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Inserito da L'inviato Alex Giordano (admin), giovedì 16 giugno 2005 00:00:00
Iniziamo subito a provocarli, facendo il verso al titolo del loro album del 1991 chiedendo se è vero che i De la Soul sono morti.
"Certo - risponde sicuro Posdnous - i De La Soul sono morti più volte. L'errore nella nostra cultura contemporanea è quella di dare sempre un'accezione negativa alla parola morte. Non è possibile rinascere senza prima morire. I DLS sono morti e rinati più volte, con rinnovata passione e sempre con nuovi stimoli musicali. Credo che oggi la band sia ad un livello più alto rispetto ai suoi esordi e questo è dovuto anche a molte delle collaborazioni che spesso abbiamo con altri musicisti".
Ti riferisci alla collaborazione con i GORRILLAZ?
"Anche, con loro siamo amici e già questo crea una dimensione diversa in studio. In più abbiamo lo stesso modo di lavorare molto spontaneo, basato sull'improvvisazione, sull'istintuo e sulle sperimentazioni. Niente regole insomma, si inizia a suonare e..."
Quindi siete soddisfatti dalla scena Hip Hop americana?
"Bè non direi, c'è molto fermento ma i gruppi mainstream sono sempre gli stessi e non danno spazio alle proposte di altri rapper che propongono tematiche diverse da quelle solite. E' vero che l'Hip Hop è nato negli Stati Uniti ma ci sembra più interessante la scena nel resto del mondo dove il sound classico si unisce ai gusti ed alle istanze locali. La contaminazione crea la novità e l'Hip Hop è un linguaggio che può arrivare a tutti dappertutto".
Credi che sia per questo motivo che gia da un po' l'hip hop sia usato come base musicale per molti servizi giornalisti che parlano dell'ONU o, comunque, di tematiche sociali legate ai problemi del razzismo, dell'aids o dell'immigrazione?
"Sicuramente l'hip hop è un linguaggio universale e per niente istituzionale che può essere usato a livello internazionale proprio perché diretto, senza fronzoli o giri di parole. Ma credo che il suo valore fondamentale stia nel fatto che è un linguaggio che parli direttamente all'anima delle persone, a prescindere che queste siano povere, disadattate o di colore".
Credete nella responsabilità sociale dell'artista?
"No, crediamo nella responsabilità sociale dell'uomo. Del resto un artista non fa che esprimere valori evocativi della sua crescita personale e spirituale. E' quello che sei che determina il tuo linguaggio artistico e, di conseguenza, la tua comunicazione valoriale verso il pubblico, non quello che dici direttamente in termini di discorsi politici e sociali".
Vi vedo un po' tesi come alla vigilia di una partita importante giocata fuori casa: Dite la verità ve la fate sotto per il concerto di domani?
"Ma che dici non è vero! Anzi per domani non abbiamo nulla di preparato, giuro! Abbiamo solo con noi il bagaglio di oltre quindici anni di musica. Come sempre ci impegneremo a stabilire un feeling con il pubblico in modo da ascoltare la loro energia per comporre insieme la scaletta. Lo dicevi prima tu con questa storia del ninjamarketing che anche le aziende devono fare questo per la loro pubblicità, come vedi è solo una questione di rispetto e flessibilità".
In Conclusione siete contenti di essere qui al Sonar, oltre a fare le star pensate di partecipare a qualche concerto?
"Che stronzo! Se facessimo le star credi che daremmo confidenza ad un tipo come te!?!? Scherzi a parte credo che sentiremo i Solo Los Solo, il gruppo hip hop, più popolare in Spagna. Anche da loro, come da molti altri avremmo certamente ancora qualcosa da imparare".
Piego a libretto la risposta, ci salutiamo ed ora più che mai aspetto di vedere il concerto dei De La Soul domani al Sonar!
Fonte: Il Portico
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