Tu sei qui: AttualitàSfratto turistico ed emigrazione di necessità: in Costiera Amalfitana tante famiglie senza casa
Inserito da (redazionelda), sabato 25 agosto 2018 10:37:56
Mentre la fruttuosa stagione turistica 2018 si appresta a salutare il mese di agosto, in Costiera Amalfitana si gioisce per l'ennesimo positivo risultato in termini di presenze turistiche. Malgrado il benessere diffuso, questo è un periodo di grande difficoltà per diverse famiglie autoctone preoccupate per la propria situazione alloggiativa.
Non sono pochi i padri di famiglia alla ricerca spasmodica di un alloggio avendo ricevuto un preavviso di cessata locazione se non un'intimazione di sfratto.
Ma della disponibilità di abitazioni nemmeno a parlarne, oramai chi possiede qualche metro quadrato lo destina ad attività extralberghiera. Un fenomeno che investe i comuni ad alta vocazione turistica come Positano, Amalfi, Maiori e Ravello che inevitabilmente crea un allarme sociale non di poco conto, col rischio concreto di una preoccupante emigrazione di necessità.
Pur avendo un patrimonio immobiliare residenziale, quasi il doppio rispetto alle famiglie residenti (circa un migliaio), Ravello non riesce a soddisfare l'esigenza abitativa in quanto centinaia di abitazioni vengono destinate alle locazioni turistiche con un trend in crescita.
Il caso è stato già sollevato in Consiglio comunale dal gruppo Ravello nel Cuore rappresentato da Nicola Amato il quale, rivolgendosi a tutti i consiglieri, ha più volte posto il problema cercando di carpirne la sensibilità evidenziando che «il ruolo di un Consigliere comunale non è solo quello di verificare la legittimità degli atti e l'operato della maggioranza, ma anche di prestare attenzione alle situazioni critiche che interessano direttamente i cittadini».
Amato aveva chiesto all'Amministrazione comunale se avesse intenzione di costituire un gruppo di lavoro o una commissione consiliare specifica per affrontare le varie problematiche connesse alle esigenze abitative dei cittadini.
Lo stesso sindaco, dimostrandosi preoccupato per quanto stava succedendo, prospettò, tra le righe, il rischio di un graduale spopolamento del paese.
«Ad oggi nulla è stato fatto - dichiara Amato - Ma nulla cambierà se nulla sarà fatto o almeno immaginato! Ed è per questo che l'ente Comune si deve fare promotore di proposte da portare anche sui tavoli sovracomunli, prese all'unanimità in Consiglio comunale.
Oggi l'unico nostro compito è convincere alcuni proprietari di immobili a rivedere, dal punto di vista economico, le prospettive di un guadagno certo che può venire dall'affitto ai residenti. Con questo senza voler stravolgere l'economia turistica o ipotizzare la lotta alle attività extralberghiere (regolari), ma un ritornare alle locazioni ordinarie (a favore dei cittadini) con profitti che vanno ben oltre i guadagni prodotti dalla locazione turistica.
Volendo fare il conto della massaia, dal ricavato dai fitti turistici bisogna togliere l'IRPEF (dal 23% al 43%), le spese per un'assicurazione R.C, i consumi (acqua, luce, gas, condizionatori, Sky e WiFi), la Tassa rifiuti (spesso equiparata ad albergo), l'IMU e TASI come seconda casa, acquisti e adempimenti vari (P.S., ISTAT, Comune), con un utile netto di esercizio tra il 20 e il 30% (sempre che tutto sia regolarmente dichiarato), con rischio d'impresa.
Con la locazione ordinaria e l'intervento del Comune, che può prevedere agevolazioni in materia di IMU e TASI, con il versamento l'Irpef in misura fissa (con applicazione della cedolare secca al 21%), l'utile netto corrispondente sarà all'incirca del 70%.
Per fare questo l'Amministrazione deve determinarsi nel prevedere agevolazione dell'IMU e TASI per le abitazioni date in locazione a soggetti che ivi vi risiedono e muoversi nei tavoli sovracomunali per proporre, per i comuni ad alta vocazione turistica e con fenomeni di crescita delle residenze turistiche, l'applicazione della cedolare secca del 10% con contratti di locazione a canone concordato, stante l'emergenza abitativa unitamente all'intensità abitativa che in certi periodi dell'anno è triplicata se non quadruplicata.
Parimenti, pari determinazione l'A.C. dovrà dimostrare nell'attivare una serie di interventi: a) per accertare le locazioni irregolari con evasione totale di imposte, tasse e tributi locali (a danno delle casse comunali e delle persone corrette); b) per verificare se viene utilizzata la prima casa (esente IMU e TASI) per fitti turistici; c) risulterà altresì necessariomodificare la TARI per le locazionituristiche che svolgono attività d'impresa di fatto; d) considerare strumentali le abitazioni utilizzate per l'attività turistica;e) etc.,.intervenendo anche a livello sovracomunale, previa intesa regionale, per l'esatta interpretazione e proposta relativa relativamente al comma 3bis dell'art. 4 del D.L.50/2017 convertito nella Legge 96/2017, per la presunzione di imprenditorialità del fitto turistico con cui rivedere tutto il sistema e la destinazione delle abitazioni.
Si convochi la Commissione e si inizia a lavorare su quanto provocatoriamente sopra prospettato e sulle altre utili proposte che verranno dal tavolo per non far emigrare le nostre famiglie alla ricerca di una sistemazione alloggiativa fuori comune».
Per approfondire:
Fonte: Il Vescovado
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