Tu sei qui: Cronaca"Forza del segno", Matilde Papalino espone alla Biblioteca Comunale
Inserito da (admin), giovedì 30 dicembre 2010 00:00:00
Presso la Biblioteca Comunale “Can. A. Avallone” di Cava de’ Tirreni è in corso fino al 6 gennaio la mostra “Forza del segno”, personale della pittrice ed illustratrice Matilde Papalino. In esposizione disegni fantastici del mondo dell’infanzia e scorci realistici della città metelliana. Alla china si alterna l’acrilico, al puntinato l’acquerellato, alle tele incorniciate i semplici bigliettini augurali, tutti sapientemente curati nei minimi particolari. Tocco di classe dell’artista, le fantastiche cartoline che riproducono angoli e paesaggi della nostra vallata nei vari momenti delle stagioni.
Ecco la presentazione in merito del Prof. Paolo Gravagnuolo: «Conosco Matilde Papalino sin da quando, nel vivace e tumultuoso scorrere dell’adolescenza, era alla costante ricerca del modo migliore per coniugare la sua grande curiosità intellettuale con un irrefrenabile desiderio di esprimere, attraverso ogni tipo d’arte, il proprio inappagato mondo interiore.
Successivamente ha opportunamente deciso di incanalare le acque, forse troppo vorticose, di una genuina creatività e di frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove si è confrontata proficuamente e con entusiasmo sia coi docenti che cogli altri allievi, diplomandosi prima in Scenografia e poi in Grafica per l’editoria. Ma non meno produttiva si è rivelata l’esperienza più recente, da allieva di un’importante scuola per illustratrice di fumetti, fatta a Napoli presso la Comix nel corso di diversi anni sotto la guida del Maestro Luca Russo e su utile suggerimento del prof. Pako Massimo, suo docente di Grafica all’Accademia ed appassionato disegnatore di “strisce”.
Ora il destino, dopo che più volte le avevo espresso pareri critici (anche sulla produzione poetica) ed incoraggiamenti, mi conduce a redigere queste brevi note a corollario della sua personale: “Mathi” Forza del segno. Mathi è certamente uno pseudonimo della giovane artista, ma è anche il vocabolo di origine germanica adoperato per indicare la forza (fisica), e da lì deriva il nome Matilde, che è appunto di provenienza sassone. E la Papalino tiene molto al rimando, più o meno esplicito, all’idea di forza, però spostandone decisamente il significato verso un orizzonte legato alla forza interiore, come è giusto che sia nel caso della forza del “segno”.
Vengono esposti alcune decine di pezzi, che spaziano dai puntinati agli inchiostri su cartoncino per lo più con soggetti architettonici e scorci cavesi inquadrati con taglio fotografico. Vi sono poi acquerelli su carta d’Amalfi e su carta Rosaspina (per intenderci quella che si usa per il procedimento dell’incisione) in maggioranza con soggetti floreali. L’esposizione, peraltro, sembra alludere al Natale già attraverso la scelta del panno lenci di color rosso bordò che incornicia le opere e si arricchisce di cartoline e segnalibri dipinti a mano su toni poco accesi e di disegni realizzati con matite colorate su carta ruvida (come nel ritratto della prorompente attrice francese Letizia Castà).
Tuttavia, il rosso della “scenografia” a mio parere si coniuga molto meglio con il suo magma emotivo, che non le offre tregua e la spinge ad interrogarsi sul senso profondo della vita; un obiettivo che - come direbbe Vasco Rossi - probabilmente non basta una vita intera per riuscire a centrare. Davvero gradevoli risultano le illustrazioni per fiabe che le hanno consentito la vittoria in un concorso nazionale dedicato all’infanzia, istituito dalla professoressa Rosa Pironti: tali soggetti sono certamente tra i più congeniali per la giovane pittrice che potrebbe trovare la sua strada in questo prezioso settore così spesso ed a torto trascurato in Italia, ma molto apprezzato e richiesto nell’Europa del Nord. Ben calibrata, per le scelte cromatiche e compositive, è pure una raffigurazione di una libreria ideale dipinta con ecoline, ovvero inchiostri colorati, creata ad hoc (quasi la ripresa di un intarsio ligneo rinascimentale) come locandina pubblicitaria per un’interessante iniziativa promossa dalla nostra Biblioteca Comunale, attualmente così ben diretta dalla dottoressa Teresa Avallone.
Infine, ultimo ma non ultimo, il ritratto commosso di “Stellina” in acrilico su di una preparazione a sua volta in gesso acrilico: Matilde ha dipinto il suo amato gatto scomparso, attingendo a ricordi che - oserei dire - hanno sfiorato le radici dell’anima e ne è venuto fuori un dolcissimo tributo d’amore. Insomma, con questa Mostra mette in mostra sì la sua forza inquieta, che spesso si estrinseca meglio nel naif e nell’astratto, ma lascia prevedere futuri e più maturi slanci emotivi che, se ben indirizzati, potrebbero consentirle di cogliere frutti copiosi».
Fonte: Il Portico
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