Tu sei qui: CronacaFesta patronale, tradizioni e polemiche
Inserito da (admin), lunedì 13 settembre 2004 00:00:00
Con la Festa in onore di S. Maria dell'Olmo, cara al cuore del cavese, sono tornate le polemiche di sempre. È una liturgia che rientra nel copione recitato annualmente: commercianti contro le bancarelle, giostrai che non trovano sistemazione per la loro attività. Il ricco appuntamento religioso e civile, le annuali fibrillazioni, gli scontri tra il Palazzo e le varie categorie hanno costituito per il passato proprio i sapori ed i profumi di una Festa molto avvertita in città. Quest'anno qualcosa è cambiato: giostrai e bancarelle in crisi. I giostrai, per carenza di documentazione idonea, sono rimasti fermi. La Commissione di Vigilanza provinciale non ha concesso il nulla-osta per l'inosservanza delle norme di sicurezza. Se a tutto ciò si aggiunge che un auto dei Vigili Urbani, impegnata nel controllo dell'area ancora priva di permesso, ha subito da ignoti un fitto lancio di pietre, che hanno infranto i vetri dell'auto, ci si rende conto della difficoltà dell'Amministrazione ad emettere un provvedimento in favore dei giostrai. Le stesse bancarelle, una volta motivo di scontro duro con i commercianti, oggi hanno perduto il loro fascino. «Il mercato settimanale del mercoledì - ha affermato un anziano cittadino - ad esclusione di alcune tipologie, vedi abbigliamento, si svolge lungo tutto il Corso. Eppure, era stata promessa una rivisitazione della collocazione delle bancarelle». Da Piazza Duomo alla fine del Borgo Scacciaventi bancarelle di extracomunitari con assortimenti anche interessanti, ma in una confusione che rende impossibile gustarne il valore ed il senso. In Piazza S. Francesco, poi, un assembramento caotico di bancarelle varie, in cui è difficile anche muoversi. Ed ancora, lungo le vie laterali del Borgo. Eppure, c'era un progetto di dare vita a tanti stand con tipologie raggruppate e mettere in mostra anche il meglio dei prodotti cittadini. Ma tutto è rimasto sulla carta, con conseguente grande caos. «Ma la Festa - osserva Alfonso Gigantino - conserva il suo fascino. Le luminarie lungo i portici, il maestoso frontespizio luminoso della Basilica, la folla orante che si assiepa nella chiesa, l'odore dell'incenso, il canto liturgico, il rumoroso via vai, sono i segni antichi di un linguaggio che non morirà mai nei cuori dei cavesi».
Fonte: Il Portico
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