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Nicola Di Lieto, un imprenditore di rilevante caratura

Inserito da (redazionelda), lunedì 24 luglio 2017 19:45:48

Venerdì 21 luglio scorso, come già pubblicato su questo giornale, si è spento, a Minori, suo paese natale, il commendatore Nicola Di Lieto, un uomo di sicuro spessore imprenditoriale e manageriale, la cui opera lascia tracce durature nella storia degli investimenti produttivi, che nel secolo scorso, hanno maggiormente inciso sugli assetti urbanistico - edilizi e turistico - ricettivi del comprensorio amalfitano.

Nella mission relativa allo sviluppo dell' economia fondata sul turismo ha fatto da apripista nei paesi della Costiera, realizzando, accanto a un patrimonio immobiliare di tutto rispetto, tre strutture alberghiere di qualificato livello e attivando molti progetti di valorizzazione e di promozione del territorio. L'operatività e l'efficienza economica, ancor oggi indissolubilmente legate, come e più degli anni '60, a questo segmento vitale e trainante, è dovuta essenzialmente alla sua lungimiranza e alle sue ampie vedute di uomo impegnato ad anteporre alle idee velleitarie ed astratte l'attuazione di iniziative capaci di produrre effetti concreti, quando non addirittura dirompenti, e di raggiungere risultati veri.

In occasione del suo funerale, che ha avuto luogo sabato 22 luglio presso la Basilica di Santa Trofimena a Minori, Francesco Criscuolo, già preside del Liceo "Ercolano Marini" di Amalfi ha tenuto ha tenuto un discorso commemorativo, che qui di seguito si riporta integralmente:

«Ha suscitato vasta eco di commozione la dipartita del commendatore Nicola Di Lieto, che ha concluso un arco di vita lungo, solare, sereno come queste nostre giornate estive e scandito da tappe significative di forte rilievo personale e sociale, che lo collocano nell'olimpo dei padri nobili del popolo minorese.

Alieno delle apparenze e dalle ostentazioni, per nulla amante della ribalta, non ha rincorso le luci dei riflettori né è andato alla ricerca di un facile o effimero consenso né ha inseguito l'idolo di una popolarità a buon mercato, preferendo spendersi per dare spazio a uno slancio di creatività e per dispiegare una sana, intelligente e intraprendente inventiva, che in lui scaturiva da quella che gli economisti chiamano "facoltà telescopica", vale a dire la capacità di guardare avanti e lontano. E veramente il suo è stato lo sguardo lungo, acuto e ampio dell'aquila, quando, giovane operatore nella bottega artigiana del padre, alle prese con l'asfittica ed esangue economia del dopoguerra, ebbe chiara la percezione di uno snodo cruciale per lo stesso riscatto civile e umano del paese, di cui intuì le potenzialità di sviluppo al punto di proiettare, anzi da intrecciare strettamente i suoi destini personali con quelli di Minori.

Nell'assumere, fin dai primi anni '50 del secolo scorso, come paradigma della sua azione le prospettive di crescita della comunità locale, egli mise in campo, con mente libera e progettuale, una visione lungimirante, un non comune acume organizzativo, un senso di responsabilità sociale non disgiunto dalla dotazione di un corredo etico, nel cui solco impresse una svolta e diede una spinta propulsiva a settori ancor oggi trainanti per un benessere complessivo. Sulla scorta di questi capisaldi contribuì, da un lato, a cambiare il volto del nostro territorio con un rinnovato assetto urbanistico - edilizio, di cui si sono giovate non poche persone e famiglie di ogni condizione sociale, e, dall'altro, a ridisegnarne le sorti innescando investimenti e meccanismi profittevoli legati ai servizi turistico - ricettivi, attraverso la realizzazione di ben tre strutture alberghiere, allora di prim'ordine.

Non meno rilevante è stata la sua cifra di uomo per i tratti di amabilità, con cui ha affrontato le sfide sempre più complesse della vita familiare, del lavoro, dei rapporti sociali. Austero ma non rigido, riservato ma non timido, discreto ma non privo di tatto e di buon gusto, era aperto al contatto con tutti e mostrava benevolenza verso i più deboli, perché era strutturalmente incline al dialogo. Grazie a una buona capacità di ascolto e di rispetto per chiunque, non si è mai sentito schiacciato nel libero confronto con gli interlocutori né ha mai dissimulato il suo pensiero nel timore di un diverso parere degli altri.

Quella di Nicola è una figura di spicco, anzi di un vero protagonista nel panorama imprenditoriale come motore di cambiamento, per cui egli può definirsi uno dei fondatori della Minori moderna.

Anzi, si può affermare che ha partecipato, ben più di quanto si creda, e non solo ricettivamente, alla moderna civiltà del mondo globalizzato, alle sue continue e profonde trasformazioni, alla sua rapidità evolutiva senza precedenti nella storia dell'uomo.

Per lui parla la sua opera, creatrice di ricchezza e di valore, che segna una pietra miliare nell'evoluzione storica della cultura d'impresa e della dinamica produttiva, di cui la comunità locale ha offerto numerosi e splendidi esempi in passato.

Vada, perciò, una testimonianza corale di gratitudine a lui, che, con un lascito concreto di saper essere e di saper fare e nell'orizzonte di infinito aperto dalla sua uscita dalla scena di questo mondo, indica un cammino e offre una sorgente di speranza alle giovani generazioni minoresi, che, come suggerisce il libro biblico del Siracide (Sir. 6,36), possono bussare alla porta dei suoi insegnamenti e contare su di lui come su una bussola».

 

Fonte: Il Vescovado

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