Tu sei qui: AttualitàPer favore rallentiamo e pensiamo a goderci il viaggio
Inserito da (redazionelda), mercoledì 27 giugno 2018 17:04:16
di Miriam Bella*
È di questa settimana la notizia di una giovane donna salernitana appena diventata madre, che dopo aver allattato suo figlio decide di togliersi la vita.
Non è la prima ed è drammatica la consapevolezza che non sarà neanche l'ultima.
Si parla, in genere, di depressione post partum, eppure, dicono, lei stava bene. Perciò, in questo ed in tutti i casi, mi chiedo cos'è che ancora non abbiamo capito di chi ci abita intorno.
La verità, io credo, è che la nostra sia ormai una società di individui non solitari, ma soli.
Ciascuno vive più preoccupato di assomigliare a ciò che crede di dover essere che a ciò che è, creandosi aspettative che deluderà. Siamo individui in gara per chi mostra la maggior realizzazione professionale o sentimentale, per chi ha la vita più piena. La stessa maternità è diventata una competizione: abbiamo tutte il figlio più bello, più bravo, più intelligente, quello che prende i voti migliori e se non li prende la colpa è del professore. Siamo tutte madri perfette, col neonato attaccato al seno e le unghie laccate. Nessuna, nemmeno per sbaglio, che dica quanto facciano male le ragadi sulle tette durante le prime poppate, o quanto ci si faccia schifo a guardarsi allo specchio ventiquattro ore dopo il parto, con quella pelle molliccia al posto della pancia.
Nessuna parola riguardo i sentimenti contrastanti nei confronti di quell'esserino che hai messo al mondo, ma che sembra volerti succhiare anche l'anima e tu lo ami alla follia, eppure un secondo dopo ti penti di averlo generato per quanto sei stanca e ti senti una merda anche solo per averlo pensato.
Perché nessuna madre metterebbe su instagram una sua foto in lacrime, alle prese con gli sbalzi ormonali e le malinconie, che sono normali, ma che forse ad alcune fanno più male. Perché forse alcune sono più sole o sentono di esserlo.
Penso che un modo per salvarsi dal nostro tempo sia ben riassunto nelle parole di una canzone ultimamente molto passata dalle radio: "sono tutti in gara e rallento".
Già, credo sia questo il segreto in un'epoca in cui tutto è una competizione continua. Rallentare, fino quasi a fermarsi.
Rallentare, mentre gli altri corrono verso mete che non hanno neanche scelto, e godersi il viaggio.
*scrittrice
Fonte: Il Vescovado
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