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Cetara, sindaco Secondo Squizzato non si ricandida: «Scelta etica. A volte per resistere bisogna lasciare»

Inserito da (admin), sabato 16 aprile 2016 10:34:03

Come già annunciato, dopo due mandati consecutivi alla guida di Cetara, il sindaco Secondo Squizzato ha scelto di non ripresentarsi alla prossima tornata elettorale. Già ceduto il testimone al suo vice Roberto Della Monicache sta costruendo una compagine competitiva che prosegua l'esperienza amministrativa di "Cetara nuova, insieme per crescere" con Squizzato che seguirà i suoi a bordo campo. Noi lo abbiamo intervistato per conoscere i motivi della scelta di lasciare l'impegno politico facendo un breve excursus di un decennio da sindaco.

«E' stata frutto di lunga riflessione - ha esordito il primo cittadino - Ho svolto per dieci anni la mia funzione di sindaco impegnandomi su tanti fronti, tentando di farlo con il massimo impegno, rigore e correttezza, ma ciò non è stato sufficiente ad evitare procedimenti giudiziari che mi hanno portato ad essere imputato in alcuni processi».

Hanno pesato non poco, per la sua attività, i procedimenti per abuso d'ufficio relativi al parcheggio privato (per una delibera di Giunta anziché un atto approvato in Consiglio comunale) e alla repentina rottura dei rapporti tra il Comune e il Consorzio di Bacino per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, oltre alla vicenda del container per la raccolta differenziata posizionata al porto.

«Ho ritenuto, in queste condizioni, per il rischio connesso agli esiti di questi procedimenti, che le mie vicende personali non dovessero ricadere sull'amministrazione e sulla gestione della comunità. Tutti sanno che la cosiddetta legge Severino prevede, in caso di condanna di primo grado, la sospensione dalla carica per gli amministratori locali, una disposizione che ritengo forzata ed ingiusta, specie perché riguarda solo quei rappresentanti istituzionali - i sindaci e gli amministratori locali - che sono i più esposti ad ogni rischio, in quanto chiamati ad assumere quotidianamente responsabilità gravose. Mentre la costituzione fa salva la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, questo principio - per la 'Severino' - si applica pienamente solo ai parlamentari, ma non agli amministratori locali che vengono mandati a casa, se condannati in primo grado, ma nessuno ti ridarà niente se poi riesci a dimostrare nei gradi successivi che non sei responsabile. Non cito casi che tutti conoscono.

Ho ritenuto di dovermi sottrarre a questo tritacarne e, in forza dei miei principi etici, fare un passo indietro e non ricandidarmi, mentre resto convinto che sarò in grado di uscire assolto da quei processi perché non posso pensare che per aver compiuto atti nell'interesse della comunità un giudice o un tribunale arrivi ad emettere una sentenza di condanna. Nel frattempo, in questa condizione, non era giusto continuare. La mia scelta è anche un modo per dire un no forte all'attuale impostazione di certe normative che hanno trasformato i sindaci in capri espiatori per ogni questione, creando per tutti i comuni, specie quelli piccoli, condizioni di difficoltà estreme che rendono sempre più difficile dare risposte ai cittadini».

Dunque, sindaco, dovrà lasciare anche la guida della Conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi?

«Si. Convocherò da sindaco in carica la riunione che vedrà riuniti tutti i sindaci una decina di giorni dopo la tornata elettorale che vede cinque comuni della Costiera al voto (oltre Cetara, Agerola, Conca dei Marini, Praiano e Ravello nda). Sarà presieduta dal vicepresidente (Luigi Mansi, sindaco di Scala nda).

Un anno da presidente cosa le ha lasciato?

«Senza dubbio un'esperienza molto importante che mette alla prova su decisioni comuni molto difficili per i vincoli e le situazioni a cui è sottoposta la Costiera. E' uno strumento più utile se rafforzato, ma bisognerà aspettare ciò che produrrà questo pericoloso disegno di legge che annulla l'identità dei comuni con l'accorpamento di quelli al disotto dei 5mila abitanti. Come è follia assumere un dipendente per ogni quattro che vanno in pensione»

Quali caratteristiche dovrà avere il prossimo presidente?

«Nessuna caratteristica specifica se non l'impegno per il territorio, molta dote ed equilibrio. Ci vuole tanta pazienza».

La sua più grande soddisfazione da sindaco

«Ce ne sono tante ma sicuramente quella di aver incanalato Cetara in un percorso turistico: aver dimostrato che la pesca, con le sue tradizioni, è un elemento importante di attrazione turistica, è una battaglia vinta. C'era molta diffidenza e ostilità all'inizio ma oggi è per noi un elemento identitario forte. Tra le attività a cui sono maggiormente legato il restauro e la valorizzazione della Torre Vicereale, il simbolo di Cetara. Sono stati dieci anni per me irripetibili: un'esperienza che non si può fare in altri contesti. Non guardi l'orologio, anche perché non hai tempo per guardarlo: hai grosse responsabilità, devi risolvere problemi importanti ed è lì che il tuo tempo sparisce. Non ho visto crescere figli, la famiglia ha subito la mia assenza, ma mia moglie più di tutti mi ha aiutato nei momenti particolari».

Cosa non rifarebbe?

«Proverei di più a pensare male degli altri: c'è più cattiveria di quanto avessi previsto, a tutti i livelli».

Cosa è cambiato a Cetara negli ultimi dieci anni?

«Abbiamo creato prospettive, con tanti attori della società civile, operatori locali, da solisti alla rete con il Patto Sociale di Comunità, con il coinvolgimento del paese, che sembrava troppo chiuso, per farlo sentire comunità».

50 anni, funzionario di banca e tanta energia da offrire ancora per il bene comune. Cosa farà dal 6 giugno? E' di quelli che temono che il telefono possa squillare di meno?

«Certo che no, anche perché ho tante altre cose da fare. Mi faccio da parte, anche se resto al mio posto fino al 90°, ma non smetto di amare l'impegno politico e la mia comunità di Cetara: resterà il mio impegno in campo sociale e culturale. Sarò un cittadino attento ed attivo nel campo del volontariato, per la promozione delle tipicità locali, della cultura, e di tutte quelle iniziative che potranno essere utili a far conoscere la peculiarità dei nostri piccoli comuni e anche per sollecitare una maggiore attenzione da parte di chi, in parlamento, ne decide le sorti spesso con scelte inadeguate e dannose. A volte per resistere bisogna lasciare e far prevalere l'etica: è questa la scelta che ho fatto».

Fonte: Il Vescovado

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