Tu sei qui: AttualitàStop ai test d’ingresso per Medicina: approvata la riforma del numero chiuso
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 23 ottobre 2024 10:42:10
L'accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria cambia radicalmente. La 7ª Commissione del Senato ha dato il via libera alla riforma che abolisce il numero chiuso e i test d'ingresso per questi percorsi di studio, introducendo un nuovo modello basato sulla libera iscrizione al primo anno.
La ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha illustrato i punti chiave della riforma tramite un post sui social. Il sistema prevede che tutti gli studenti possano iscriversi liberamente al primo anno di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, seguendo programmi uniformi e coordinati a livello nazionale. Al termine del primo semestre, sarà la valutazione dei crediti formativi universitari (CFU) ottenuti a decidere l'accesso alla graduatoria nazionale, che determinerà la possibilità di proseguire nel corso di studi. Per chi non riuscirà a ottenere i CFU necessari, gli esami sostenuti saranno comunque riconosciuti per altri percorsi formativi.
"Abbiamo lavorato per un sistema che metta al centro i ragazzi e i loro sogni", ha dichiarato la ministra Bernini, sottolineando l'impegno del governo nel garantire una formazione specialistica di eccellenza. Un passo che, come ribadito dalla ministra, rappresenta solo la prima fase di una riforma più ampia che toccherà anche la formazione post-laurea e le specializzazioni mediche.
La questione del numero chiuso è stata oggetto di un lungo dibattito, soprattutto negli ultimi mesi. Tra le voci più critiche, quella del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che si era espresso duramente contro l'attuale sistema di selezione. La nuova riforma segna dunque un cambiamento epocale, che promette di aprire nuove opportunità per migliaia di giovani aspiranti medici, odontoiatri e veterinari.
Il provvedimento mira non solo a semplificare l'accesso a queste facoltà, ma anche a rispondere alle esigenze di un sistema sanitario che necessita di un numero sempre maggiore di professionisti formati e pronti a entrare nel mondo del lavoro, come confermato dal piano del governo per l'inserimento immediato dei giovani specializzandi nei reparti.
Rimane alta l'attenzione sul futuro di questa riforma, che dovrà dimostrare di essere in grado di mantenere l'equilibrio tra l'apertura agli studenti e il mantenimento degli standard di eccellenza formativa richiesti per le professioni sanitarie.
Fonte: Il Vescovado
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