Tu sei qui: AttualitàEutanasia, che posizione di Padre Fortunato e dei francescani diventi quella ufficiale della Chiesa
Inserito da (redazionelda), mercoledì 1 marzo 2017 09:20:05
di Paolo Russo*
Sulla scorta delle ripetute aperture che papa Francesco propone alla chiesa e a tutto il mondo cattolico, padre Enzo Fortunato ha prospettato da queste colonne una valutazione innovativa a proposito del drammatico caso di eutanasia concernente il giovane dj milanese: non condannare in nome di una astratta "difesa della vita" a tutti i costi, non imporre alla società valori in cui non tutta la società si riconosce, bensì arrestare il giudizio di fronte alla sofferenza e accogliere senza riserve chi è sopraffatto dal dolore.
E’ una posizione apprezzabilissima da parte di un’istituzione e di una cultura che viceversa hanno teso da sempre ad affermare i propri principi come entità universali e necessari capisaldi della civiltà.
Basterà ricordare le "crociate" lanciate sul corpo vivo della società italiana contro le leggi sul divorzio e sull’interruzione di gravidanza: battaglie perse entrambe da una chiesa che si arroccava in se stessa rifiutando di cogliere i mutamenti in atto, ed anzi pretendendo di condannare ed espellere chiunque vivesse in difformità dai suoi dettami. E crociate consimili si ripetono purtroppo anche oggigiorno, ad esempio a tutela irragionevole di una eterosessualità che (è oramai chiaro a tutti) non è l’unico modo di vivere l’amore fisico, né in natura né nella morale.
L’evoluzione legislativa e giuridica su questi temi e in generale su tutto ciò che concerne l’etica individuale, nel nostro Stato è estremamente lenta, e in ciò certamente non è estranea l’ostinazione delle istituzioni ecclesiastiche nel tentare di guidare il modello sociale condizionando scelte politiche che dovrebbero invece rimanere libere. C’è da augurarsi che la posizione di Padre Fortunato e dei francescani diventi quella ufficiale della chiesa, ma soprattutto c’è da augurarsi che il Parlamento si liberi finalmente di un atavico asservimento alle ingerenze ecclesiastiche, perché se a tutti è dato divulgare la propria fede, a nessuno invece è consentito imporre agli altri alcuna scelta in nome di quella stessa fede.
E’ appena il caso di rimarcare che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani (notoriamente in maggioranza cattolici) è assolutamente favorevole alla libertà di decidere della propria vita: è di sicuro una sconfitta che una persona decida liberamente di morire, ma lo è molto di più che le sia imposto coattivamente di vivere maledicendo ogni istante di esistenza. Apertura agli altri, come sostiene Padre Fortunato, è comprendere questo.
*docente in Diritto
Fonte: Il Vescovado
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