Tu sei qui: CronacaManifattura Tabacchi, nuovo allarme
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 2 aprile 2003 00:00:00
Nubi sulla Manifattura Tabacchi di Cava. Non sono stati ancora ultimati i lavori di trasferimento nella nuova struttura di via Atenolfi. In più, uno studio su tabacco, manifatture e sigari nella nostra provincia ha evidenziato le preoccupazioni che si avvertono sul futuro della Manifattura e sulla stessa qualità del sigaro. Procediamo con ordine. Entro la fine dell'anno, il trasferimento dovrebbe essere completato. C'è già l'impegno dell'Eti di restituire al Comune l'intera struttura di viale Crispi, nella quale il sindaco Alfredo Messina ha ipotizzato la realizzazione di sale museali e la sede della Facoltà di Architettura dell'Università Federico II di Napoli. Quella del trasferimento della struttura è stata una lunga battaglia, condotta in questi anni prima con il Ministero delle Finanze e poi con l'Eti. I dipendenti della Manifattura sanno che solo la competitività può essere la chiave di volta per il futuro. Ma è proprio sulla capacità di poter imporre il proprio prodotto che l'ispettore Giuseppe Murolo, attento studioso del tabacco, ha sollevato una serie di perplessità e dubbi. I Toscani della Manifattura di Cava sono derivati per molto tempo prevalentemente dal Kentuchy, prodotto nel Beneventano. La privatizzazione del Monopolio e la creazione dell'Ente Tabacchi Italiani hanno portato ad un più accurato confronto tra costi e proventi, di cui l'Amministrazione statale, per ragioni sociali, non sempre teneva conto. Tra le misure escogitate per ridurre i costi, quella di far lavorare le foglie del Kentuchy nello Sri Lanka. «Tale decisione, ammissibile - osserva Giuseppe Murolo - in linea di principio e già sperimentata in diversi Paesi, comporta il congelamento delle foglie e, secondo alcuni, un peggioramento qualitativo del materiale, dovuto a fenomeni di imbrunimento». Una tecnologia che potrebbe incidere sulla vendita dei sigari, pur essendosi registrata una crescita a livello nazionale, ma solo per quelli a fascia pregiata. «A fronte di questo dato positivo - ha evidenziato Agostino Siciliano, segretario generale della Uila-Monopoli, durante il convegno sul tema tabacco - ci preoccupano, invece, le prospettive mercantili del sigaro di fascia corrente, prevalentemente prodotto a Cava de' Tirreni». Eppure, la storia del Toscano, del Toscanello e del Garibaldi è legata ad una lavorazione accurata, eseguita a mano, vanto delle maestre sigaraie metelliane. «La provincia di Salerno - conclude Murolo - dovrebbe essere posta all'avanguardia per programmi che, valorizzando anche le passate esperienze, possano essere portati avanti».
Fonte: Il Portico
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