Tu sei qui: CronacaDisfida, sott'accusa l'organizzazione
Inserito da La Redazione (admin), venerdì 9 luglio 2004 00:00:00
Gravi pecche organizzative nell'edizione 2004 della Disfida dei Trombonieri. Le hanno rimarcate tutti, dai semplici spettatori agli stessi protagonisti dell'evento. Un argomento di grande interesse. Lo conferma l'impressionante numero di interventi presenti sia nel nostro forum sulla Disfida che nell'articolo dedicato alla manifestazione. Opinioni magari contrastanti nel giudizio sui singoli Gruppi, ma tutte concordi nel denunciare le pesanti lacune di carattere organizzativo. Ben vengano, comunque, le critiche costruttive, finalizzate a quel salto di qualità sempre auspicato, ma mai avvenuto. Sull'argomento abbiamo interpellato una voce autorevole: Antonio Di Martino, noto giornalista cavese, nonché speaker al "Simonetta Lamberti" della Disfida 2004. Avendo "vissuto" l'evento in prima linea, nessuno meglio di lui può "illuminarci" sugli aspetti ed i retroscena della discussa macchina organizzativa. Critiche sì, ed anche pesanti, ma con l'invito a non criminalizzare nessuno ed a collaborare tutti insieme per la crescita della manifestazione. Leggiamo insieme...
«Le polemiche sulla Disfida confermano che c'è interesse ancora su quest'appuntamento che in città accende sistematicamente la massa. Ma è necessario quel salto di qualità che in tanti chiedono. Mi sono accorto anch'io, pagandolo sulla mia pelle, che qualcosa non è andato nel verso giusto. Posso immaginare facendo dietrologia i motivi di queste defaillance registrate. A partire dall'impianto audio, quest'anno limitato alle sole trombe dello stadio, come mi hanno detto appena 48 ore prima della Disfida, per motivi economici. Credetemi, per uno speaker non è il miglior biglietto da visita per un lavoro tranquillo. Ho dovuto pensare persino a procurarmi un paio di microfoni di proprietà del mio collega Rino Ferrara per evitare di dover utilizzare quello fisso dello stadio, che avrebbe fatto sentire anche il din don che nelle domeniche calcistiche ci accompagna quando si annunciano le sostituzioni. Sono convinto che a remare contro sia stato più di uno. Ma sentire ora parlare ingenerosamente di Disfida da cancellare, da bocciare, da sottrarre ai legittimi titolari, beh, allora non sono d'accordo. Sarà infatti facile organizzarne un'altra se ci sono i soldi a sufficienza.
Un'annotazione a margine. Nel forum sulla Disfida in linea su questo portale è presente l'intervento di un anonimo che segnala l'ingiusta assegnazione alla squadra "SS. Sacramento" della seconda coppa. Bene, vorrei ripercorrere la vicenda con la correttezza che, spero, in tanti mi riconoscono. Ho chiesto e ottenuto di partecipare alle prove dei trombonieri allo stadio alla vigilia della Disfida per appuntarmi ogni passaggio, poi da commentare la domenica sera per aiutare gli spettatori a seguirla nel miglior modo possibile. A farmi da ciceroni d'eccezione proprio il presidente dell'Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri, Franco Senatore, e il suo vice, Vincenzo Nicoli. Ogni passaggio che mi hanno prospettato è stato registrato sul mio taccuino. Quando, però, la domenica sera ci siamo ritrovati per la manifestazione, molte cose erano loro sfuggite. Resta bene inteso, nessuna croce addosso perché è tanta la tensione che qualcosa può pur sempre sfuggire. Come è il caso, "eclatante", del nuovo trofeo "Città Fedelissima". A me speaker non è stato comunicato se non quando al termine della Disfida la giuria mi ha consegnato i due verdetti separati. Dopo la premiazione, poi, gli addetti ai premi mi hanno fatto notare che era avanzata una coppa, quella per la migliore qualità nello sparo. Ho chiesto, allora, lumi alla giuria, che mi ha confermato che solo due erano stati i verdetti emessi e che per il trofeo "Città Fedelissima" per la miglior coreografia erano stati valutati sia l'eleganza dello schieramento iniziale, sia quella sulla linea di sparo. E che, dunque, entrambe le coppe erano da assegnare al gruppo SS. Sacramento. Se errore c'è stato, probabilmente, è scaturito lì in quei momenti di eccitata concitazione per la vittoria finale della Pergamena Bianca.
Resta una considerazione finale. Invece di criminalizzare questo o quel gruppo, questo o quell'errore, bisognerebbe davvero tutti insieme costruire qualcosa di più importante e qualitativamente valido per la crescita della Disfida. A partire da uno speaker magari più professionale del sottoscritto».
Antonio Di Martino
Fonte: Il Portico
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