Tu sei qui: AttualitàFrancesco Rubiconto, un uomo combattivo, un preside illuminato
Inserito da (redazionelda), giovedì 14 dicembre 2017 15:14:45
di Francesco Criscuolo
Ci sono uomini che, pur nel turbine del disorientamento e dell'incertezza che li circonda, sanno dove andare e hanno ben chiara la direzione da scegliere, svolgendo una funzione intrinsecamente generativa per gli altri.
Francesco Rubiconto va annoverato a buon diritto tra questa schiera benemerita.
Egli si è visto strappare, pochi giorni or sono, il decorso ordinario di un vivere contraddistinto da slancio ideale, da rettitudine professionale, da attaccamento alla scuola e ai suoi valori formativi.
Non a caso la sua vita dal piglio giovanile, troncata anzitempo, la comunione che alimentava attorno a sé, l'amore di cui si è mostrato capace hanno avuto, il 7 dicembre u.s., la forza di convocazione di una moltitudine di persone che hanno gremito la chiesa pavese, in cui se ne è celebrato il funerale, con la visibilità comunitaria di un compianto corale, nel quale sono vibrate, in un empito di vicinanza e di commozione unanime, le corde sensibili dei concittadini ed amici di Minori, suo paese d'origine.
Nato proprio a Minori nel 1958, vi trascorse la prima giovinezza con il periodo canonico degli studi e con la frequenza del liceo scientifico "E. Marini" di Amalfi. Nello stesso arco temporale manifestò la sua personalità poliedrica aprendosi a una densa rete di relazioni amicali e conviviali e impegnandosi nella realtà associativa giovanile, segnatamente di tipo sportivo.
Conseguita la laurea in scienze naturali, si dedicò subito all' insegnamento in provincia di Pavia nei primi anni '80 del secolo scorso e, con una prodigiosa rapidità di percorso, vinse nel 1991 il concorso direttivo nazionale, risultando, appena trentatreenne, come il secondo preside più giovane d'Italia.
Il calore dell' entusiasmo giovanile e la padronanza dei principi e delle norme di amministrazione scolastica, congiunta a un solido impianto culturale di matrice umanistico - scientifica, confluirono nell' imprimere una connotazione di personale creatività alla sua attività di Dirigente scolastico, dandogli modo di esercitarla con indiscussa competenza e nella coerenza con un modello organizzativo ancorato alla normativa, ma innervato da una tensione innovativa che lo portava a intervenire autorevolmente nel dibattito pubblico riguardante l'assetto di una scuola in continua trasformazione.
Attento custode del buon andamento pedagogico - didattico, acuto interprete dei sentimenti degli alunni e delle loro famiglie, vicino, anche sul piano umano, alla sfera di professionalità operativa del personale docente e di quello amministrativo e ausiliario, perspicace interlocutore con il mondo imprenditoriale, culturale e politico - sindacale circostante, si è costantemente speso per lo sviluppo e l'espansione delle istituzioni scolastiche da lui dirette, dalle scuole medie di località della provincia pavese fino al liceo classico "F.lli Cairoli" di Pavia centro, al fine di spianare una strada percorribile per ciascuno e aprire spazi di dialoghi avvincenti, offrendo parametri di riferimento rassicuranti e riconoscibili da tutti.
Fermamente convinto che compito principale dell'istruzione liceale è quello di preparare cittadini dotati di spirito critico e ben formati, oltreché informati, e che l'alunno dev'essere considerato protagonista anche all'interno di un programma d'insegnamento, si è attivato, altresì, con congruenti iniziative, per dare alla cultura classica quel valore aggiunto che la sociologia anglosassone definisce empowerment, cioè un complesso di competenze cruciali quali la flessibilità, le capacità organizzative, la decision making, atte ad aprire sempre nuove possibilità tra cui scegliere e muoversi per superare le paure che rendono impotenti di fronte al cambiamento.
Né poteva sfuggire alla sua attenzione, in tale ottica, la necessità di garantire una formazione adeguatamente aggiornata e calibrata sulle esigenze e sulle opportunità che l'evoluzione della tecnologia, specie digitale, determina sul lavoro e sulla società.
Gli studenti e i cittadini di Pavia hanno avuto modo di constatare, così, una rivoluzione silenziosa, che ha generato consenso senza clamore e senza platealità, rendendo palpabile una verità che lo scrittore americano Ralph Waldo Emerson ha scolpito nei seguenti termini: "il silenzio che accetta il merito come la cosa più naturale del mondo è la forma più alta di applauso".
Rubiconto può essere definito un "cervello in fuga", per la scelta di operare lontano dalla sua terra natale, ma anche un preside in trincea, che, proprio per aver innescato sempre uno sguardo avanzato su una realtà scolastica talora ammuffita e intristita da non poche sacche di resistenza all'innovazione, ha conosciuto incomprensioni, rifiuti, delusioni, amarezze.
Ma egli, ben temprato e forte di una naturale resilienza quale figlio di esperto pescatore, ha saputo attraversare i marosi e procedere con tenacia e risolutezza grazie all'acume intellettivo, a una bontà di fondo e all'indole combattiva, che ne costituivano la cifra distintiva.
Suo intento precipuo è stato quello di far crescere persone consapevoli di sé e fiduciose nella vita e di fornire loro antidoti alla paura, alla superficialità, all'irrazionalità, alla mediocrità, alle insicurezze "strutturali" provenienti da quella "modernità liquida" che Zygmunt Bauman ha acutamente descritto.
Tornano alla mente le sincere espressioni di riconoscenza che Dante fa rivolgere, nel XXII del Purgatorio, dal poeta latino Papinio Stazio a Virgilio: "Facesti come quei che va di notte/che porta il lume dietro e sé non giova/ma dopo sé fa le persone dotte" (Purg.XXII, vss 67-69).
Si può guardare a lui, per tanti aspetti, come a un faro di idee e di azione in un clima sociale come quello attuale, che soffre della carenza di guide illuminate e illuminanti su cui poter contare.
E' giusto e doveroso, pertanto, additarne l'esempio e perpetuarne il ricordo.
Fonte: Il Vescovado
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