Tu sei qui: CronacaBarionissi, Grazia Biondi sfrattata: sarà ospitata dall'associazione "Orizzonti Onlus"
Inserito da (Redazione), giovedì 3 ottobre 2019 10:24:55
di Patrizia Reso
La storia di Grazia Biondi - ricordiamo che ha denunciato la violenza domestica che ha subito da parte del marito - è ricca colpi di scena ad effetto, che incidono puntualmente sul suo nuovo equilibrio faticosamente riacquisito, da renderlo vacillante.
Sembra che l'ultimo atto di questa commedia tutta all'italiana si è compiuto il 30 settembre scorso. Credo che in nessun Paese del mondo si possa togliere, per legge, una casa acquistata anche i propri averi, a una donna dopo la separazione, per giunta malata. Credo che sia un caso più unico che raro.
A prescindere da qualsiasi considerazione, comunque mi sarebbe piaciuto essere presente nel momento in cui è arrivato l'Ufficiale Giudiziario, per espletare il suo compito.
La primavera scorsa eravamo in tante nei pressi dell'abitazione in cui risiedeva Grazia Biondi, pronte a darle il nostro sostegno e supporto, materiale e morale, in occasione della prima ingiunzione. Quel giorno abbiamo visto arrivare diverse persone: l'Ufficiale Giudiziario, la squadra di operai ingaggiata con ogni probabilità per scardinare le vecchie serrature d'accesso all'immobile e sostituirle con le nuove, l'ex coniuge, suo figlio di primo letto, forse avvocati... Erano in tanti, per mettere alla porta una donna, ma noi eravamo di più e, forse, la nostra presenza ha inciso sul rinvio dell'esecuzione dello sfratto. C'era comunque il rischio di brutte figure agli occhi di troppi testimoni. Non so, è solo una supposizione. C'è pure l'ipotesi di una programmazione scientifica per prolungare l'agonia psicologica di Grazia ... Anche questa una supposizione, legata prevalentemente a parole dell'ex coniuge: "Ti devo distruggere".
Oggi ho solo una certezza, quella della meraviglia (forse della rabbia) che si sarà manifestata lunedì mattina quando si è presentato lo stesso drappello per rendere esecutivo questo sfratto ed hanno trovato solo l'avvocato di Grazia, pronto alla cessione delle chiavi. Forse si aspettavano una Grazia che si strappava i capelli, che si incatenava al cancello, circondata da donne scalmanate impegnate in un pittoresco flash mob. Tutto questo non è avvenuto perché, mentre loro si impegnavano ad applicare diligentemente la legge, noi, con Grazia in primis, svolgevamo una conferenza stampa presso la sede di Manden, presieduta dalla stessa Grazia, come Assemblea Permanente delle donne di Salerno e provincia, che racchiude una rete territoriale di realtà associative, tutte attive.
Una conferenza stampa nata con l'intento di sottolineare la carenza di interesse, e politico e legislativo, per la condizione di estrema fragilità in cui versa una donna che sopravvive a violenze domestiche, da renderla anche invalida in molti frangenti non sfociate solo per un caso fortuito in femminicidio. Alla fragilità tutta interiore, si somma quella materiale di non avere un'autonomia finanziaria, vuoi perché ha rinunciato ad un lavoro per crescere i figli, vuoi perché ha creduto nell'altro prestando la propria collaborazione, vuoi per la povertà occupazionale vigente o per avere un'età ingrata non più appetibile per un mercato già saturo. Resta il fatto che questa donna deve non solo ricostruirsi ma si deve anche arrabattare dalla mattina alla sera per sopravvivere in una società che ignora completamente le sue condizioni.
Il caso di Grazia è lapalissiano: ha dovuto rinunciare alla, anche sua, abitazione.
No, Grazia non si è fatta trovare né incatenata né disperata. No, non ha chiamato le donne dell'Assemblea Permanente per formare una catena umana attorno all'abitazione, sarebbe stato molto scenografico. Nulla di tutto questo! Grazia, da donna di legge, dato che è avvocato, ligia alle regole civili e rispettosa di quelle dello Stato, ha pensato che la cosa più opportuna da fare era proprio lasciare quella casa, come le ha imposto una legge, anche se ingiusta. Ha lasciato quella casa con tutto dentro, tranne le sue poche cose che l'accompagneranno in dimore inizialmente itineranti, in un secondo momento più stabili, presso comunità o case famiglia che si sono offerte di accoglierla, da Nord a Sud.
Ha lasciato tutto, anche cibo nel frigo, d'altronde dove avrebbe depositato o riposto?
Da qui la mia immaginazione ha iniziato a cavalcare e mi sono figurata tanti volti scolpiti nell'incredulità, certi di trovare una donna disperata, invece con la sua presenza e partecipazione alla conferenza stampa ha dimostrato tutta la dignità che una donna può indossare.
Fonte: Il Portico
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