di Antonio Schiavo

DIMARO (TN) - La chiamano val di Sole. Ma quando mai!

Di sole nemmeno l'ombra mentre arrivo a Dimaro con mezz'ora di ritardo sulla tabella di marcia fissata da Mario.

Colpa del solito tratto Calenzano- Barberino pieno di macchine come un uovo plurigemellare.

L'allenamento è cominciato da un po': mai vista tanta gente eppure sono anni che faccio questo pellegrinaggio laico in Trentino per il ritiro del Napoli.

Si stenta anche ad entrare sulle tribune del bel campo di Carciato: uomini, donne, anziani, bambini in passeggino, neonati (sì neonati di pochi giorni), rigorosamente vestiti di azzurro. Fortunatamente gli spalti sono coperti ma non c'entra più nemmeno uno spillo. Provo con la tribunetta laterale appena costruita; esaurita anch'essa benchè esposta all'uragano. Piove moltissimo, quindi torno indietro.

Cerco di individuare un po' di spazio, dal boato immagino solo che c'è stato un gol nella partitella a campo ridotto. Data la mia statura devo solo accontentarmi del racconto-cronaca di chi mi sta avanti perché non vedo una mazza. Mi dicono che Callejon ha segnato con un tiro a volo, che Insigne ha fatto secchi due difensori, che Verdi (il figliuol prodigo) sta facendo palestra.

Un bambino con la nuova maglia Kombat (quella con la pantera stilizzata per intenderci) quasi mi rovescia addosso l'ennesima coca cola che la mamma, quasi un quintale in tuta azzurra aderente, gli ha comprato perché non la disturbi mentre si fa un selfie con lo sfondo del campo e del campanile della chiesa della Madonna della Pace e San Lorenzo.

Un nuovo scroscio d'acqua...approfitto del disorientamento degli spettatori delle prime file per infiltrarmi fino alla balconata con telecamera, macchina fotografica e telefonini.

Scatto più di duecento fotografie, anche con zoom digitale e teleobiettivo per tentare di riconoscere i nostri eroi, soprattutto i nuovi ( Ruiz, Vinicus, Inglese) . Un ragazzo con gli occhiali che ha già speso gli 80 euro per la nuova maglia (domani De Laurentis le firmerà, ma solo quelle conquistate a fatica allo store) mi indica un puntino lontano: è mister Ancelotti o, per lo meno, sembra lui.

All'improvviso si sparge la voce che Cavani ha rifirmato per il Napoli; gli spalti sono in delirio. Un signore senza più un filo di voce arringa la folla "Chi non salta juventino è...". Qualche riferimento al mestiere delle donne della famiglia Higuain e poi il coro dei fedeli: "Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione".

L'allenamento è finito, ho quasi raggiunto, scavalcando un cane con una sciarpa dal colore del mare e del cielo, una postazione privilegiata per filmare i nostri beniamini che " si degnano" di un saluto appena abbozzato, tranne Insigne che si dimostra più espansivo.

Ma a noi basta a avanza... fino a domani.

In questo momento irripetibile mi viene spontaneo evocare mentalmente la massima del grande filosofo contemporaneo Rossi Vasco: "Io sono ancora qua...e già".