Tu sei qui: CronacaEsercizio abusivo di professione, condannato Bove
Inserito da La Redazione (admin), martedì 24 febbraio 2009 00:00:00
Per diversi giorni se n’è parlato sottovoce nei corridoi della politica, ma ieri mattina è arrivata la conferma dal diretto interessato: Enzo Bove è stato condannato a 15 mesi di reclusione (pena sospesa) per abuso di esercizio della professione di psicoterapeuta.
A denunciarlo è stato un avvocato napoletano, che, rivoltosi all’Associazione Onlus Adress, presieduta dallo stesso Bove, per aiutare il giovane figlio ad uscire dal tunnel della droga, ha accusato l'attuale presidente della Metellia Servizi di aver praticato durante i colloqui delle vere e proprie sedute di psicoterapia.
Enzo Bove svolge dal 1978 la professione di assistente sociale ed è impegnato in programmi di recupero per tossicodipendenti. Dal 1990 con l’Associazione Adress segue ragazzi con problemi di droga attraverso percorsi socio-rieducativi a partecipazione familiare. Grazie all’aiuto costante ed affabile dei componenti della Onlus Adress, molti ragazzi sono usciti dal tunnel della droga ed hanno ritrovato un sereno e fattivo rapporto con la vita.
«Evidentemente - spiega Bove - non si tratta di un metodo infallibile, perché presuppone la volontà e la capacità della persona affetta da dipendenza di affidarsi e collaborare fattivamente al programma di recupero». Un requisito che, secondo il presidente dell’Associazione Onlus, il figlio dell’avvocato napoletano non è stato capace di avere: non volendo riconoscere il proprio fallimento, quando Bove ha deciso di interrompere l’inefficace rapporto, si sarebbe vendicato denunciandolo per esercizio abusivo della professione di terapeuta.
Durante il giudizio di primo grado, molti sono stati gli ex-tossicodipendenti che hanno preso le difese di Bove e numerosi i consulenti tecnici che hanno fatto altrettanto, puntualizzando la sottile e precisa linea di confine tra l’attività riservata allo psicoterapeuta e quella propria dell’assistente sociale, idonea a svolgere anche azioni di recupero per tossici ed alcolisti.
Per il presidente Bove la sentenza inferta è ingiusta: condurrà, perciò, una “battaglia di verità” con il valido aiuto degli avvocati Federico Conte e Giovanni Giuliano, impugnando la sentenza e chiedendo alla Corte di Appello di rinnovare il processo, con il coinvolgimento dell’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali, il cui codice deontologico prevede che la professione sia al servizio delle persone e delle famiglie, assolvendo ad una funzione di recupero delle devianze, fondato sul dialogo e su un programma individualizzato.
Fonte: Il Portico
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