Tu sei qui: CronacaGuerra aperta tra sindaco e frate
Inserito da (admin), lunedì 7 settembre 2009 00:00:00
Episodi da Peppone e Don Camillo sotto i portici metelliani. Un acceso botta e risposta tra Padre Gigino Petrone ed il sindaco Luigi Gravagnuolo ha animato le ultime ore in città. Entrambi amano Cava de’Tirreni ed i cavesi, ma, a quanto pare, non dallo stesso punto di vista.
Tutto è partito dal secco no del primo cittadino ai fuochi d’artificio in occasione dell’alzata del panno per la Festa di S. Francesco del 4 ottobre, nonostante l’autorizzazione del locale Commissariato. E così, il feeling mostrato finora dai due simboli della città cede il passo ad un aspro ed incalzante "duello" a colpi di reciproche accuse.
«Ha rovinato la Festa. Avevamo chiesto di sparare fuochi cinesi in ore come le 8, le 12 ed al termine della processione verso le 20.30, ma ci è stato proibito - sbotta fra’ Gigino - È uno sgarbo personale, frutto di una voglia di protagonismo, di invidia e di arroganza. Gravagnuolo, con tutti i problemi della città, quali la precarietà dei servizi sociali, la lenta agonia dell’ospedale, il ridimensionamento rispetto a tanti paesi limitrofi, la mancanza di lavoro, pensa invece a porre divieti ai fuochi d’artificio, una risorsa per qualche impresa locale, in nome di un'immaginaria difesa dei diritti dei cittadini».
Pungente anche l’immediata replica del sindaco: «Lui è un "fracassone". Io mi preoccupo di risolvere tutti i problemi dei cittadini, anche quelli della quiete pubblica. È stata emessa un’ordinanza anti-schiamazzo che va rispettatta da tutti, che abbiano o no la tonaca».
Ma lo scontro diventa a tutto campo quando il padre francescano, addirittura dall’altare durante le omelie, chiama alla mobilitazione contro il sindaco e chiede le sue dimissioni: «Se questo significa amministrare una comunità, allora ci voglio provare pure io. Per le prossime amministrative, chiederò all’Ordine dei Francescani ed alla Santa Sede la dispensa per la candidatura a sindaco. Metteremo su una squadra di cittadini per la rinascita della città senza slogan mediatici, ma solo con la voglia di operare per i reali interessi della comunità».
«Faccia pure - raccoglie la sfida Gravagnuolo - aspetto con tranquillità la sua candidatura. Lui presenterà alla città un bel programma per una Cava del fracasso permanente, guidata da chi la spara più grossa degli altri, nel senso letterale del termine. Io prometterò alla città rispetto per i diritti dei cittadini, regole, ordine, serietà. I cavesi sapranno scegliere».
Fonte: Il Portico
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