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Positano, naufragio, Salemi, Valsavoia, seconda guerra mondiale

L’affondamento dei piroscafi “Valsavoia” e “Salemi” e il coraggio dei pescatori di Positano

Era il 2 febbraio 1943. Nonostante l’attacco del Safari fosse ancora in corso, i positanesi soccorsero i naufraghi dei piroscafi silurati

Inserito da (Maria Abate), giovedì 12 settembre 2019 12:35:11

La dipartita di Pietro Pane, a 91 anni, ci fa tornare in mente i relitti del Valsavoia e del Salemi, entrambi silurati e cannoneggiati dal sottomarino inglese Safari davanti alla splendida Positano. Egli, infatti, appena 15enne, fu tra coloro che, nel 2 febbraio 1943, prestarono soccorso ai superstiti.

Oggi i due relitti giacciono a 105 metri di profondità, ma nel 1943, i due piroscafi navigavano accodati verso Messina, provenienti da Napoli carichi di paglia, cereali, cemento e documenti segreti. Giunti nei pressi del piccolo arcipelago de Li Galli, il capitano Benjamin Bryant, al comando del sommergibile inglese Safari, nascosto nove o dieci miglia ad est di Capri, lanciò tre siluri, da circa 915 metri di distanza, tutti contro il Valsavoia. Subito dopo, il sommergibile britannico scese in profondità. Dei tre siluri, due colpirono il Valsavoia, che iniziò subito ad sbandare su un fianco, mentre il Salemi riuscì ad evitare il terzo con una pronta accostata a sinistra; ma, proseguendo nella sua corsa, l'arma colpì e distrusse due faraglioni, ad ovest della spiaggia di Fornillo), chiamati dagli abitanti del luogo "Madre e Figlio".

Mentre il Valsavoia cominciava ad affondare, il Salemi invertì la rotta per tornare a Napoli. Così, il sommergibile riemerse ed aprì il fuoco col suo cannone da 76 mm contro il Salemi: 26 colpi nell'arco di quattro minuti, finché l'arrivo sul posto di un aereo lo indusse ad immergersi. Nel tentativo di non affondare, il piroscafo cercò di andare ad incagliarsi in costa, ma l'ennesima cannonata lo colpì in plancia, rendendolo ingovernabile. Alle 14.50, il Salemi si capovolse e affondò.

Persero la vita sette uomini dell'equipaggio del Salemi e uno del Valsavoia, tra i quali il comandante del Salemi Giuseppe Giovanni Volpe. I naufraghi delle due navi vennero subito soccorsi - nonostante l'attacco fosse ancora in corso - dai pescatori del vicino paese di Positano, quindi accolti e rifocillati dalla popolazione del paese, accorsa in massa sulla Marina Grande.

Nel 2009, sessantasei anni dopo l'affondamento delle due navi, i soccorritori ancora in vita - tra cui Luigi Parlato, Luigi Marrone, Francesco Esposito e Pietro Pane - sono stati premiati con una targa al merito per il salvataggio dei superstiti di Salemi e Valsavoia.

 

Foto: Diego Esposito

Fonte: Positano Notizie

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