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Incendi in Campania, l’ACR: «È in corso un attacco criminale alla nostra madre Terra»

Occorrono più prevenzione, più tecnologie per la sicurezza e il controllo del territorio, più rete territoriale, più mezzi, più uomini e più competenze per affrontare roghi e incendi, più collaborazione istituzionale

Inserito da (ilvescovado), venerdì 21 luglio 2017 19:57:41

L'Azione Cattolica della regione Campania esprime dolore e sconcerto per quanto sta accadendo sul Vesuvio, sul Monte Somma, sui monti appenninici della Regione, nelle campagne e nelle periferie delle nostre città e dei nostri paesi. E lo fa attraverso una nota indirizzata al Ministro dell'Ambiente, al Governatore della Campania De Luca, ai prefetti di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, ai Sindaci della Campania e a tutti i cittadini, per sollecitare la riflessione su un tema caldo come quello degli incendi dolosi al quale non dobbiamo abituarci, ma reagire, perché «è in corso, e non da oggi purtroppo, un vero e proprio attacco criminale alla nostra madre Terra». Di seguito il testo integrale per completezza d'informazione.

Con vivo e sincero senso di corresponsabilità vi riportiamo il sentimento di profondo scoramento di tante, tantissime persone, mortificate delle azioni di quanti si sono resi complici di tali vili atti e allo stesso tempo avvolte dal senso di sfiducia verso la capacità delle istituzioni di difendere e salvare la terra e i cittadini dalle grinfie dei criminali.

Permetteteci di fare una premessa: parlare di "emergenza" in Campania sta iniziando a rasentare l'offesa. Da settimane centinaia di cittadini, associazioni e movimenti segnalano e denunciano alle autorità competenti la potente impennata di roghi di rifiuti urbani e speciali. Da settimane migliaia e migliaia di famiglie sollecitano le istituzioni a prendere provvedimenti perché l'aria è irrespirabile in lunghi tratti delle giornate. Da settimane fioccano appelli per misure ordinarie e straordinarie di prevenzione e controllo del territorio. Da anni, da tanti anni, poi, ampi pezzi della società civile segnalano come la nostra bellissima Regione non possa resistere a lungo ai danni derivanti da terribili scempi ambientali.

Voci inascoltate, ignorate, minimizzate, a volte anche ridicolizzate nel dibattito pubblico. Certamente meno ascoltate di chi dallo scempio ambientale e dai pericoli arrecati alla Salute e alla Vita ricava cospicui vantaggi privati e materiali a breve termine. Non si parli di emergenza, dunque. Nemmeno per quanto riguarda il Vesuvio, da sempre obiettivo e scena di incendi: nel corso di tanti anni è lecito attendersi che funzionino tutte le misure preventive annunciate.

Facciamo questa premessa per amore di verità. Così come per amore di verità vogliamo dire apertamente ciò che le istituzioni dicono solo a bassa voce: è in corso, e non da oggi purtroppo, un vero e proprio attacco criminale alla nostra madre terra. Siamo sotto assedio di poteri criminali: grandi interessi economici e piccoli egoismi privati, violenza e speculazione. Chi vive nelle città, nei paesi, chi, come l'Azione Cattolica, è radicata sul territorio sa che la tenaglia della malavita organizzata è ancora forte ed è in grado di danneggiare la natura, le buone intenzioni, la volontà e il futuro di un popolo. Ma è vero anche che le istituzioni possono fare molto di più di quanto hanno mostrato di saper fare in questa estate. Più prevenzione, più tecnologie per la sicurezza e il controllo del territorio, più rete territoriale, più mezzi, più uomini e più competenze per affrontare roghi e incendi, più collaborazione istituzionale, più coinvolgimento dei cittadini nella cura dei beni comuni, più formazione ed educazione nelle scuole, nelle famiglie e nelle parrocchie, più bonifiche, più lotta serrata alle discariche a cielo aperto che - è un paradosso - rendono esplosive anche arterie stradali che dovrebbero fungere da "via di fuga" in caso di calamità naturali, più pulizia ai bordi delle strade, più controlli in merito alla pulizia dei terreni incolti da parte dei privati, più coerenza in scelte politiche e amministrative che fermino le speculazioni e sostengano il buon vivere.

Allo stesso tempo va ribadito che i comportamenti criminali attecchiscono su un corpo sociale che non riesce a dotarsi dei necessari anticorpi. E questa è una colpa generalizzata, di tutti e di ciascuno. Tutto il mondo riconosce le bellezze dei nostri paesaggi e tutti noi riconosciamo il legame indissolubile che abbiamo per le nostre terre e quello che esse ci donano: l'acqua, i pascoli, i boschi, le piante, le coltivazioni e i raccolti. La natura è vita: bisogna rispettarla, custodirla e difenderla. Non tradiamola. Il Papa, con l'enciclica "Laudato sii", ci ha dato una rotta in cui poterci riconoscere tutti insieme: quell'«ecologia integrale», in base alla quale comprendiamo che tutto è connesso, tutto è in relazione; il nostro benessere personale è in relazione al benessere degli altri, il benessere della famiglia umana è in relazione al benessere del Creato. «Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti». (n. 14)

Permetteteci di rivolgere un sentito grazie a tutti gli uomini di buona volontà, ai servitori dello Stato, ai volontari che incessantemente in questi giorni combattono contro le fiamme e il fumo: esempi di gratuità e - come ha sottolineato anche il cardinale Sepe - «testimonianza di abnegazione e di professionalità nello spegnimento degli incendi e nel soccorso alle persone in difficoltà» che contrastano «l'uomo assassino, l'uomo violento, l'uomo egoista, l'uomo che non ha rispetto per niente e per nessuno, l'uomo che aggredisce la natura e viola le leggi».

Noi non smetteremo di combattere insieme alle istituzioni perché la speranza e la fiducia restino ben piantate nel cuore delle persone. Continueremo a fare la nostra parte per la costruzione di cammini concreti, affinché ciascuno si senta corresponsabile del bene comune, senza de-responsabilizzanti deleghe in bianco alla politica e alle stesse istituzioni. Solo insieme e con il contributo di tutti, continuando a formare coscienze e mettendo in campo tutte le risorse necessarie, è possibile non rassegnarsi e continuare a sperare che la nostra regione torni ad essere davvero Campania felix.

Fonte: Il Vescovado

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