È indagato per eccesso colposo in legittima difesa e lesioni personali il carabiniere che all’alba di venerdì 11 aprile ha esploso due colpi di pistola contro un’auto in fuga nei pressi dello svincolo di Atena Lucana, lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo. A bordo del mezzo c’era un 42enne pregiudicato, rimasto ferito di striscio al collo, subito ricoverato all’ospedale di Polla e poi dimesso con una prognosi di sei giorni. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Fuorni, a Salerno.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il fuggitivo faceva parte di una banda che aveva appena messo a segno una serie di furti in Val d’Agri. Alla vista del posto di blocco, le tre auto su cui viaggiavano i malviventi non si sono fermate: la prima è riuscita a forzare il blocco e fuggire, la seconda - risultata rubata - ha invece tentato di speronare l’auto dei carabinieri. È stato a quel punto che uno dei militari ha esploso due colpi, colpendo il conducente. Il terzo veicolo, con targa clonata, è stato invece bloccato, e due persone sono state trovate in possesso di refurtiva e arnesi da scasso.

La pistola d’ordinanza del militare è stata sequestrata come atto dovuto nell’ambito dell’indagine. La notizia ha subito acceso il dibattito pubblico. A intervenire è stato anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in una nota ha dichiarato: «Serve una norma che tuteli il personale delle Forze di Polizia dall’automatismo della sottoposizione a procedimento penale in caso di uso legittimo delle armi o della forza. Il perdurare di fatti di questo tipo scoraggia chi, ogni giorno, è chiamato a intervenire in situazioni d’emergenza per proteggere la collettività».

Nel frattempo, proseguono le indagini della Procura per ricostruire nel dettaglio la dinamica dei fatti e accertare eventuali responsabilità.