Tu sei qui: AttualitàIl Tuttomio
Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), domenica 22 novembre 2015 10:56:41
di Antonio Schiavo
"Il Tuttomio" è il titolo di un romanzo di Andrea Camilleri. Confesso di non averlo ancora letto e quindi non so dove è ambientato.
Non faccio però fatica a pensare che potrebbe bene attagliarsi alle vicende paradossali (ma solo per gli ingenui inguaribili) legate alla Fondazione Ravello.
Quelle di queste ore sono solo la punta dell'iceberg del mefitico modo di intendere il governo e la gestione di quello che - non dimentichiamolo mai- e, soprattutto, non lo dimentichino i protagonisti di questa storia ad un tempo risibile e vergognosa, è patrimonio NOSTRO (stampatello e grassetto intenzionali e voluti).
Da sempre i contendenti di oggi, ma sodali di ieri, hanno inteso questo patrimonio come "cosa loro", di volta in volta utile per le proprie smanie di protagonismo, per assecondare politiche eterodirette e clientelari, per favorire questo o quel personaggio organico alle proprie cordate.
Contando, nel contempo, su torrenti di danaro (il più delle volte pubblico), nella convinzione che le mammelle della vacca (absit iniuria verbis) fossero sempre turgide e piene.
Oppure che ci fosse sempre un santo in paradiso che as-secondasse questo teorema.
Come ebbi a dire in un'altra occasione, scatenando le becere reazioni di qualcuno abituato al "non disturbate il manovratore" i nodi stanno venendo al pettine.
Ripicche e vendette, accuse reciproche e malcelato disprezzo delle più elementari regole di quella democrazia che- dicono- ispiri le loro azioni, volontà prevaricatrici delle competenze di tanti ravellesi che hanno il solo torto di non appartenere a qualsivoglia conventicola, tentennamenti e incoerenze dei politici e amministratori locali.
Un coacervo di elementi che stanno coprendo di ridicolo il nome e la reputazione del nostro paese, di questo paese che asseriscono di amare, di voler valorizzare, di farne la Salisburgo italiana, in una parola, di renderlo perla rara nel panorama culturale e turistico europeo.
C'è un sottile filo rosso che tiene legato tutto questo ed è il filo della protervia, dell'offesa per altri che potrebbero non pensarla come loro o come gli amici dei loro amici , della presunzione.
Il teorema del "tuttomio" è proprio questo: con la scusa dell'antiburocrazia, del decisionismo, delle competenze prestigiose e autoreferenziali, accentro tutto nelle mie mani e dei miei compagni di merende più o meno raccattati nei salotti buoni che io solo frequento e che saranno sempre preclusi a voi poveri ravellesi bingo bongo con l'anello al naso.
Sta a noi, ravellesi che li abbiamo accolti, glorificati, in qualche caso arricchiti, dare una svolta e una spallata a questo andazzo locale e d'importazione.
Perché, come diceva Flaiano, la situazione è grave ma non è seria.
Fonte: Il Vescovado
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