Tu sei qui: Attualità#iorestoacasa, una condanna silenziosa per le vittime di violenza domestica
Inserito da (redazionelda), sabato 14 marzo 2020 09:56:04
di Danila Raimondi
"Io resto a casa", uno slogan che è entrato prepotentemente nelle giornate di tutti noi, scampoli di vita quotidiana che frettolosamente cercano di sfuggire dalle grinfie del mostro invisibile di questo 2020. Gli ultimi dati, resi noti ieri, dal dipartimento di Protezione Civile Nazionale parlano, in Italia, di 17660 casi di contagio da Covid-19. Attualmente risultano positive 14955 persone. 1266 sono, purtroppo, le vittime di questa lotta senza precedenti. Poi, ci sono i "guariti", 1439 guerrieri che hanno vinto la loro battaglia contro il virus. Dati in continua evoluzione che fanno tribolare i nostri cuori da diversi mesi ormai. Per gli esperti "restare a casa" è l'unica soluzione per contenere la diffusione del contagio. Molteplici le ordinanze emanate, in merito, dal Governo centrale e dalle amministrazioni locali. E così, le famiglie Italiane si stringono ora in un lungo abbraccio virtuale e si chiudono nell'intimità delle proprie case.
Una salvezza secondo alcuni ed un vero e proprio incubo ad occhi aperti per le vittime di violenza. Ecco l'altro lato dell'Italia in quarantena. Fatto di abusi e paure che hanno il colore dei lividi e l'odore di un amore putrefatto. Chiedetelo alle vittime di violenza, chiedetelo a loro cosa significa lo slogan "#iorestoacasa". L'ultimo report diffuso dalla Polizia di Stato, aggiornato al 2019, parla di 88 vittime ogni giorno: una donna ogni 15 minuti subisce violenze, principalmente all'interno delle mura domestiche.
A far riflettere si aggiungono i dati ISTAT, quasi 7 milioni di donne italiane (dai 16 ai 70 anni) hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza. Nel dettaglio su una cifra di 3 milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2 % dei casi dagli attuali partner e nel 18,2% dei casi da un ex partner. Per molte donne non serve chiudersi in casa per lasciare fuori dalla porta il mostro cattivo. Per molte, ancora troppe donne, l'incubo della violenza fa più paura del coronavirus. Per molte donne "restare a casa" non è un invito rassicurante. Il numero nazionale dei centri anti-violenza è sempre attivo. Se hai bisogno chiama il 1522.
Fonte: Il Vescovado
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