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Costa d'Amalfi: periodo di sofferenza per limone IGP. Amato: «Consorzio in prima linea contro concorrenza sleale»

Inserito da (redazionelda), sabato 6 luglio 2019 12:45:40

Il limone, il prodotto di eccellenza del nostro territorio, definito "l'oro giallo", sta registrando negli ultimi mesi un momento di stasi a causa della scarsa richiesta da parte del mercato che ha determinato, di conseguenza, una flessione del prezzo rispetto alle annate precedenti.

I fattori che hanno provocato questo strano fenomeno sono molteplici: il fattore principale sono state le variazioni climatiche particolari che hanno visto avvicendarsi vento forte nel mesi di febbraio e marzo, pioggia eccessiva nel mese di maggio e calore improvviso a giugno, a cui si aggiunge la criticità di sempre ovvero quella che vede in sofferenza i limoneti ubicati vicino al mare il cui prodotto va raccolto entro maggio-giugno e non oltre, perché il calore produce la maturazione improvvisa e totale del prodotto che poi deve essere subito raccolto.

Il presidente del Consorzio di Tutela Limone Costa d'Amalfi IGP, Angelo Amato spiega che «a causa delle troppe variazioni climatiche registratesi quest'inverno, la maturazione del prodotto IGP immesso nel circuito vendita è stata più veloce degli altri anni e ciò ha indotto i produttori a raccogliere prima gran parte dei limoni che fino a qualche anno fa riusciva a resistere sulla pianta fino a luglio-agosto inoltrato anche nelle zone interne e quindi più fresche».

«A ciò, si aggiunge - continua il presidente - la concorrenza sleale di altri paesi europei ed extra-europei che negli ultimi anni hanno cominciato ad immettere sul mercato una produzione di frutta e agrumi tra cui anche il limone a prezzi concorrenziali e oltre misura, mai vista negli anni addietro, per cui la grande distribuzione ha ridimensionato la richiesta del nostro prodotto perché sta spingendo di più su frutta e limoni provenienti dal mercato spagnolo, argentino, americano, turco e marocchino, anziché rimanere sui prodotti italiani a marchio IGP e di qualità sui quali pure lucrano guadagni che risultano più contenuti, perché il nostro limone, avendo da disciplinare buccia edibile ed essendo privo di trattamenti per impedire che marcisca, è più caro rispetto alla concorrenza e soggetto a deperimento essendo del tutto naturale al 100%. I limoni d'importazione, invece, sono trattati con prodotti cancerogeni ed immarcescibili, che sono anche nocivi per la salute, ma che garantiscono un più lungo periodo di conservazione nella gdo.

Gli stessi confezionatori quindi hanno registrato un calo di richiesta da parte della grande distribuzione e, contemporaneamente, un'abbondanza dell'offerta e sono in difficoltà sulla raccolta, costretti a rifiutare le continue richieste giornaliere di raccolta provenienti dai produttori che vedono cadere al suolo parte della produzione piuttosto abbondante di quest'annata particolare in tutti i sensi e non riescono a gestire al meglio la situazione».

Quali sono le azioni messe in campo dal Consorzio per tutelare i coltivatori, i consumatori e, in generale, un prodotto di assoluta eccellenza quale è il limone Costa d'Amalfi IGP?

«Noi del Consorzio stiamo agendo a 360 gradi per debellare la concorrenza sleale - ribadisce con forza Amato - e stiamo lavorando, partendo proprio dalla tracciabilità del prodotto, ad istituire una task-force che vede coinvolti tutte le forze in campo per combattere il falso prodotto IGP e DOP, senza tralasciare l'interlocuzione con il Ministero per arginare il fenomeno dell'Italian sounding rispetto all'originale italiano. Tutti insieme tenteremo di vigilare e controllare il prodotto limone il più possibile per tentare di arginare lo stato di agitazione che si percepisce tra i nostri produttori. Di recente il Consorzio ha partecipato ad uno Studio voluto dal Ministero delle Politiche Agricole e del Turismo predisposto dal CENSIS Nazionale volto a svolgere un'analisi della contraffazione su Salerno e Provincia che è stato presentato presso la CCIIA di Salerno il 17 giugno scorso dove si è discusso a lungo con interlocutori di grande prestigio,che ha portato a confrontarci su un tema di così grande attualità. Alla fine del tavolo di discussione si è deciso di istituire un osservatorio permanente sulla contraffazione di prodotti italiani di vario genere compresi quelli alimentari tra cui spicca il nostro Limone Costa d'Amalfi IGP. Attualmente c'è da segnalare che su tutto il nostro territorio della Costa d'Amalfi ci sono ancora un 20% - 30% di aziende agricole e piccoli appezzamenti che si rifiutano di entrare nel circuito dei controlli e molto spesso vendono a nero il prodotto non tracciato a speculatori occasionali del settore e, quindi, per tale motivo, detto prodotto immesso sul mercato non è di facile identificazione e intercettazione per cui diventa difficile intervenire per reprimere il fenomeno, che offende e penalizza chi commercializza il prodotto onestamente, certificandolo e dichiarando i propri guadagni».

Fonte: Il Vescovado

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