Tu sei qui: CronacaAttentati, altri due arresti
Inserito da (admin), giovedì 7 febbraio 2008 00:00:00
Sono responsabili degli attentati messi a segno tra il 4 e l'11 luglio 2007 a Cava de'Tirreni ai danni di tre esercizi commerciali, "Cine & Città", "La Metelliana centro servizi funebri" ed "Emporio 2004". Secondo quanto rilevato dagli agenti della sezione Criminalità organizzata della Squadra Mobile (diretta dai vicequestori Carmine Soriente e Giovanni Amodio) e dagli agenti del locale Commissariato, avrebbero più volte tentato, nella stessa nottata, di mettere a segno anche più colpi, ma non tutti sarebbero poi realmente riusciti. Daniele Tortora, 23 anni, di Nocera Superiore, con precedenti a carico in materia di stupefacenti, e Simone Vaticone, 21enne di Nocera Inferiore, con precedenti a carico per reati contro il patrimonio, sono stati arrestati all'alba di ieri in esecuzione di un ordine di custodia cautelare firmato dal Gip Gaetano Sgroia, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Ad incastrare entrambi, oltre ai risultati investigativi, anche le riprese di alcune telecamere interne ai negozi.
Secondo gli inquirenti, Tortora e Vaticone sarebbero i complici dei 3 ragazzi acciuffati la notte tra il 30 ed il 31 gennaio, sempre a Cava, dopo aver fatto esplodere una bomba davanti allo studio tecnico "Infortunistica Della Brenda srl" di Corso Mazzini. Allora le porte del carcere si aprirono per altri 3 giovanissimi: Guglielmo Mandiello di 22 anni, Vincenzo Carbone di 18 ed un minore, R.M.C. di 17 anni, tutti con precedenti penali per reati contro il patrimonio e tutti di Nocera Inferiore. Per tutti l'accusa è di concorso nei reati di detenzione e porto in luogo pubblico di materiale esplodente, danneggiamento seguito da incendio e danneggiamento aggravato. Il Gip ha riconosciuto per Tortora e Vaticone anche l'aggravante dell'articolo 7, che contempla quei delitti commessi avvalendosi delle condizioni di intimidazione ed assoggettamento omertoso proprio delle associazioni camorristiche. La strategia criminale messa in atto dal gruppo di giovanissimi dell'Agro nocerino, secondo quanto attestato dalla Polizia, era basata proprio sulla forza dell'intimidazione, portata avanti con eclatanti danneggiamenti nell'arco di pochissimo tempo. Gli inquirenti sono difatti convinti che, dietro i 5 ragazzi finora acciuffati, possa esserci la regia di qualche personaggio di spicco della malavita organizzata.
Impronte sulle taniche ed un giubbotto con cappuccio
Agivano sempre in tre. Uno posizionava l'ordigno, altri due andavano a controllare che fosse esploso. È questa la tecnica utilizzata dai giovani nocerini negli attentati a Cava. La prova arriva dai filmati in possesso della Polizia. Come la videocassetta della telecamera interna al negozio "Cine & Città". Il filmato riprende un giovane di corporatura snella, che indossa un giubbotto con cappuccio che gli copre il capo. Il giovane entra, estrae da una busta di plastica un involucro di forma rettangolare con un'evidente miccia e lo sistema sopra al distributore di cassette, cospargendo il tutto con liquido infiammabile. Poi accende la miccia e va via. Ma l'ordigno non esplode. Dopo 7-8 minuti arrivano i suoi due complici (si suppone che assieme a Tortora e Vaticone ci fosse anche Mandiello in questa circostanza) a bordo di un ciclomotore. Uno dei due, con il volto coperto da un casco, entra all'interno del negozio per accertare la mancata esplosione dell'ordigno. Controlla quanto accaduto e si allontana. Dopo alcuni minuti ritorna il giovane che aveva collocato la bomba. Accende di nuovo la miccia e si allontana frettolosamente. Pochi istanti e l'ordigno esplode.
Spietati e spregiudicati, benché tutti giovanissimi. Comunque ben organizzati. È questo il quadro criminale che emerge dall'analisi criminale di Tortora, Vaticone e degli altri 3 complici ritenuti tutti, a vario titolo, responsabili di 4 attentati dinamitardi e del possesso di materiale esplosivo, relativamente alla bomba ritrovata a casa di Mandiello. Quando non utilizzavano materiale ad alto potere esplosivo, allora non lesinavano l'uso della benzina. Non tutti gli attentati, infatti, sarebbero stati commessi con la stessa tecnica. Nel caso di "Emporio 2004", ad esempio, sono state ritrovate delle taniche di benzina precedentemente acquistate al distributore automatico della Esso, in via XXV Luglio a Cava de'Tirreni. Anche in questa circostanza hanno avuto la mano pesante: gli inquirenti hanno trovato ben due taniche di 4 e 5 litri ciascuna. Su queste sono state rilevate le impronte di Vaticone. A casa sua è stato trovato il giubbotto di colore scuro e con cappuccio che appare in tutti i filmati in possesso della Polizia. Sarebbe stato lui, dunque, ad accendere le micce.
Fonte: Il Portico
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