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LA XXXI RASSEGNA DEI BARBUTI

Peppe Lanzetta, Odissea tragicomica nelle periferie napoletane

al via lunedì 8 agosto 2016

Inserito da (admin), sabato 6 agosto 2016 18:14:34

Lunedì 8 agosto, alle ore 21.15 in largo S. Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, prende il via la XXXI edizione del "Barbuti Festival", la rassegna estiva di teatro fondata da Peppe Natella. Si comincia con una anteprima internazionale, uno spettacolo co-prodotto da Scena Teatro e Bottega San Lazzaro. A calcare le scene con www.peppelanzetta.it, sarà appunto Peppe Lanzetta, che dopo Salerno porterà lo spettacolo in giro per i festival dell'Europa. La regia è di Pasquale De Cristofaro. Aiuto regia Rosanna Di Palma. Con Lanzetta in scena anche Antonello De Rosa, Romolo Bianco e Rosalba di Girolamo (ingresso 10 euro).

 

"Il mondo marginale di Lanzetta è lontano mille miglia da eventuali approcci intellettualistici - scrive Pasquale De Cristofaro nelle note di regia - Il suo, è piuttosto debitore alla vita vera, alla vita dolorosa di ogni giorno. I suoi personaggi sono di carne e sangue. Il suo linguaggio è aspro e duro come cocci aguzzi di bottiglia che graffiano e fanno male, ma anche lirico e dolente pieno di una poesia insospettabile. La sua città, ilaro-tragica, è una Napoli di voci veraci, vivianee, di un bronx senza redenzione ma col cuore appassionato". Intorno tutto è finto, un mondo immerso in una gigantesca bolla pubblicitaria dove ci si dimentica di frequente e troppo spesso che c'è anche da fare i conti con "la morte".

Di vero, c'è solo la dolorosa esperienza di ragazzi e ragazze cresciuti in strada tra i rifiuti, piste di cocaina e malaffare. Il suo sguardo è una prospettiva bassa con squarci radenti e affilati come insidiosi rasoi. Nonostante questa predilezione per il reale, la sua scrittura sa raggiungere toni e climi da realismo magico. Nei suoi testi non è raro incontrare personaggi mitici che vanno a braccetto con poveri disperati ricchi solo di sogni o voglia di fuggire. Realtà e immaginario volentieri si confondono creando torsioni e vertigini come nella Ortese o il cupo Compagnone. La forza del suo teatro è questa. L'obiettivo è perennemente a fuoco sui marciapiedi delle periferie metropolitane, dove non c'è traccia del colore tipico di un'inopportuna napoletanità, ma dove sono presenti solo grida appestate di una disperazione che non si può neanche più post-datare. Lo spettacolo si svolge a Napoli in un prossimo futuro, la data non è importante viste le condizioni di degrado in cui versa la città da un po' di tempo a questa parte. Essa è stata appena sconvolta da un'eruzione vulcanica che ha raso al suolo ogni cosa.

Napoli di colpo è sparita. Pochissimi sono stati i superstiti. All'ombra di un Vesuvio ormai spento e a riposo, una sdraio con uno strano personaggio che ascolta una radiolina d'altri tempi in un clima da "day after". Tra vecchie canzoni ogni tanto la voce di un notiziario. Tutto è finito. Non è rimasto che lo "sterminator Vesevo" ed una sdraio. Allo scrittore non resta che un appassionato ricordo. Riattraversa la sua città, con le sue strade, le sue chiese, i tanti personaggi che ha conosciuto. Pian piano, ecco che come per uno strano effetto visionario appaiano, come partoriti dal Vesuvio stesso, uno scugnizzo che pian piano diventerà un bellissimo trans-sessuale, un'impiegata che si chiama Maria che per arrotondare fa la puttana a cottimo e un musicista strambo che confonde melodia classica con il genere neo-melodico ed è appassionato, tra l'altro, di vecchie sceneggiate di Mario Merola. Tutto intorno la musica e il cinema americano che hanno condizionato tutta la poetica di Lanzetta scrittore. Questo spettacolo, sulla scia di Viviani e Peppino Patroni Griffi, vuole essere un omaggio ai tanti che, pur vivendo in una "santa" ma dolorosa marginalità, sono portatori sani di un'autentica poesia. La collaborazione tra Lanzetta e De Cristofaro è stata già sperimentata con successo in passato: "Dopo aver messo su con Peppe Lanzetta due storici spettacoli, Malaluna (Premio Olimpici 2004, come migliore novità del teatro italiano e, Opera di periferia, ospite della prima edizione del Teatro-Festival di Napoli) - ricorda De Cristofaro - insieme abbiamo pensato questa nuova storia che crediamo possa riscuotere interesse presso la critica e il pubblico, oggi. Lanzetta è uno scrittore carnale e appassionato. Ha scritto tanti libri sulla città e le sue periferie diventando un punto di riferimento ineludibile per quanti si accingono a raccontarla. Il suo stile, ilaro-tragico e musicale, lo accomuna ai grandi drammaturghi che hanno reso grande la tradizione delle scene napoletane (penso soprattutto a quella linea espressionistica che va da Viviani a Patroni Griffi e De Simone)"

Fonte: Il Portico

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