Tu sei qui: AttualitàTerremoto Centro Italia: da Ravello inviati ad Amatrice viveri e medicinali
Inserito da (redazionelda), giovedì 25 agosto 2016 19:04:43
Tre furgoni carichi di generi di prima necessità e destinati alle popolazioni del centro Italia colpite dal terribile terremoto della scorsa notte sono partiti stamani da Ravello. Frutto della grande solidarietà dei ravellesi, che hanno risposto in massa all'appello che 'Ravello Tricolore' ha lanciato, organizzando la raccolta di alimenti, vestiti e medicinali, questi ultimi acquistati questa mattina con i circa 3000 euro raccolti nella giornata di ieri.
Alla volta di Amatrice è partita una delegazione formata da sei persone e composta da Giuliana Buonocore, dal consigliere comunale Alberto Gambardella, da Roberto Palumbo, Antonio Polverino, Alfonso Paolo Calce e Luigi Cioffi, che ha incontrato l'altra delegazione di volontari dela protezione civile Millenium che da stamane sta lavorando all'allestimento di una nuova tendopoli. Un gesto davvero importante quello della città di Ravello che dimostra ancora una volta quanto la solidarietà faccia parte della grande civiltà di un popolo.
«Ancora una volta i giovani di Ravello e sono sicuro anche quelli dell'intera costieta amalfitana si sono mobilitati per apportare il loro contributo e la loro solidarietà a tutti coloro che in queste ultime ore sono stati messi a dura prova dal disastro sismico che ha colpiro il cuore geografico del nosto Paese registrando un drammatico bilancio di centinaia fra morti e dispersi - ha detto il sindaco di Ravello Salvatore Di Martino - Nelle prossime ore verificheremo anche la possibilità di ospitare qualche famiglia senza tetto nel nostro territorio».
Ora però c'è bisogno di soldi e non di viveri. «A costo di essere sfacciato, voglio essere sincero. Di generi alimentari ne stanno arrivando tantissimi, c'è il rischio che il cibo vada sprecato - ha detto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi - e questo non deve accadere. In questo momento, oltre alla solidarietà umana, e ce n'è tanta, di contributi economici. Qui non c'è più niente. Bisogna pensare alla ricostruzione, ad Amatrice servono soldi, non c'è più un'attività commerciale, non c'è' più niente. Servono soldi».
Fonte: Il Vescovado
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