Tu sei qui: Territorio e AmbienteSicurezza sulla strada: intervista all’ing. Giuseppe Mormile, il paradosso tra pubblico e privato
Inserito da (Admin), domenica 24 novembre 2024 20:07:53
In occasione del recente episodio avvenuto sulla SR ex SS 373, dove un autobus SITA carico di studenti ha rischiato di sfondare il parapetto a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia, è tornato al centro del dibattito il tema della sicurezza stradale in Costiera Amalfitana. Questo incidente, verificatosi il 19 novembre, ha riacceso il ricordo della tragedia dell'8 maggio 2023, quando Nicola Fusco perse la vita su quel tratto di strada.
Le polemiche tra istituzioni e forze politiche, unite alle denunce dei sindacati del trasporto pubblico, hanno messo in evidenza le carenze nella manutenzione e nella messa in sicurezza di un'arteria fondamentale per il territorio. A offrire una prospettiva tecnica e autorevole su questa problematica interviene l'ingegnere Giuseppe Mormile, consulente della Procura e professionista con oltre trent'anni di esperienza nel campo della sicurezza sul lavoro e nella gestione di incidenti legati a infrastrutture pubbliche e private.
Grazie alla sua lunga carriera e alla conoscenza approfondita della legislazione in materia, l'ing. Mormile ci aiuta a comprendere meglio ruoli ed eventuali responsabilità, i rischi e possibili soluzioni per limitare tragedie simili, garantendo maggiore rispetto per la vita umana. Lo abbiamo intervistato per approfondire il suo punto di vista su questa delicata questione.
D: Ingegnere, come valuta la situazione della SR ex SS 373 in termini di sicurezza?
R: La situazione è critica. Sono evidenti le condizioni in cui versa il manto stradale in quel tratto (e non solo), provate ad attraversarlo a piedi. Le caratteristiche del fondo stradale non rispondono certo ai requisiti minimi di sicurezza previsti dalla normativa vigente. È paradossale che, mentre agli imprenditori privati si richiede di rispettare standard tecnici e gestionali rigorosi per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, le istituzioni pubbliche possano ignorare le stesse regole senza conseguenze immediate.
D: Può approfondire questo "paradosso" a cui fa riferimento?
R: Certamente. La legge impone al datore di lavoro di garantire la sicurezza dei dipendenti e di chi frequenta il luogo di lavoro. Per esempio, i pavimenti devono essere antisdrucciolevoli e privi di pericoli evidenti come protuberanze, cavità o piani inclinati. Di fatto un lavoratore e/o un qualsiasi avventore non deve scivolare. Se l'imprenditore privato non rispetta queste norme, rischia sanzioni severe, fino all'arresto, ed è obbligato ad adeguare gli spazi in tempi definiti. Lo stesso principio si applica alle strade pubbliche: sono, a tutti gli effetti, luoghi di lavoro per gli autisti e spazi frequentati dai cittadini. Eppure, qui vediamo un immobilismo istituzionale che lascia spazio a rischi gravi.
D: Quali sono le conseguenze di questa mancata attenzione alla sicurezza stradale?
R: Le conseguenze sono sempre a carico di chi subisce l'infortunio, in primis l'infortunato stesso, ma anche la sua famiglia e i suoi cari. Questo è inaccettabile. La sicurezza dovrebbe essere una priorità per tutelare tutti, senza eccezioni. Oltre al dolore umano, ci sono costi sociali ed economici che si potrebbero evitare intervenendo preventivamente. Facendo una manutenzione programmatica (un "obbligo" normativo per i luoghi di lavoro).
D: Secondo lei, cosa manca per garantire una maggiore sicurezza su strade come la SR ex SS 373?
R: Manca una volontà concreta di applicare le norme già esistenti con la stessa severità che si riserva ai privati. Bisogna intervenire subito con lavori di rifacimento del manto stradale, dotandolo di caratteristiche antisdrucciolevoli e migliorando la segnaletica. . In alcuni punti per migliorare la visuale barerebbe intervenire con piccoli tratti di ringhiera al posto di muretti precari con altezze piuttosto ridotte. Questo non solo ridurrebbe il rischio di incidenti, ma aumenterebbe anche la fiducia di chi utilizza queste strade, sia per lavoro sia per necessità quotidiane, senza dimenticare l'afflusso turistico e il valore in termini anche di immagine.
D: Cosa si aspetta dalle istituzioni?
R: Mi aspetto maggiore responsabilità e rispetto per la sicurezza delle persone. Maggiori sistemi di controllo, soprattutto tecnologico. Adesso basta non è più il tempo delle parole, della filosofia, ma dei fatti. Le istituzioni devono agire immediatamente, senza rimandare ulteriormente interventi necessari, obbligatori ed urgenti. L'incolumità dei cittadini e dei lavoratori non può essere lasciata in balia delle condizioni meteorologiche o di una manutenzione insufficiente/inesistente.
D: Ha un messaggio per i cittadini o per i lavoratori che percorrono quotidianamente queste strade?
R: Sì, voglio dire loro, anzi noi, cisto che questa strada io la percorro quotidianamente, meritiamo rispetto e sicurezza. Non dobbiamo accettare che la nostra vita e quella delle persone a noi care sia messa a rischio per inerzia o burocrazia. È importante continuare a far sentire la propria voce, affinché chi ha il potere di intervenire comprenda l'urgenza e la gravità della situazione. Qualora fosse sordo lasci il posto a chi sente meglio.
Fonte: Il Vescovado
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