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Maiori: due importanti iniziative per valorizzare e proteggere il patrimonio agrumicolo della Costa d'Amalfi [FOTO]

Martedì 30 luglio, la città di Maiori è stata teatro di eventi significativi dedicati alla promozione e alla salvaguardia del patrimonio agrumicolo della Costa d'Amalfi, con il reimpianto del "Limoneto del Marchese Mezzacapo" e un incontro divulgativo sulla lotta al "mal secco".

Inserito da (Admin), mercoledì 31 luglio 2024 17:21:11

di MP -

Nel pomeriggio di ieri, martedì 30 luglio, la città di Maiori ha ospitato due importanti iniziative volte a valorizzare e proteggere il patrimonio agrumicolo della Costa d'Amalfi. Alle ore 17.30, alle spalle dell'Asilo Nido Comunale, si è tenuta l'inaugurazione del "Limoneto del Marchese Mezzacapo" e dell'Orto Botanico, destinati ai più piccoli. Questo evento, fortemente voluto dal Sindaco di Maiori, Antonio Capone, e dal Presidente del Consorzio di Tutela "Limone Costa d'Amalfi IGP", Angelo Amato, ha visto il reimpianto dell'antico limoneto e la creazione di un orto botanico pensato per tramandare ai bambini le specie autoctone del Limone Costa d'Amalfi IGP e degli ortaggi tipici dell'intera costa. Il taglio del nastro è stato effettuato dall'assessore Chiara Gambardella, in rappresentanza dell'amministrazione comunale, insieme al Sottosegretario di Stato all'Agricoltura, Luigi D'Eramo.

A seguire, nei Giardini di Palazzo Mezzacapo, si è tenuto un importante incontro divulgativo per dettare le linee guida comuni per il trattamento del "mal secco", una patologia fungina che sta causando gravi danni alle coltivazioni di limoni. Il dibattito, moderato dal direttore del Consorzio di Tutela "Limone Costa d'Amalfi IGP", Chiara Gambardella, ha visto la partecipazione dei sindaci della Costa d'Amalfi, tra cui Fortunato Della Monica (Cetara), Andrea Reale (Minori), Michele Siravo (Atrani), Paolo Vuilleumier (Ravello), Domenico Amatruda (Tramonti) e Ivana Bottone (Scala).

L'on. Aurelio Tommasetti, intervenuto al dibattito, ha sottolineato l'importanza di un'azione congiunta di tutte le istituzioni, lodando l'iniziativa e la risposta tempestiva di tutte le parti coinvolte. Angelo Amato, Presidente del Consorzio di Tutela "Limone Costa d'Amalfi IGP", ha lanciato l'allarme sulla rapida propagazione del fungo, sollecitando un tavolo di concertazione a livello regionale e nazionale. «Abbiamo già visto 40 ettari di limoneti colpiti su un totale di 250. Le aree maggiormente affette sono quelle tra Pucara di Tramonti e Maiori, tra Maiori e Minori in località Torre e nei pressi di Conca dei Marini. La risposta delle istituzioni è stata rapida e fattiva, indipendentemente dalle posizioni politiche. Stiamo testando alcune strategie e prodotti su 6 aziende locali colpite dal mal secco per verificarne l'efficacia».

Carlo De Riso, presidente della OP Costieragrumi, ha rimarcato la necessità di sburocratizzazione per facilitare la messa in sicurezza o il ripristino delle macere, cruciali per il drenaggio delle acque piovane. «La sburocratizzazione è essenziale e urgente per facilitare la messa in sicurezza o il ripristino delle macere che, come ben sappiamo, svolgono un ruolo cruciale: non sono soltanto i muri di contenimento dei nostri terrazzamenti ma svolgono il silenzioso quanto prezioso compito di drenare le acque piovane in modo che defluiscano in maniera ordinata, svolgendo un ruolo cruciale in un territorio come il nostro in cui le principali arterie stradali sono fiancheggiate per lo più da macere. L'abbandono dei terrazzamenti porterà in breve alla paralisi di un intero territorio».

Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Salerno, ha puntualizzato come il problema del mal secco richieda una risposta straordinaria. «Il mal secco richiede una risposta che non può essere ordinaria, per tutte le particolarità intrinseche sia alla coltivazione del limone (minacciata non solo dal mal secco ma anche dall'aumento incontrollato della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali) che al territorio stesso. - ha esordito - Fra le pratiche principali da eseguire nel limoneto c'è sicuramente quella dell'impianto frangivento che, fra le altre cose, evita la dispersione del fungo alle piante contigue. Ci sono alcune lavorazioni di uso comune che devono essere ridotte al minimo. A cominciare dalle lavorazioni del suolo, utili per limitare i danni all'apparato radicale. La potatura deve avvenire a temperature superiori ai 25° e con strumenti sanificati. Facendo seguire a questa fase quella della disinfettazione con prodotti fitosanitari a base di rame. Sulle piante malate occorre tagliare le porzioni legnose fino a 20 cm sotto i sintomi evidenti, applicando applicazioni specifiche di prodotti fitosanitari per la copertura dei tagli. È di fondamentale importanza l'asportazione completa e attenta di tutto il materiale vegetale al fine di ridurre la sorgente d'inoculo del patogeno. La gestione dei residui risulta un punto molto importante per ridurre la dispersione dell'inoculo del patogeno. Nei periodi in cui la bruciatura non è consentita, si consiglia di trasportare i residui di potatura prodotti in un luogo compatibilmente lontano dal limoneto, depositati su di un telo di materiale plastico e coperti con accuratezza con un film plastico trasparente (meglio se con elevate proprietà termiche), in attesa di poter effettuare la bruciatura dei residui».

Angela Pisacane, presidente di Copagri Salerno, e Giuseppe Capriolo, dirigente di CREA Campania, hanno fornito ulteriori contributi al dibattito. L'assessore regionale Nicola Caputo ha assicurato che la Regione Campania e l'Assessorato all'Agricoltura sono attivi con l'Ufficio Fitosanitario regionale per valutare le azioni più opportune. «Abbiamo convocato tutti i soggetti coinvolti e prodotto linee guida per i produttori. Assicureremo tutto il supporto tecnico necessario nonché la corretta informazione sullo stato della diffusione dell'agente patogeno al fine di salvaguardare un patrimonio agroalimentare e culturale come quello del Limone Costa d'Amalfi».

Il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Luigi D'Eramo, ha concluso l'incontro con una dichiarazione incisiva: «L'argomento di questo dibattito è di vitale importanza. - ha esordito -. Per la Costiera Amalfitana il limone non è solo un frutto; è la sintesi perfetta tra storia e tradizione, un elemento che ha plasmato l'intero territorio, scrivendo una delle pagine più belle dell'agricoltura italiana. Ho apprezzato molto la capacità di fare squadra di un territorio unico al mondo, una comunità che sa essere unita in nome della difesa dei suoi prodotti agroalimentari d'eccellenza».
D'Eramo ha evidenziato che il problema del mal secco non riguarda solo la produzione del limone, ma potrebbe avere implicazioni ben più ampie. «Questo fungo non minaccia solo la produzione del limone; rischia di compromettere l'intera economia locale, l'occupazione e la capacità di trasformare questo prodotto. Inoltre, ha un impatto significativo sul paesaggio unico della Costiera Amalfitana, noto per i suoi caratteristici terrazzamenti. Abbiamo di fronte un problema complesso che colpisce molteplici aspetti della realtà agricola e paesaggistica».
Il sottosegretario ha poi parlato delle possibili misure di supporto, dalla gestione immediata della situazione attuale al potenziamento della ricerca per sviluppare piante sempre più resistenti alle fitopatie.
D'Eramo ha infine sottolineato l'importanza di considerare le specificità del territorio nelle misure legislative: «Ogni intervento legislativo deve tener conto della tipicità e della peculiarità del territorio, è necessario tutelare un prodotto di qualità come il Limone Costa d'Amalfi IGP» ha concluso, incoraggiando una sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte per affrontare efficacemente questa sfida.

Fonte: Il Vescovado

Galleria Fotografica

<br />&copy; Massimiliano D'Uva © Massimiliano D'Uva
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