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Unione Europea approva modifiche a disciplinare Limone Costa d'Amalfi IGP

Inserito da (admin), mercoledì 13 settembre 2017 19:30:48

Dopo un iter durato poco più di un anno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea n.230 del 6/09/2017 il Regolamento di Esecuzione (2017/1523) che approva le modifiche al Disciplinare di Produzione dell'Indicazione Geografica Protetta "Limone Costa d'Amalfi", avanzate dal Consorzio di Tutela, unico soggetto legittimato a presentare l'istanza.

L'Indicazione Geografica Protetta (I.G.P) "Limone Costa d'Amalfi" designa i limoni riferibili alla cultivar "sfusato", aventi le caratteristiche riferibili all'ecotipo amalfitano e coltivati esclusivamente nei paesi della Costiera Amalfitana. Nello specifico, la zona di produzione comprende l'intero territorio del comune di Atrani e parte dei territori dei comuni di Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri sul Mare.

Il sistema di coltivazione del limone Costa d'Amalfi IGP è costituito da terrazzamenti inglobati in muretti di contenimento (c.d. macere), con l'ausilio di impalcature in pali di castagno e/o altro materiale ecocompatibile con le esigenze di tutela paesaggistica, di altezza non inferiore a 180cm al momento della sostituzione, utilizzando coperture di riparo dagli agenti atmosferici avversi e per garantire una scalarità di maturazione dei frutti. La possibilità di utilizzare anche materiale ecocompatibile più duraturo determinerà un abbassamento dei costi fissi e, al contempo, un'incentivazione alla coltivazione di questo agrume.

La cultivar per la realizzazione di impianto ex novo, di reimpianti o di reinnesto, dovrà essere esclusivamente lo "Sfusato Amalfitano" certificato da vivai autorizzati dalla Regione Campania e accreditati dal servizio fitosanitario.

La raccolta dei frutti dalla pianta deve essere effettuata a mano e va impedito ogni contatto del frutto col terreno. La produzione massima per ettaro passa da 25 a 35 tonnellate in coltura specializzata o promiscua, mentre la densità di impianto per ettaro è stata portata a 1200 piante. Tale modifica si è resa necessaria in seguito alla constatazione in campo che l'incidenza del numero di piante per ettaro è strettamente correlata alla forma e alla larghezza dei terrazzamenti, la cui irregolarità determina una forte variabilità del numero di piante per ettaro, dovendo l'agricoltore sfruttare ogni spazio disponibile per la coltivazione. La densità di impianto, invece, è in funzione della pendenza del crinale collinare che, in molti casi, definisce la larghezza dei terrazzamenti.

Il limone Costa d'Amalfi IGP dovrà essere posto in vendita in appositi contenitori rigidi, la cui capienza varia dal singolo frutto fino ad un massimo di 15Kg, preferibilmente realizzati con materiale di origine vegetale. Sono, tuttavia, ammessi anche contenitori rigidi in cartone.

I prodotti elaborati, derivanti dalla trasformazione del limone, possono utilizzare, nell'ambito della designazione degli ingredienti, il riferimento al nome geografico "Costa d'Amalfi" a condizione che per la preparazione del prodotto siano utilizzati esclusivamente limoni Costa d'Amalfi IGP, sia esattamente indicato il rapporto ponderale tra quantità di limoni IGP utilizzati e quantità di prodotto elaborato ottenuto e che l'utilizzo di limoni IGP sia dimostrato mediante l'acquisizione delle ricevute di produzione, rilasciate dai competenti organi della Regione, e la annotazione sui documenti ufficiali.

«Le modifiche apportate al Disciplinare di Produzione sono il punto di arrivo di un lavoro costante e faticoso, fortemente voluto da tutti i membri del Consiglio di Amministrazione e dal Direttore del Consorzio, Chiara Gambardella» afferma Angelo Amato, Presidente del Consorzio di Tutela del Limone Costa d'Amalfi IGP «In questo modo abbiamo cercato di tutelare il più possibile sia il consumatore finale che il singolo produttore, favorendo al contempo una maggiore conoscenza di questo prezioso agrume e delle sue indubbie proprietà e incentivando le nuove generazioni a riprendere la coltivazione di quello che, a tutti gli effetti, rappresenta il simbolo della Costiera Amalfitana, garantendo così una maggiore manutenzione dei terrazzamenti e, di conseguenza, dell'intero territorio».

Fonte: Il Vescovado

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