmente entrambi in tre set.
Al terzo turno trovò un argentino al quale lasciò solo 3 game. Poi giocò contro due russi riuscendo ancora a vincere in tre set, recuperando ai quarti di finale uno svantaggio di 5-1 in un tie break.
Arrivò così la semifinale, che come da pronostico fu contro l'imbattibile serbo che aveva vinto quel torneo 10 volte ed era campione uscente. Nessuno lo aveva mai sconfitto in semifinale agli Australian Open senza tra l'altro concedere neanche una palla break. Il ragazzetto ci riuscì, mettendo fine a un dominio che durava da 2195 giorni.
Così, raggiunse la sua prima finale slam dove dovette affrontare per la decima volta quel russo che per tanto tempo era stato il suo tallone d'Achille. L'inizio del match infatti fu tutto a favore del russo che per due set aveva dominato la partita mettendo in difficoltà il ragazzetto, lasciandogli poche possibilità di governare il gioco.
Una partita però non è finita finché non si è giocato l'ultimo punto. Fino a quel momento tutto può ancora succedere e l'inerzia del gioco può cambiare.
Nel terzo set qualcosa infatti successe, la stanchezza iniziò a farsi sentire, le dinamiche interne mutarono e la situazione si stravolse. Il ragazzetto coi capelli rossi incominciò a imporre il proprio gioco, a gestire meglio gli scambi e la palla sembrò all'improvviso guidata dal suo pensiero. Ciò che appariva impossibile fino a una mezz'ora prima stava diventando realtà, punto dopo punto, era riuscito a vincere il terzo set rimettendo in gioco il risultato di una partita che sembrava finita. Per poter portare a casa il risultato però bisognava aggiudicarsi 3 set su 5.
Il tennis è uno sport strano, vince chi ha la forza mentale più solida, chi ha il fisico meno stanco, chi ha la strategia migliore. E il ragazzetto aveva una capacità straordinaria di rimanere concentrato sul singolo punto, aveva un fisico meno stanco del suo avversario. Così, seppe cambiare la sua strategia di gioco in corso d'opera in modo da mettere in difficoltà il russo e riuscì a guadagnare anche il quarto set.
Al quinto, ormai si partiva in parità e tutto poteva succedere ancora. Il russo, proprio due anni prima, in quella stessa arena aveva perso una finale epica contro un avversario eccezionale che aveva rimontato da due set sotto e sembrava paradossale che si ripresentasse una situazione simile se non identica. Il ragazzetto aveva grinta e voleva raggiungere il suo traguardo, quello che aveva sognato fin da bambino e che una nazione intera stava aspettando. Al sesto game, break fu. Stava vincendo 4-2, doveva solo rimanere concentrato e giocare altri 3 game, due dei quali al servizio. Se avesse mantenuto la calma senza perdere il turno di battuta sarebbe stata fatta. E nessuno in campo sapeva mantenere la calma come lui.
Così andò, dopo quasi 4 ore di gioco, quando ormai in Italia si era fatta ora di andare a pranzo e a Melbourne di andare a dormire, quel ragazzetto coi capelli rossi poté sollevare l'ambito trofeo, diventando il terzo tennista italiano nella storia a vincere un torneo maschile del Grande Slam. Un boato esplose in tutta Italia, un grido di felicità che non si sentiva dagli Europei di calcio di qualche anno prima. La storia non sarebbe mai più stata la stessa.
E da quel giorno tutti ritornarono a dormire felici e contenti.
Fonte: Booble
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