Tu sei qui: TecnologiaAddio Kim Ki-duk, grande regista coreano
Inserito da (admin), venerdì 11 dicembre 2020 17:35:32
Il regista coreano Kim Ki-duk è morto oggi, stroncato dal Covid 19. Avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 20 dicembre. Si trovava a Riga, in Lettonia, dove aveva intenzione di acquistare una casa. Kim Ki-Duk è stato per un'intera generazione di critici cinematografici un punto di riferimento. Ha vinto premi a Berlino, Venezia e Cannes e ha segnato una svolta nel cinema orientale facendo strada a livello internazionale alla cinematografia coreana che per decenni è stata il fiore all'occhiello delle rassegne del settore. Per anni è bastata la presenza di una pellicola Kim Ki-duk in tabellone per assicurare il successo di un'edizione di un festival. Nel 2008, durante le riprese di Dream, un'attrice rischiò di morire mentre stava girando la scena di un'impiccagione. Quest'evento drammatico segnò particolarmente il regista. Nel documentario Arirang del 2011, raccontò in prima persona l'angoscia che gli procurò quell'incidente. Dal punto di vista stilistico, il cinema di Kim Ki-Duk si è caratterizzato per una struttura narrativa molto semplice, circolare, spesso concentrata su due personaggi che vivono in simbiosi, si fanno forza a vicenda, si invertono i ruoli di continuo, si spiano, si pedinano e si scambiano manie e ossessioni che ripetono per tutta la durata del film. Il dialogo è ridotto all'osso, sostituito da gesti, sguardi e reiterazione delle azioni di personaggi tratteggiati delicatamente come dei disegni di Egon Schiele. Location fondamentale del suo cinema è la casa, simbolo di libertà o di prigionia. Può essere in affitto (L'Isola), chiusa (Bad Guy), religiosa (Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera), militare (The Coast Guard), galleggiante (L'arco), vuota (Ferro 3). Ci mancheranno tutti quei film che non realizzerà più, ci mancherà sapere che il suo nome non sarà più in concorso a Cannes o Venezia, ci mancheranno quei personaggi silenziosi, le isole galleggianti, le case vuote, le case chiuse, i disegni di Schiele. Ed è così difficile oggi dire addio a tutto ciò e così triste fare a meno di tanto talento. Manuela Nastri Fonte foto: https://cinefatti.com/2011/12/16/arirang/
Fonte: Booble
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