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Mobilità in Costa d’Amalfi: la ricetta è collaudata

Inserito da (redazionelda), lunedì 19 giugno 2017 07:44:22

di Raffaele Ferraioli*

Erano i mitici anni Sessanta, quelli della cosiddetta "programmazione economica", che vedeva Giorgio Ruffolo e Ugo la Malfa protagonisti assoluti del dibattito politico nazionale ed io, giovane assessore al Comune di Furore, muovevo i primi passi in politica.

Avevo poco più che vent'anni e mi lasciai affascinare subito dalla discussione intorno ai temi della pianificazione come base essenziale per una corretta azione di governo del territorio. Ricordo le animate riunioni in giro per la Costiera alle quali partecipavo con grande entusiasmo per discutere, proporre, controdedurre, confrontarmii su delle tesi troppo spesso "pensate altrove".

Il dibattitoverteva su quei "primi piani" di cui al mio pamphlet edito qualche anno fa. Devo dire che, al netto del tentativo di scippo della dignità di pensiero locale, come giustamente lamentato da Franco Cassano nel suo "Pensiero Meridiano", questi studi sono serviti moltissimo a formare una consapevolezza ed una coscienza civica piuttosto rara nelle giovani generazioni. Resta un solo rammarico: le ricette approntate grazie a quelle lunghe ed approfondite riflessioni sono alla fine rimaste, tutte o quasi, inattuate.

A distanza di oltre mezzo secolo da allora devo rilevare che molte di quelle "diagnosi"sono state trascurate e altrettanto numerose "terapie"non sono state praticate, con il conseguente, inevitabile aggravamento dei mali di questo nostro territorio.

Questa amara realtà è facilmente riscontrabile nella "carrellata storica" sotto riportata, che fa riferimento, in particolare, al problema del riassetto della mobilità, tuttora irrisolto e che è letteralmente esploso in questi mesi mandando in tilt il traffico lungo la borbonica strada costiera. Un'arteria che corre lungo la "dilettevole" Costa d'Amalfi, da Vietri sul Mare a Positano e che è rimasta per i suoi due terzi così come è stata costruita circa due secoli fa. Essa fu, infatti, ideata all'inizio dell'Ottocento da Giuseppe Bonaparte in visita al nostro territorio, iniziata nel 1816 da Gioacchino Murat e inaugurata nel 1854 da Federico II.

Già nel 1910 i sindaci dell'area, rivolgendosi al governo nazionale, così si esprimevano: "Il problema della viabilità., non mai risoluto, si ripresenta aggravato nella sua interezza.

La via che da Vietri mena ad Amalfi tortuosa, fatta di erte salite e ripide discese, ha bisogno non solo di essere interamente riattata per la strettezza del transito, ma più di essere rettificata coi mezzi che oggi la tecnica suggerisce per renderla più agevole e più breve..."

Nei decenni successivi vengono realizzate le tre "trasversali": la Castiglione-Scala-Ravello, la Maiori-Chiunzi e l'Amalfi-Agerola, inaugurata nel 1935. Queste strade, fondamentali per la mobilità territoriale, vanno ad accrescere la pressione sulla carrozzabile costiera che resta immodificata nel suo tracciato originario.

Nel 1970 lo I.A.S.M. (Istituto Autonomo per lo Sviluppo del Mezzogiorno) elabora il suo Studio per l'Organizzazione del Territorio. Nello stesso periodo la Cassa per il Mezzogiorno incarica l'agenzia NOVA SUD di produrre analoga indagine e altrettanto decide di fare la Regione Campania (Assessore all'Urbanistica Silvio Pavia). Siamo alla proliferazione dei programmi di sviluppo, le cui conclusioni in ordine al nostro comprensorio concordano perfettamente:

"Il sistema delle comunicazioni deve essere basato su un'articolazione territoriale del sistema delle infrastrutture di trasporto che risponda ai seguenti requisiti:

  • Fornisca soluzioni che non obblighino ad attraversare le diverse mete per raggiungere quelle prescelte;
  • Restituisca la strada costiera alla funzione di collegamento turistico a breve raggio."

 

Nel 1987 la Regione Campania, che nel frattempo aveva affidato ad un gruppo di studiosi, presieduto da Roberto Pane, l'incarico della redazione di un Piano Urbanistico-Territoriale dell'Area Sorrentino-Amalfitana, approva, inopinatamente con legge (!) il PUT (L.R. 35/87), il cui allegato-Parte V - "Riassetto del Sistema di Mobilità e Comunicazioni", così puntualizza a proposito di riordino della viabilità:

"Affrancare la statale costiera dalla funzione di asse unico portante di tutto il traffico attraverso la realizzazione di una "dorsale" che by-passerebbe l'intera area con un tratto da Agerola a Ravello, andandosi a congiungersi alla Tramonti-Chiunzi".

Nel 1994, la Comunità Montana Penisola Amalfitana redige il suo Piano di Sviluppo Socio-Economico, previsto dalla legge, incaricando Corrado Beguinot, che a proposito di mobilità territoriale in Costa d'Amalfi così si esprime:

"La razionalizzazione del sistema viabilistico comprensoriale deve essere perseguita attraverso due tipi di provvedimenti: la riorganizzazione delle percorrenze litoranee e il trasferimento dei flussi di traffico in attraversamento verso le aree interne."

Ma niente accade. Passano altri cinque anni e la Comunità Montana(ancora lei!), in collaborazione con la Provincia e con la supervisione della Soprintendenza ai BB.AA.AA.SS. di Salerno, affida a Dante Rabitti, docente di Architettura del Paesaggio presso l'UNINA, l'incarico di verificare la fattibilità dell' adeguamento della statale costiera. Ne scaturisce una pubblicazione,peraltro esposta in mostra a Villa Rufolo per circa una settimana, dalla quale si rileva che correggere il tracciato è possibile:

"Restaurando i suoi elementi costitutivi e ponendo particolare attenzione agli aspetti paesaggistici".

E così novelle Cassandre, maestri del nulla e fautori della mummificazione vengono clamorosamente smentiti. Non è vero che questa strada sia da considerare intoccabile. Del resto in due tratti (da Positano a Praiano e da Lone al Vallone Cieco di Amalfi) questi interventi di ammodernamento sono stati già da tempo eseguiti e dimostrano da soli la loro indispensabilità.

Nel 1999 è ancora una volta la Comunità Montana, da me presieduta, a commissionare ad un'azienda specializzata di Perugia, diretta da Tito Berti Nulli, l'incarico di programmare il Riassetto del Sistema di Mobilità Sostenibile del nostro comprensorio. Nasce così il Piano Sintagma, che diventa presto il riferimento fisso di qualsiasi discorso in materia di viabilità e di trasporti in Costa d'Amalfi. Le valutazioni in esso contenute ribadiscono e rilanciano le strategie fin li poste in essere, che a loro volta risultano in sintonia con lo.studio prodotto in contemporanea per conto della Provincia di Napoli dal gruppo di esperti coordinato da Fabio Maria Ciuffini.

Il Piano Sintagma viene posto a base sia del PRUSST che dell'ADR, che però non vengono finanziati. Alla base della progettazione vengono posti altri due studi:

  • Progetto S.T.R.I.D.E, redatto dal prof. Francesco Citarella dell'UNISA;
  • Documento Langella- Trillo.

Entrambi finiscono col prevedere:

  • Una "dorsale" viaria interna, funzionale ad alleggerire il traffico di attraversamento, sulla quale spostare il traffico, in modo da decongestionare l'anello costiero a cui rimarrebbe affidata esclusivamente la funzione di collegamento turistico a breve raggio.

Le conclusioni alle quali pervengono tutti questi piani non lasciano spazio ulteriore alla fantasia: i problemi in atto si risolvono o ammodernando la strada borbonica esistente, con la realizzazione contestuale delle circumvallazioni dei centri abitatii oppure puntando alla "dorsale montana" con dorsaledorsale montana" con gli ulteriori vantaggi che questo comporta, così riassumibili: minore spesa, miglioramento dell'accesso alla zona montana, valorizzazione delle risorse naturali, arricchimento dell'offerta turistica complessiva dell'area.

Senza considerare che i tanti studi prodotti sull'argomento portano firme di grande prestigio e hanno comportato l'impiego di cospicue risorse finanziarie. Cestinarli non è un'operazione fra le più sagge.

Meditate, gente!...Meditate e, soprattutto "aggiate pacienza!".

*sindaco di Furore, memoria politica della Costiera Amalfitana

Fonte: Il Vescovado

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