Tu sei qui: AttualitàMaiori: la spiaggia di Bella Baia pervasa dai rifiuti, è polemica tra i cittadini
Inserito da (ilvescovado), domenica 10 settembre 2017 12:26:59
di Maria Abate
È interdetta al pubblico la spiaggetta di Bella Baia, meglio conosciuta come "spiaggia del cavallo morto" per l'uso un po' macabro, nel passato, di gettarvi le bestie da soma senza vita. Ma, nonostante il divieto d'accesso che vige dal 2010, qualcuno vi è giunto per depositarvi rifiuti lontano da occhi indiscreti. E la cosa irrita i cittadini della bella perla della Costiera amalfitana, che affidano a Facebook la propria indignazione. Non è infatti la prima volta che, come spesso denunciato dal Vescovado, gente senza scrupolo abbandona i propri rifiuti negli angoli suggestivi di cui la Divina è piena.
Tra i cittadini c'è chi punta il dito contro l'Amministrazione, osservando che i rifiuti «sono qui da circa un mese, e nessuno si preoccupa di venire a toglierli». Ci si chiede, infatti, come sia «possibile che l'Amministrazione Comunale in un mese non pulisca gli arenili, quando basterebbe mezz'ora per portare via i rifiuti e restituire la sua bellezza a una delle nostre spiagge più affascinanti».
E c'è chi puntualizza che se si rispettasse il divieto di accesso alla spiaggia, che è interessata da fenomeni franosi frequenti, non ci sarebbe bisogno per il Comune di intervenire a sgomberare l'arenile dai rifiuti. Sarebbe, infatti, a rischio anche la vita di chi dovrebbe effettuare le operazioni di pulizia. Il dibattito "social" giunge quindi ad una questione, se possibile, ancora più spinosa, ossia la necessità di progetti per il risanamento idrogeologico del territorio, che in diversi punti si presenta particolarmente pericoloso nella stagione delle piogge.
Non tutti sono però disposti ad agire e pulire personalmente la baia, come propone qualche voce solitaria, perché - ricorda qualcuno - «noi paghiamo una tassa che prevede la pulizia del suolo pubblico di cui questo arenile fa parte non essendo dato in concessione».
(Foto di Gianluca Torelli)
Fonte: Il Vescovado
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