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Ravello: terminata la stagione turistica ecco l'abbandono. A partire dal centro storico

Inserito da (redazionelda), domenica 15 novembre 2015 17:18:04

di Salvatore Sorrentino

Che squallore, che desolazione.

La via più importante della città ... è stata oscurata, come quando avevo quattro anni e si doveva oscurare il paese, al fine di non essere visti e bombardati dagli aerei tedeschi.

Ieri sera, verso le sette, m'è venuta voglia di fare una passeggiata, cosa forse unica, perché, di questi tempi, evito di uscire, la sera, a prendere umidità. A trenta metri circa dall'ingresso di casa mia, c'è la Piazza San Giovanni del Toro. L'ho attraversata distrattamente, anche perché stavo maneggiando il mio telefono cellulare. Altrettanto ho fatto fino al giardino che sta dopo il palazzo del municipio.

Nell'oscurità quasi totale, ma piacevole, perché ti fa sentire nascosto, non soggetto alle critiche dei passanti, mi sono sentito quasi importante, come ravellese, perché camminavo su di un prato erboso, soffice sotto i miei piedi, tale che mi vergognavo quasi di calpestare quel manto di fiorellini spontanei, variopinti, che si distinguono pure nella semi oscurità, ancora più teneri e colorati che a primavera, i quali ricoprono la parte calpestabile del giardino.

Sì, la parte calpestabile, perché le aiuole, quelle per le quali il tesoriere del nostro comune paga fior di quattrini per mantenerle e manutenerle, sono inguardabili, pure la sera, che non si vede. Mi sono ricreato, pensando a com'è quel prato durante l'estate, quando, cioè, è frequentato da tanti turisti e visitatori d'ogni genere, che viene ad ammirare Ravello. Allora c'è poco da ammirare. Ci si puo' solo sedere un pochino e godere della frescura che vi circola.

Dopo alcuni minuti di calpestio, ho ripreso la via di casa. Due luci a cera davanti all'albergo 4 stelle Villa Fraulo, evidentemente messe lì per attirare l'attenzione di qualche improbabile turista. Altrimenti zero. Si tratta della via di Ravello di certo la più importante: oltre l'Albergo Villa Fraulo, avanzando verso settentrione, sulla sinistra, dopo i giardini, l'antico Palazzo Tolla, sede del Municipio; di fronte antico Palazzo Confalone, sede oggi dell'Albergo Palumbo, 5 stelle.

Il palazzo confina, sempre verso nord, col Belvedere Principessa di Piemonte, di proprietà della Locale Azienda Autonoma di Turismo e Soggiorno, che lo gestisce (si fa per dire). V'illustro qui appresso in che stato si trova.

Attaccato al Belvedere, l'antico Palazzo Sasso, residenza della famiglia omonima, dalla quale nacque il Beato Gerardo Sasso.

Questi, per meglio gestire e organizzare l'accoglienza dei pellegrini a Gerusalemme, vi fondò, nel 1113, la Confraternita di San Giovanni, che nel corso dei secoli divenne Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, la cui eredità è raccolta, oggi, dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

Il Palazzo Sasso, rimesso a nuovo in bellissimo stile, è utilizzato ad albergo: 5 stelle lusso.

Legato strutturalmente al Palazzo Sasso, l'albergo principe di Ravello, l'Hotel Caruso, 5 stelle lusso. Si tratta della dimora dell'antica Famiglia d'Afflitto nobile famiglia amalfitana. Le documentazioni storiche parlano dei d'Afflitto come di una illustre ed antica famiglia le cui origini risalgono a Placido, vissuto ai tempi dell'Imperatore Traiano, poi divenuto Sant'Eustachio.

Ed è proprio utilizzando resti della chiesa di Sant'Eustachio, in Pontone di Scala, che la famiglia D'Afflitto, in epoca medievale, costruì la sua residenza a Ravello.

Di fronte al Caruso, la monumentale Chiesa di San Giovanni del Toro, in eterno restauro. Ancora un pochettino più avanti, all'inizio della strada di accesso al Toro, appena lasciato, la via denominata Viale G. D'Anna, all'inizio della quale, resti della dimora di un'altra nobile famiglia ravellese, la famiglia Pironti. Anche questo rudere è da qualche tempo in fase di restauro.

Non è nel mio stile intrattenere a lungo il lettore, anche per non correre il rischio di perderlo. Perciò, faccio una pausa; domani, se il caro Direttore me lo permette, vi illustrerò in che condizioni versa la zona più bella (a parte le due Ville) e più importante, sotto ogni punto di vista, della Bellissima.

Fonte: Il Vescovado

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