Tu sei qui: CronacaAcquisto ex Cofima, l'opposizione compatta sul "no"
Inserito da (admin), martedì 16 novembre 2010 00:00:00
Si è tenuta questa mattina, presso l’Aula Gemellaggi del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, la conferenza stampa sul tema “Partecipazione del Comune all’asta fallimentare per l’acquisto dei capannoni ex Cofima”, promossa dalla sezione cavese di Futuro e libertà per l’Italia e dalle varie forze di opposizione.
Sono intervenuti: Mario Farano, presidente di “Futuro e libertà”; Luigi Gravagnuolo, consigliere comunale di “Città nuova”; Giuliano Galdo, segretario cittadino del Partito Democratico; Enzo Servalli (capogruppo), Pasquale Scarlino e Nunzio Senatore, consiglieri comunali del PD; Enrico Polichetti e Sabato Sorrentino, consiglieri comunali di “Solo per Cava”; Enzo Bove, consigliere comunale di “Associazione 61 Progress”.
Al termine degli interventi, durante i quali è stato ribadito il secco e deciso no alla partecipazione del Comune all’asta pubblica, è stata letta la “lettera aperta” al sindaco Galdi, sottoscritta da tutti gli intervenuti e protocollata con il n. 67727 in data odierna, nella quale i relatori evidenziano tutte le criticità, le contraddizioni ed i rischi a loro pareri insiti nell’operazione. Ecco la lettera aperta al primo cittadino:
«Egregio Sig. Sindaco, l’Amministrazione comunale ha deciso di partecipare ad un’asta fallimentare per l’acquisto di parte dell’ex-ceramica Cava, successivamente attratta nel fallimento della Cofima.
Lei ha programmato di spendere solo per l’acquisto fino a €. 5.000.000. Il perito del tribunale ha indicato per costi di ricostruzione altri €. 11.000.000. Ed occorrono, per l’abbattimento dei capannoni e smaltimento dei materiali tossici, almeno €. 1.000.000.
Lei sottrarrà risorse preziose ai servizi ai cittadini, proprio mentre la città sta vivendo una crisi occupazionale ed economica senza precedenti ed i trasferimenti dello Stato si riducono in maniera esponenziale, costringendo i Comuni a fare salti mortali per mantenerli. E questo per fare un acquisto senza prospettive e senza che Lei abbia indicato motivazioni ed obiettivi precisi sui quali fondare il confronto politico, verso il quale Lei sembra che manifesti una crescente insofferenza.
In poche ore Lei ha indicato come obiettivi l’ospedale o locali per la movida o uffici comunali e delle aziende partecipate o possibili residenze, mentre il suo vice ha “aperto” ai privati, tradendo forse il vero disegno che si nasconde sotto l’infausta delibera.
Egregio sindaco, la cosa non ci convince. Lei si appresta a commettere un errore che inciderà negativamente sulle finanze della città. Tutto l’iter è poco convincente.
Infatti:
1) Per dimostrare che i 5.000.000 di euro stanziati per l’acquisto saranno ben spesi, Lei ci ha parlato di una perizia di un ingegnere estraneo al Comune, ma ci ha nascosto che i 15.775.000 di euro, spacciati per valore stimato, sarebbero un ipotetico utile lordo, dal quale detrarre le tasse e le spese di progettazione. Ma ciò nel caso in cui il Comune si decidesse a fare una speculazione immobiliare, cioè a costruire e vendere in proprio. Il Comune insomma dovrebbe cambiare mestiere, mettersi a fare l’imprenditore. E tutti sanno che le iniziative imprenditoriali non sempre hanno successo. Ed in ogni caso gli imprenditori rischiano in proprio, non con i soldi dei cittadini!
2) Nell’ipotizzare l’operazione immobiliare non si tiene conto del fatto che al di sopra del Comune vi è il Consorzio per l’area di sviluppo industriale, che ha vincolato i capannoni a “piccola industria, artigianale, commerciale e terziario”, quindi non ad appartamenti. E il Consorzio, dopo l’acquisto, potrebbe anche non essere d’accordo a concedere il cambio di destinazione, facendo cadere in un sol colpo il castello di carte da Lei costruito.
3) Il perito avverte che negli archivi del Comune non ha trovato la licenza edilizia e vi sono 3.800 mq di capannoni abusivi, mentre un Suo dirigente Le ha scritto che non sa se gli abusi sono sanabili e un altro che l’acquisto, pregiudicando il patto di stabilità interno, rende necessaria la vendita degli immobili comunali, che, a questo punto, si tramuterebbe in una svendita.
4) Lei forse non si è reso conto che i capannoni che vorrebbe acquistare non sono quelli che stanno di fronte all’autostrada, ma quelli dietro, che confinano con una fogna a cielo aperto ed hanno 2 accessi, uno più infelice dell’altro. Ma forse Lei sta pensando di acquistare anche la parte davanti? Ma ha pensato a come reperire i fondi? O forse ha pensato di acquistare e di dare poi tutto a qualche privato, coinvolgendo anche gli altri capannoni che stanno di fronte al casello autostradale. E allora a chi giova?
5) Pensiamo, infine, che non Le sia sfuggito che i capannoni potrebbero essere espropriati ad istanza di un qualsiasi industriale, che pagherebbe solo €. 800.000. E se non Le è sfuggito, perché ha parlato di un valore di €. 15.775.000 ed ha deciso di spendere €. 5.000.000?
Non ci ha convinto e non ci convince ancora quello che Lei sta tentando di fare».
Bove Enzo, consigliere comunale “associazione 61 Progress” - Farano Mario, presidente “Futuro e libertà” - Galdo Giuliano, segretario cittadino “Partito Democratico” - Gravagnuolo Luigi, consigliere comunale “Città nuova” - Polichetti Enrico, consigliere comunale “Solo per Cava” - Scarlino Pasquale, consigliere comunale “Partito Democratico” - Senatore Nunzio, consigliere comunale “Partito Democratico” - Servalli Enzo, capogruppo consiliare “Partito Democratico” - Sorrentino Sabatino, consigliere comunale “Solo per Cava”
Fonte: Il Portico
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