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Inserito da (admin), mercoledì 25 febbraio 2009 00:00:00
Novità interessanti sulla vexata quaestio "immobili abusivi". Francesco Siani e Carmela Palestra, proprietari di uno degli 11 immobili per i quali è stata emessa sentenza di demolizione in quanto sottoposti a vincolo paesaggistico, hanno deciso di abbattere autonomamente il proprio manufatto sito a Pregiato, in località Starza.
A darne notizia il tecnico di fiducia dei due proprietari, l’arch. Eugenio Tenneriello, dipendente comunale part-time, attualmente in servizio presso l’Ufficio “Verde pubblico”. Risale, infatti, alla settimana scorsa il dissequestro dell’immobile da parte del magistrato e l’invio della comunicazione al Comando di Polizia Municipale, al responsabile del procedimento, l’arch. Collazzo, ed al dirigente dell’Avvocatura dello Stato.
Fermo sostenitore della scelta dei suoi assistiti, l’arch. Tenneriello pone l’accento sul “no” arrivato dalla Sovrintendenza di Salerno e sull’impossibilità di aggirare in qualche modo una sentenza che aspetta solo di essere eseguita.
La demolizione resta inevitabile, nonostante le manovre politiche del sindaco Gravagnuolo, fortemente impegnato nella “querelle abbattimenti” unitamente all’assessore alla Qualità del Disegno Urbano, Rossana Lamberti, tra l’altro recentemente colpita da oscure minacce telefoniche.
Vale, dunque, la pena valutare i vantaggi provenienti da un’azione autonoma, che non preveda l’intervento delle ruspe del Comune. Come sottolinea l’arch. Tenneriello, tale scelta comporta innanzitutto un rientro economico, che certamente non ci sarebbe nel caso di una demolizione in danno, nella cui eventualità l’abusivo dovrebbe affrontare non solo spese ben maggiori, ma soprattutto l’acquisizione del terreno da parte del Comune.
In tal senso il rischio si fa consistente anche per i fabbricati costruiti in “zona gialla”, ovvero a rischio idrogeologico non elevato. Come si ricorderà, l’Amministrazione comunale si era riproposta di intervenire in modo da mitigare i rischi e salvare gli immobili. Ciò vorrebbe dire mettere in sicurezza i fabbricati, effettuando lavori di adeguamento dell’impiantistica e della rete fognaria, oltre che per il contenimento energetico. Il tutto con i soldi dei cittadini.
Si tratta, dunque, di un iter costoso per la comunità e dall’esito incerto. Nessuna priorità in caso di nuova assegnazione, infatti, per chi abita l’immobile messo sott’accusa: bisognerà concorrere tramite bando, poiché il fabbricato sarà acquisito dal Comune.
Bisogna perciò intervenire per ridurre al minimo i danni che una sentenza di demolizione comporta. I due "abusivi" Francesco Siani e Carmela Palestra, ad esempio, affronteranno una spesa di "soli" 6mila euro per l’abbattimento dell’immobile, per il trasporto del materiale di risulta e per la ricomposizione dello stato del luogo tramite l’immissione di terreno vegetale. Il tutto nella certezza che nulla verrà espropriato.
Fonte: Il Portico
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