Tu sei qui: CronacaCarolina Damiani novella Luisa Sanfelice
Inserito da M. Elena Esposito (admin), martedì 21 giugno 2005 00:00:00
Ogni mercoledì fino al 27 luglio, al Castello Medioevale di Agropoli, Luisa Sanfelice ritornerà al suo castello. La sua vita e la sua storia vera saranno rappresentate nella piece teatrale "Luisa, ovvero l'involontaria. La storia vera di Luisa Sanfelice", in cui si intervalleranno recitato, narrazione, cantato e frammenti di danza. L'opera sarà ambientata nello scenario del Castello Medioevale, luogo in cui Luisa realmente soggiornò tra il 1783 ed il 1791. Grande protagonista la giovane attrice cavese Carolina Damiani, che con il suo volto, la sua grazia, la sua bravura, farà rivivere tutte le emozioni di una donna che non ha mai conosciuto amore e rispetto, neanche dopo la morte. Luisa Sanfelice fonde il proprio ricordo tragico a quello della Rivoluzione napoletana del 1799. Il suo coinvolgimento nello sventare la congiura contro-rivoluzionaria dei fratelli Baccher la fece diventare, suo malgrado, "Madre della Patria". Tornati i Borboni a Napoli, il suo epilogo fu dolorosissimo. Luisa fu dolcissima donna bella e passionale, vittima di un marito irresponsabile ed opportunista e della ferocia dei Borboni, simbolo della disumanità. Il marito stesso la condurrà in carcere e l'11 settembre del 1800 Ferdinando IV la farà decapitare, dopo terribile tortura. Quando Carolina, lo scorso 2 maggio, è stata scelta per interpretare Luisa, le emozioni suscitate dalla giovane e valente attrice cavese sono state forti ed appaganti. Carolina ha una personalità spigliata e passionale. E' attrice che si emoziona ed emoziona, trascina con maestria in momenti di grande suggestione e d'incanto. La sua voce seducente dalle note calde, la malia del suo canto, che richiama alla mente le leggendarie sirene, la sua frizzante e semplice vivacità, la sua duttilità interpretativa, ma soprattutto la grande capacità di emozionare, commuovere e turbare, hanno indotto a sceglierla per la parte della protagonista. Carolina Damiani non recita, ma sente, interpreta, vive la gioia, la passione ed il dolore fino al momento drammatico del martirio. Carolina ripercorrerà per il pubblico le orme di Luisa Sanfelice nel suo triste pellegrinaggio. Darà voce ad un antico lamento che il Cilento ed il Regno di Napoli non hanno mai potuto dimenticare, facendo rivivere l'emozione di un sogno, la ricerca appassionata di inutili chimere. La brava Carolina è stata recentemente impegnata nella rievocazione storica della peste a Cava de'Tirreni, rappresentata il 3 giugno in Piazza Duomo, con la regia di Annamaria Morgera e di Magda Bisogno, ed ha partecipato alla sit-com "Coffee Break", esperimento ludico di tre ragazzi cavesi, Mauro Paolucci, Amleto Picerno Ceraso ed Andrea di Domenico, che hanno scritto e diretto le puntate in onda su Lira Tv e Telenuova. La bella attrice cavese, che frequenta la prestigiosa Accademia d'Arte drammatica "Silvio D'Amico" e che ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo teatrale già dal 1992, e poi anche in quello del cinema, è garanzia di spettacoli di qualità e di serate appassionanti, avvincenti e commuoventi. Carolina sulla scena è come Luisa. E' come il mare: in lei le passioni annegano, si inabissano, ma la corrente di queste acque sempre più velocemente la trasformano. Lei stessa si trasfigura, intenerisce il cuore, lenta diventa per noi non più onda marina che travolge, ma pianto, dapprima immenso, che sgorga, scende, poi nelle tinte più fosche e cupe muta in piccola lacrima, che scorre nelle stanze intime dei nostri pensieri, fluisce verso emozioni che incontrano i dolori di tutta l'umanità. Luisa è l'emblema della tortura, quella antica e quella attuale; Carolina simboleggia un mondo che non si modifica mai, il nostro. Questi spettacoli, organizzati dalla Casteldario e dall'Associazione culturale "Arte e Parte" di Agropoli, che portano la firma di un regista d'eccezione, Roberto Biselli (direttore artistico del "Teatro di Sacco" di Perugia), ambiscono a far ritrovare alla sventurata ed involontaria eroina settecentesca una dimensione nuova e caritatevole, una dignità umana che riporti il rispetto della vita.
Fonte: Il Portico
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