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Amalfi e i miasmi dal depuratore, l'ex pm Russo: «Succede alle opere inaugurate in fretta e trionfalmente dalla Politica»

"Alle 9.30 attraversiamo la piazza di Amalfi nel pienone del suo trionfo estivo. Già nella galleria dopo l'Hotel Cappuccini ci assale un tanfo orribile, che appesta l'aria come una fossa comune di carcasse putrefatte", racconta l'ex pm Russo

Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 1 agosto 2022 15:27:08

di Michelangelo Russo* (tratto da Le Cronache)

È la mattina del 26 luglio. Chi ci accompagna in questa gita è un ingegnere che va a Praiano per assistere, come consulente di parte, ad un accertamento tecnico disposto dalla Procura su un gabinetto (e solo anello!) di un ristorante, due water e un lavandino giudicati abusivi dal P.M., contro il parere del Tribunale del Riesame che li ha qualificati legittimi. Accetto il passaggio perché la mia meta è il depuratore di Amalfi che puzza orrendamente, come mi hanno segnalato amici amalfitani pregandomi di scrivere in merito.

Durante il viaggio da Salerno, richiedo una breve sosta ad Erchie, per osservare la spiaggia liberata nei giorni scorsi dallo stabilimento che, sarà stato non conforme a legge, ma non era brutto con le sue palafitte e cabine di legno colorate, come nei film balneari degli anni '60. Adesso Erchie liberata sembra più brutta, da terra e ancor più da mare. Si prosegue, e alle 9.30 attraversiamo la piazza di Amalfi nel pienone del suo trionfo estivo. Già nella galleria dopo l'Hotel Cappuccini ci assale un tanfo orribile, che appesta l'aria come una fossa comune di carcasse putrefatte. Davanti all'Hotel Santa Caterina l'aria è irrespirabile. Siamo nei pressi del depuratore. Gli effluvi mefitici discendono verso il porto e la spiaggia, e il puzzo è talmente spesso e denso da sembrare visibile, come una coltre mortifera che abbruna lo sfarfallio cromatico del paesaggio patrimonio dell'Unesco. Urlo di indignazione scendendo dall'auto; ma risponde un passante del posto con aria rassegnata, dicendo che la sera è anche peggio. Proseguiamo verso Praiano; l'ingegnere ha fretta, lo aspettano per l'indagine giudiziaria sui due water e lavandino. Approfondirò al ritorno. Alla spiaggia di Praiano c'è una calca multilingue che affolla battigia e pontile d'imbarco. Si capisce subito che per la Costiera è un anno d'oro. Dalla barca che ci porta all'altra spiaggia di Praiano, quella che è una banchina di cemento che fino a qualche anno fa era una piazza comunale su cui giocavano a pallone i ragazzini, vedo, in stato di abbandono, quel gioiello storico che era il Night dell'Africana.

"E' chiuso perché era abusivo" mi risponde l'ingegnere "adesso la questione sta davanti al Consiglio di Stato". Ma come, adesso scoprono che era abusivo, e lo chiudono? Nel night leggendario e iconico degli anni '60 passai una notte favolosa in un agosto del 1973, alla vigilia della mia partenza e prima di ripartire per la Procura di Milano. Dove la storia della magistratura italiana la stava costruendo una generazione di giudici intellettuali come Emilio Alessandrini e Guido Galli, uccisi qualche anno dopo dal terrorismo. Così, nel nome della legge e della Giustizia, ma 50 anni dopo, qualcuno ha ritenuto di riscrivere la storia della Costiera chiudendo un pezzo. Ma perché? Non c'era un'altra soluzione? Perfino al delfino di Hitler, Rudolf Hesse, che amava la Costiera, fu concessa la grazia (rifiutata) dopo 40 anni di prigione inflittagli dal Tribunale di Norimberga! Si vede che l'Africana era più criminale del più alto gerarca nazista!

Ma adesso arriviamo a quella che un tempo era una piazza, pagata con denaro pubblico e con tanto di bagni pubblici. Adesso è una spiaggia in concessione privata. I bagni, mi dicono, sono quelli pubblici che servono anche il lido privato. Ma è possibile, mi chiedono? Rispondo di chiederlo all'Ufficio del P.M. con regolare esposto, che troverà orecchie attente al problema dei servizi igienici, come fa sempre davanti alle istanze dei cittadini. L'impegno professionale del mio autista occasionale finisce, e io termino di osservare in disparte e da lontano, i quasi venti megayacht che stanno all'ancora di fronte. Positano; dove si deve sgomitare già oggi 26 luglio per camminare in strada.

Torniamo ad Amalfi, e finalmente mi incontro con qualcuno che mi aspettava per parlarmi del depuratore. E' stato inaugurato 4 anni fa dal Governatore della Regione in pompa magna, con il Sindaco, il figlio primogenito del Governatore e il Vice Sindaco (vengo a sapere che è un brav'uomo che si prende al posto di altri i fulmini giudiziari che dovrebbero colpire invece responsabili diversi, in zona e nella capitale del Kampanistan, il nuovo Stato autonomo italiano). Mi viene mostrata una fotografia del giorno dell'inaugurazione del depuratore, che non funziona!

C'è, in mezzo al Governatore e al Sindaco di Amalfi, un signore alto e massiccio che riconosco subito. E' il Procuratore Aggiunto di Salerno dottor Luigi Alberto Cannavale. Ma che ci fa Cannavale il 18 luglio 2019, in vestito blu cerimoniale, accanto al Governatore con le forbici e al suo primogenito giovanile come un ventenne, ad una inaugurazione di un macchinario di 7 milioni di euro destinato a trattare, diciamolo, i rifiuti e la cacca di Amalfi? Che vuol dire la sua presenza ufficiale? Che il depuratore ha il bollino blu di qualità che fornisce la Procura della Repubblica italiana, Sezione di Salerno, nelle opere pubbliche? Il Procuratore Generale è un ottimo magistrato e una garanzia di per sé, rispondo. Ma, mi chiedono, come si fa a chiedere al Procuratore della Repubblica di sequestrare un depuratore che lui stesso ha inaugurato?

Difficile è spiegare agli amalfitani che le opere inaugurate in fretta e trionfalmente dalla Politica tendono a rompersi subito, come certe lavatrici di grido che si scassano al primo risciacquo. Non mi resta che rispondere di attivare la garanzia di legge scrivendo subito al Garante per riparare i danni. A che serve, se no, il bollino blu??

* Già Pubblico Ministero

Fonte: Il Vescovado

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